Famiglia e libero mercato, il modello Fillon
Dopo una vittoria inaspettata alle primarie del centrodestra francese, il candidato presidenziale François Fillon propone un programma rivoluzionario. Sostenuto dalla Manif pour Tous, vuole cancellare le adozioni gay, limitare la fecondazione assistita, vietare l'utero in affitto. Contemporaneamente vuol liberare la famiglia da tasse e regole, limitando fortemente il ruolo dello Stato, con forti tagli alla spesa pubblica.
La vittoria di François Fillon alle primarie del centro-destra francese ha dell’incredibile. Nicolas Sarkozy, l’ex presidente super-favorito, lo definiva il “signor nessuno” o “il mio ex collaboratore” (era stato primo ministro, durante la sua amministrazione). I sondaggi lo davano quarto, molto indietro a Nicolas Sarkozy, ad Alain Juppé e Bruno Le Maire, con il 10% dei consensi. Nel giro di poche settimane ha vinto il primo turno sorpassando tutti e squalificando Sarkozy. Domenica ha battuto Alain Juppé, con una vittoria schiacciante: 67% dei voti della base di centro-destra. La Manif pour Tous, in particolar modo “Senso Comune”, l’interfaccia politica della Manif, ha sempre creduto in lui. Fiducia ben riposta.
Cattolico, sposato e con cinque figli, una vita privata molto discreta, Fillon, nel 2007, quando era primo ministro, aveva dichiarato di sentirsi alla testa di “uno Stato fallimentare”, per i conti pubblici e per la condizione della sua società civile. Non ha cambiato idea e ha un programma per raddrizzare la situazione, proprio a partire dai principi non negoziabili della famiglia, vita e istruzione. “La famiglia è il fondamento della nostra società, non c’è alcuna ragione che le famiglie siano penalizzate da una politica fiscale ingiusta”. In Francia vige il quoziente familiare. Una famiglia con figli è avvantaggiata rispetto a una coppia senza figli e ancor di più a un single. Sebbene questo sistema non sia mai stato messo in discussione, nemmeno nei cinque anni del socialista François Hollande, il governo cambia frequentemente il plafond, cioè il massimo di differenza che una coppia senza figli paga in più rispetto a una famiglia con figli. Hollande aveva abbassato il plafond a 1510 euro. Fillon promette di riportarlo a 3000 euro, raddoppiando l’incentivo fiscale per le famiglie con figli.
Sebbene sia ormai tecnicamente impossibile cancellare la Taubira che istituisce il “matrimonio per tutti” (incluso quello omosessuale), Fillon promette di riformarla profondamente, cancellando l’adozione e vietando l’utero in affitto. Restringerà la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita per le sole coppie di uomo e donna e in casi manifesti di infertilità. Quindi, porte chiuse all’eterologa per le coppie gay. “Dopo il voto della Taubira, contro cui mi sono battuto, ho immediatamente dichiarato che, se fossi diventato presidente, avrei proposto al parlamento di riscrivere il diritto di adozione. Ho lavorato con giuristi ed esperti in diritto di famiglia. Propongo un testo che fissa il principio che il figlio è sempre frutto di un padre e di una madre”.
Per completare la riforma della società, Fillon intende rimettere mano all’istruzione pubblica, introducendo una maggior meritocrazia, punendo l’attuale classe dirigente fatta di “pedagoghi pretenziosi che hanno imposto programmi di chiacchiere e che hanno preso in ostaggio i nostri figli nel nome di un’ideologia egualitarista”. Oltre a far iniziare le scuole dell’obbligo ai bambini di cinque anni, il candidato di centro-destra vuole escludere dai benefit pubblici le famiglie degli studenti più assenteisti.
Conservatore nei principi, Fillon lo è anche sulla sicurezza e in politica estera. Vuol dare una svolta sull’immigrazione ponendo fine all’eccessiva accoglienza della politica dell’attuale presidente, fissando quote e prevedendo l’espulsione di tutti gli elementi a rischio. Duro anche il programma sull’islam, che prevede sanzioni per chiunque intrattenga rapporti con lo Stato Islamico, la revoca della cittadinanza a chi va a combattere nelle sue file in Siria e Iraq, il blocco o comunque il maggior controllo dei finanziamenti esteri delle moschee, un maggior controllo sulla predicazione per combattere l’ideologia jihadista fin nelle moschee. Non sarà un programma laicista, comunque: il burkini, ad esempio, non verrà più vietato sulle spiagge. La sua linea di politica estera, coerentemente, prevede una maggior lotta all’Isis nelle sue roccaforti, anche scendendo a patti con Assad e soprattutto con la Russia. Moderatamente euroscettico, non intende ritirare la Francia dall'Ue, ma ridare peso ai governi nazionali. Il vecchio programma gollista dell'Europa delle Nazioni, insomma: meno peso alla Commissione, più peso al Consiglio d'Europa e al dialogo inter-governativo.
La novità di questa proposta è che non si tratta del classico programma di destra sociale, ma di un’agenda conservatrice che si integra con una completa riforma dello Stato. Vuole tagliare il numero dei funzionari fino a mezzo milione, aumentare le loro ore di lavoro da 35 a 39, liberalizzare i contratti di lavoro dei privati abolendo le 36 ore di lavoro a settimana (il tetto massimo sarebbe fissato a 48 ore) e “spezzare il monopolio dei sindacati”, alzare l’età pensionabile fino a 65 anni, tagliare la spesa pubblica di 110 miliardi, abbassare le imposte dirette sugli utili fino al 25%. Vuole riformare la sanità, creando le condizioni per una maggior competizione fra pubblico e privato. “Che i francesi si assumano le loro responsabilità”, dice di questo programma. Ma il pubblico sarà sempre lì a intervenire nel caso i cittadini si ammalino di mali gravi o cronici. Il privato e le tasche dei francesi saranno invece sufficienti per le malattie ordinarie e non mortali.
La destra sociale, come quella del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, individua nella globalizzazione dei mercati la principale nemica dell’identità nazionale e della famiglia. La destra conservatrice di Fillon, al contrario, individua nello statalismo il principale disgregatore della società a partire dalla famiglia. La famiglia, per il candidato del centrodestra, deve poter tornare a respirare, essere gravata da meno tasse e meno regole. La sfida più interessante, con i socialisti al tramonto, sarà fra queste due visioni della destra. Quella proposta da Fillon è un caso più unico che raro nella storia recente francese. Se tutte le sue riforme dovessero andare in porto, sarebbe una rivoluzione paragonabile a quella di Margaret Thatcher nel vicino (geograficamente) e lontano (culturalmente) Regno Unito. Ma i milioni di dipendenti pubblici voteranno per lui? La sua è una scommessa forte e proprio per questo molto rischiosa.