Bartali, lo sport come scuola spirituale
Il 5 maggio di vent’anni fa moriva uno dei più grandi ciclisti di sempre, Gino Bartali. Terziario carmelitano, era un fervente cattolico. La sua figura ricorda che il ciclismo, come altri sport, è una metafora della nostra battaglia spirituale. Che può aiutare la crescita della persona, come spiegava Benedetto XVI.
VAR, il problema non è la tecnologia ma gli uomini
Il calcio in Italia, da sempre, pare più importante dell’economia e della politica, non è una novità. Le polemiche scatenate dalla VAR ci ricordano che non è la tecnologia a risolvere i problemi, quanto la preparazione della classe arbitrale che deve saper anche usare meglio la VAR. Per non farla diventare uno strumento da BAR.
Maratona da morire a Doha, nel Qatar indegno dello sport
Il Qatar, se non altro per il suo clima, è inadatto a certe competizioni. Nella maratona dei Mondiali di atletica leggera, in corso a Doha, sono quasi morte delle atlete. La prossima sfida saranno i Mondiali di calcio del 2022. Gli stadi con aria condizionata, oltre a costare molto, sono lastricati di scandali multi-miliardari e costruiti da schiavi.
Felice Gimondi, ricordo di un campione
Ieri pomeriggio, all'età di 77 anni, è morto Felice Gimondi, indimenticabile campione di ciclismo. È stato colto da malore mentre era in vacanza a Giardini Naxos. Pubblichiamo la testimonianza di un altro campione, Gianbattista Baronchelli, che, sebbene più giovane, ha avuto modo di correre per diversi anni insieme a Gimondi.
"Tradizione e eternità: perché il Grande Torino ci commuove"
«Il tifoso del Toro si confronta con la morte e la trascendenza». Il cappellano granata don Riccardo Robella racconta alla Nuova BQ perché ricordare Superga è un rito di speranza cristiana. «Tradizione, eternità e bellezza: nel Grande Torino ritroviamo gli archetipi evangelici. Ma non paragonate quella squadra alla Juve di oggi o ai campioni strapagati. Mazzola guadagnava poco più di un operaio e aveva un negozio di articoli sportivi: eppure quella squadra incarnava un'Italia che con tenacia stava risorgendo dalle macerie della guerra».
Ora in squadra gioca "lui" e le avversarie si scansano
In Argentina una legge permette di fare attività sportiva secondo "l’identità di genere autopercepita". E a vigilare sull'applicazione sarà l'istituto apposito che si preannuncia repressivo. Un'assurdità, come si evince da una partita di hockey femminile in cui “lei” in realtà è un “lui”. E le avversarie...
Ronaldo e il conformismo dell'indignazione a comando
Qual è la differenza tra Ronaldo e i vari Brizzi, Kavanaugh, Trump e Weinstein? Perché il primo ha avuto un balzo di popolarità dopo le accuse di stupro e gli altri hanno affrontato la gogna mediatica? E' l'indignazione a comando eterodiretta di una società talmente conformista, che aspetta di sapere dai media cosa deve pensare di questo e di quello.
Modric, da profugo al Mondiale, confidando in Dio
Il nonno fu ucciso durante il conflitto serbo e lui con i genitori dovette conoscere l'esperienza dei profughi croati. Stasera, durante la finale mondiale con la Francia, Luka Modric giocherà la partita più importante della sua vita. Storia di un campione gracile che ha conosciuto l'umiliazione e il dolore della guerra senza mai smettere un attimo di confidare in Dio. Al quale oggi, comunque vada stasera, si affida perché sempre grato.
-LEGGI LE ALTRE STORIE MONDIALI: LUKAKU, TABAREZ, DALIC
L'acquisto di Ronaldo? Vietato farsi domande
Pare che il calcio abbia altre regole rispetto a quelle del mondo. E il tutto è giustificato dal fatto che lì ci vivono gli idoli delle masse a cui tutto è permesso. Anche la persona più morale, di fronte all'idolatria del CR7, portrebbe rispondere che "il calcio va da sé". Ma che sia così è un'illusione, basti pensare alle folle che raggiunge.
Dalic, il Ct croato che stringe il rosario in campo
Zlatko Dalic fu ministrante nella chiesa vicino a casa quando mostrare la fede cattolica era motivo di persecuzione. Da grande fece la guerra ed è convinto che la croce vada portata «con fortezza» e che «Dio è presente quotidianamente nella mia vita». Così il Ct tiene la mano destra in tasca per stringere il rosario benedetto a Medjugorje e con la sinistra dà indicazioni ai giocatori.
Tabarez, il Ct in stampella che ha educato l'Uruguay
La malattia che lo ha colpito nel 2016 per cui allena, grida ed esulta in stampella, ha gettato i riflettori sul Ct uruguaiano Oscar Tabarez, che però sono anni che vive la nazionale come la costruzione di una cattedrale. Perché quello che conta non è solo il talento «ma l'educazione» e perché «bisogna saper scommettere sulle persone». Per questo i giocatori per lui "si butterebbero" nel fuoco.
Le verità su Ronaldo che amiamo dimenticare
Si è costruito i figli con l'utero in affitto a sua immagine e somiglianza, dichiarando di insegnare loro «come diventare numero uno». Ma criticare il narciso Ronaldo è impensabile. E quando ci provò il pediatra ex presidente dell’Ordine dei medici che ricordò come non potesse essere d'esempio vista la sua immoralità di utilizzare una madre surrogata, fu prontamente zittito.