Libia, solo chiacchiere al “congresso di Vienna”
Continuando a girare a vuoto l’esecutivo voluto dall’Onu rischia di collassare prima ancora di aver messo piede nei ministeri di Tripoli. Ieri a Vienna è stato deciso che gli occidentali riapriranno le ambasciate ma “solo tra qualche mese”. Con un simile coraggio Europa e USA riusciranno ad aiutare ben poco il loro “pupillo” al-Sarraj.
Un appello per fermare l'embargo alla Siria
La situazione in Siria è disperata: Carenza di generi alimentari, disoccupazione generalizzata, impossibilità di cure mediche, razionamento di acqua potabile, di elettricità. L’embargo rende impossibile per i siriani stabilitisi all’estero di spedire denaro ai familiari rimasti in patria.
La corruzione c'è ma non si dice: il caso Nigeria
Il premier britannico Cameron definisce la Nigeria un paese «incredibilmente corrotto» e si attira un mare di critiche. Eppure, il Fondo per la lotta all’Aids ha sospeso i fondi dopo aver constatato un buco di 3,4 milioni di euro. Briciole di fronte ai miliardi di euro spariti dai ricavi del petrolio e dalla lotta al terrorismo
Grazie a Obama i diritti Lgbt finiscono nel water
Il governatore del North Carolina ha ratificato la legge che vieta l'uso dei bagni pubblici in base alla percezione soggettiva del sesso. Obama, dopo aver minacciato di tagliare i fondi federali, ha raccomandato a ogni scuola di consentire il libero accesso ai bagni degli studenti transgender, sennò saranno guai.
Venezuela, l'opposizione sfida Maduro in piazza
L'opposizione democratica del Venezuela aveva raccolto regolarmente le firme per un referendum revocatorio, contro il presidente Maduro, dopo che il paese è giunto sull'orlo del collasso. Ma il referendum non viene indetto. Allora migliaia di oppositori sono scesi in piazza. La rivoluzione bolivariana si regge solo sulla forza, ormai.
L’Iraq muore E non è solo l’Isis a distruggerlo
Tre attentati con un bilancio di almeno 93 morti e quasi 200 feriti. Con il primo, il più terribile, in un mercato affollato nel quartiere di Sadr City. È stata l'ennesima giornata di sangue quella di ieri a Baghdad: la peggiore dall'inizio del 2016. Anno, peraltro, già nerissimo per l'Iraq: il conteggio diffuso dall'Onu già prima delle stragi di ieri parlava di 1.119 persone uccise in episodi violenti a marzo e altre 741 ad aprile.
Duterte, ombre cinesi sull'uomo duro di Davao
Si atteggia a dittatore, dichiara di voler ammazzare 100mila criminali, insulta il Papa, insulta le donne... viene eletto presidente delle Filippine. Nonostante il drammatico appello della Chiesa a non votarlo. E' diffuso anche il sospetto che dietro la sua campagna elettorale vi sia la lunga mano della Cina.
La Turchia si arma e ci "scippa" il Mediterraneo
I piani di espansione militare di Ankara sono spesso taciuti: in pochi anni il premier Erdogan ha aperto basi in Qatar e Somalia, esercitato la sua influenza in Libia e ampliato la flotta navale. Ma per sostenere la Fratellanza Musulmana. Scippando la leadership mediterranea all'Italia che nel frattempo sembra dormire.
Isis in Iraq, emergono le prove dell'orrore
Quelle 50 fosse comuni scoperte nella piccola porzione di Iraq liberato dall'Isis, sono una prima prova del genocidio in corso. Un genocidio ai danni delle minoranze yezida e cristiana, che non è ancora stato condannato dall'Onu. Sono tutte dimostrazioni di quel che hanno raccontato le sopravvissute a una vita di terrore e schiavitù.
Strage degli albini: fatti a pezzi per farne amuleti magici
Gli omicidi rituali per ottenere i costosi talismani fatti con organi umani di albini insanguinano l'Africa. Non di rado sono gli stessi parenti a vendere i familiari albini, allettati dal guadagno. Quella dei killer rituali ormai è una strage e di questo passo i circa 10.000 albini che vivono in Malawi rischiano l’estinzione.
Nuove tasse e tagli. La Grecia ci prova ancora
Nuove imposte sul reddito e tagli alle pensioni. È questa l'ultima misura di “austerità” che il premier greco Alexis Tsipras ha approvato per salvare, o almeno tenere in piedi per qualche altro mese, il proprio Paese. Insomma, la Grecia torna ancora una volta dove l'avevamo lasciata: al punto di partenza.
Ungheria, un referendum per le quote Ue dei migranti
La Corte Suprema Ungherese (Kúria) ha dichiarato ammissibile il discusso referendum sul sistema europeo delle quote dei migranti indetto nel mese di febbraio dal Governo guidato da Viktor Orbán. I promotori del referendum sono convinti di raggiungere il quorum e di vincere. Si prepara lo scontro con l'Ue.