La Siria muore ma a Ginevra si gioca (sporco)
Il mondo guarda alle nuove vittime nel Mediterraneo, guarda al Brennero, a Lesbo; ed è giusto che sia così. Bisognerebbe, però, avere l’onestà di guardare con più attenzione anche a quanto sta succedendo in queste ore a Ginevra e ad Aleppo. Perché è lì - non altrove - che si gioca la possibilità o meno di fermare la grande fuga. Invece, Ginevra e Aleppo in queste ore è un alternarsi di offensive militari e sceneggiate intorno ai tavoli.
Il jihad cresce in Europa. I giovani arabi lo condannano
I fan dell’Isis crescono solo tra i musulmani d’Europa, mentre nei Paesi arabi la maggioranza dei giovani lo condannano senza riserve. È quanto emerge da due sondaggi. il primo è stato realizzato dall’istituto demoscopico britannico Icm e diffuso dalla rete televisiva Channel 4. L’altro tra i giovani nordafricani e arabi.
Più aiuti all’Africa e più corruzione. Il caso Ciad
Nel 2015 gli aiuti allo sviluppo sono cresciuti del 6,9% per un totale di 131,6 miliardi di dollari. Una quota consistente è andata come sempre all’Africa. Intanto, 150 miliardi di dollari hanno lasciato l’Africa alla volta di paradisi fiscali. E c’è chi ancora raccomanda la cancellazione del debito dei Paesi africani. Il caso del Ciad.
Ucraina nella tempesta. Si allontana il sogno europeo
Ucraina, cade il governo Yatseniuk e ci si avvia al rimpasto sotto il prossimo premier Groysman. Le mancate riforme, la corruzione dilagante e il nepotismo sono alla radice della crisi. Che capita proprio quando l'Ucraina viene bocciata dal referendum in Olanda, contro l'Accordo di associazione con l'Ue
Nasce la Guardia nazionale, pretoriani dello zar Putin
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il 5 aprile la creazione della Guardia Nazionale, nuovo strumento per la sicurezza interna con compiti antiterrorismo e di contrasto a narcotraffico. Ma i più vedono nella sua creazione una una sorta di “forza pretoriana” controllata e a servizio di Putin.
Ma quanti leader africani nei Panama papers
Non solo i capitali di cui si tratta sono stati esportati per sottrarli al Fisco e non pagarvi imposte, ma anche fiumi di denaro pubblico sottratto alle casse statali da politici e amministratori corrotti. Non potevano mancare gli africani nei Panama Papers. Diverse personalità compaiono tra i clienti dello studio Mossack Fonseca.
Le tre vite di Al Duri, jihadista per Saddam
L'ex braccio destro di Saddam e poi ex comandante militare dell'Isis, il generale Izzat Ibrahim al Duri, era dato per morto nel 2015. Ma è ancora vivo e incita alla lotta dei sunniti contro l'Iran sciita. Pare una sua terza vita, dopo quelle dedicate a Saddam e all'Isis. La sua storia va conosciuta per capire l'Iraq.
Wisconsin, il lento logoramento di Donald Trump
Nelle elezioni primarie del Wisconsin, Ted Cruz ha battuto Donald Trump con un ampio margine di vantaggio. Non è affatto detto che questo colpo rallenti la corsa del miliardario verso la nomination alla Casa Bianca, ma è la dimostrazione che il suo lento logoramento continua.
Conflitto fra armeni e azeri: una sfida turca alla Russia
Dopo l'intervento russo in Siria, si infiamma il Caucaso. Si combatte nel Nagorno Karabakh, regione armena autonoma rivendicata dall'Azerbaijan. La Turchia appoggia quest'ultimo, cercando una rivincita contro la Russia che l'ha estromessa dal grande gioco siriano. E anche l'Isis attacca i russi nel Daghestan.
Terrorismo jihadista, se è l'Italia la prima a censurarlo
I media italiani si rifiutano di dire quello che gli stessi talebani di Jamaat-ul-Ahrar proclamano: l'obiettivo della strage di Pasqua a Lahore erano i cristiani. Ma i nostri giornali "giocano" sul fatto che alcune vittime erano islamiche. Dimostrando di non conoscere che per per l'Islam ci sono due jihad: uno interno e uno esterno.
Media e Obama con la sindrome del "compagni che sbagliano"
Terrorismo islamico e guerra ai cristiani, parole proibite. Ne sanno qualcosa i media italiani che per la strage di Pasqua in Pakistan hanno glissato sui talebani che hanno rivendicato l'attacco rivolto ai cristiani. Negli Stati Uniti invece, lo staff di Obama "taglia" il presidente francese Hollande che parla di terrorismo islamico. Per le nostre classi dirigenti, dunque, il vero nemico della civiltà occidentale è il linguaggio politicamente scorretto?
Terroristi islamici? E Obama “sbianchetta” persino Hollande
L'ossessione del presidente Usa per il linguaggio politicamente corretto fa un'altra vittima: stavolta è il suo pari grado di Francia che in un vertice sul nucleare ha parlato di terrorismo islamico. Ma la frase, che compariva nel video della Casa Bianca, è stata tagliata. L'opposizione: «Obama non può sconfiggere un nemico che non ha il coraggio di chiamare per nome».