Monaco, la versione "rassicurante" del lupo solitario
La strage a Monaco è l’episodio più caotico della storia recente del terrorismo. La polizia ha paralizzato una città intera per poi scoprire che l'attentatore era uno solo e si era già suicidato. Prevale la tesi del folle solitario.
NON CENSURIAMO LA NATURA DELLA MINACCIA di Robi Ronza
Confusione o depistaggio, la strage al centro commerciale Olympia di Monaco è stato l’episodio più caotico di tutta la storia recente del terrorismo.
Certo, del killer, il 18enne tedesco iraniano Alì Soboly, sappiamo ben poco anche se tutti si affannano a dirci che era depresso, aveva problemi con i compagni, a scuola era stato bocciato e tutte quelle notizie che dovrebbero aiutare a rimuovere l’ipotesi di motivazione ideologica islamista per accreditare quella del pazzo. Una soluzione di comodo e un po’ forzata, ma che ci impone di rassegnarci a “subire” il pazzo di turno invece di contrastare ideologie aggressive e molto ben radicate anche a casa nostra.
Così la polizia di Monaco ci dice che Soboly era affascinato dagli eccidi di massa ma era ispirato più da Anders Breivik che dall’Isis. Chissà perché considerato che Breivik uccise giovani militanti del Partito Socialista, cioè bersagli scelti con cura, mentre Soboly ha sparato nel mucchio uccidendo chi gli capitava a tiro, proprio come il commando jihadista al Bataclan e Mohammed Bouhlel sulla “promenade” a Nizza. A Monaco hanno quasi ignorato che Alì era un musulmano (forse sciita) anche se i suoi famigliari lo dipingono come molto lontano dalle religioni, così come scarsa eco ha avuto la testimonianza della signora che nel bagno del McDonald's col figlio ha sentito Soboly gridare “Allah Akhbar” mentre sparava.
In attesa di avere maggiori informazioni su cui ragionare qualcuno ha evidenziato l’incongruenza di un killer jihadista iraniano, che ci si aspetta sia sciita e nemico dei jihadisti sunniti e dell’Isis. In realtà in Iran il 35% della popolazione appartiene a minoranze tra le quali azeri, curdi, arabi, e baluci molti dei quali sono sunniti. La polizia ha negato infine legami con l’Isis, ma anche ragioni ideologiche dietro la strage, dopo una notte intera in cui è stato usato un brano del video in cui il killer scambia parole e soprattutto insulti con un uomo, che lo riprende col telefonino, per dipingerlo come xenofobo. Peccato che la frase “maledetti stranieri” attribuita a Soboly sia stata invece pronunciata dal suo interlocutore, probabilmente di etnia turca.
Sorprendente poi che la polizia di Monaco abbia dato la caccia per ore, bloccando l’intera città e alimentando il panico tra la gente, a due o tre terroristi in fuga dotati di armi lunghe. In realtà una minaccia immaginaria poiché il terrorista era uno solo, aveva solo una pistola ed era già morto. Certo la perizia balistica sui proiettili rinvenuti nei corpi avrebbe chiesto tempo, ma un rapido esame delle ferite avrebbe permesso di escludere rapidamente l’uso di fucili.
Meglio comunque prendere con le molle le informazioni rilasciate dalla polizia tedesca i cui vertici si sono già da tempo rivelati compromessi col potere politico, soprattutto sulle vicende islamiche e legate agli immigrati illegali, per risultare credibili. Basti pensare che per settimane tentò di nascondere la portata degli stupri e violenze di massa perpetrati da 2.000 islamici ai danni di 1.200 donne tedesche in quattro diverse città la notte di Capodanno. Una settimana fa il rapporto dalla polizia criminale federale (Bka) sulle violenze compiute a Colonia, Amburgo, Stoccarda e in altre città tedesche ha confermato che sono stati indentificati solo 120 sospetti su cui la magistratura indaga e appena in 4 hanno subito condanne a Colonia, Duesseldorf e Nuertingen.
Secondo il rapporto la maggior parte dei sospetti sono nord-africani e afghani, pochissimi i siriani, e più della metà era arrivato in Germania nel 2015 come richiedente asilo. In dettaglio la polizia ha rilevato circa 650 reati di natura sessuale a Colonia e oltre 400 ad Amburgo, che risultano così le città più colpite dalle violenze ma il rapporto nega vi sia una mente comune che lega le aggressioni nello stesso momento e in diverse città, In pratica vogliono farci credere che 2mila stupratori islamici hanno aggredito casualmente 1.200 donne nella stessa sera in città diverse.
Del resto i tedeschi hanno cose più serie di cui occuparsi. La Bild ha riferito che la tv pubblica Zdf ha bandito a vita le repliche dei telefilm dell’Ispettore Derrick dopo che è emerso il passato di giovane SS del suo protagonista, l’attore Horst Tappert deceduto nel 2008 all’età di 85 anni. Quando il suo passato nazista era venuto alla luce nel 2013, la Zdf aveva deciso di sospendere la trasmissione dei vecchi episodi di Derrick, benché l’attore, accusato di aver prestato servizio in un reparto contraereo della Divisione Panzer SS Totenkopf, avesse appena 22 anni alla fine della guerra e non vi fossero indizi di crimini da lui compiuti. Mettere al bando l’ispettore Derrick per i fatti di 70 anni or sono invece della sharia che ci vuole riportare alla preistoria è la strategia migliore per far aderire milioni di tedeschi a movimenti e partiti populisti, nazionalisti e xenofobi.
di Gianandrea Gaiani