San Francesco e l’ardore di carità
Il Poverello di Assisi è il santo che più ha lasciato il segno nell’epoca di Dante. È bene dunque riscoprirne la figura, per comprendere alcune scelte dell’autore della Divina Commedia.
È importante ricostruire la figura di Francesco d’Assisi, il santo che più ha lasciato il segno negli anni contemporanei a Dante, in modo da apprezzare meglio le scelte che il poeta ha fatto per presentarlo al lettore.
L’agiografia presenta san Francesco in una duplice prospettiva: ad un’impostazione in cui il santo viene descritto in chiave edulcorata e miracolistica se ne contrappone un’altra più realistica riconosciuta come più veritiera e attendibile dall’Ordine francescano delle origini. Di questa, l’esempio più famoso è la Legenda maior di san Bonaventura da Bagnoregio.
Gioverà leggere l’interessante saggio di Chesterton che sceglie pochi aneddoti, ma con la vena da affabulatore che gli è propria, la semplicità e la meraviglia del neofita, li spiega come se fossero successi a lui, con la potenza dell’immedesimazione in un santo innamorato di Cristo, proprio come lui neoconvertito. L’immagine che ne emerge è affascinante.
Nella puntata odierna riscopriamo la figura di san Francesco per valorizzare meglio la descrizione di Dante di cui parleremo la prossima volta.