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il caso di fermo

Evviva i medici che curano a casa, ma in pandemia erano stregoni

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Il medico ospedaliero che ha salvato a casa la paziente, viene trattato da eroe perché è andato fuori dall'ordinario. Ma quanti camici bianchi sono stati perseguitati perché non hanno seguito il protocollo Tachipirina e vigile attesa?

Attualità 19_03_2024

Fino a pochi giorni fa il dottor Francesco Bernetti Evangelista era uno stimato medico del pronto soccorso di Fermo che non aveva mai occupato le prime pagine dei giornali. Ma è bastata una visita ad una sua paziente – una delle tante nella sua lunga carriera arrivata alla pensione – per farlo diventare improvvisamente un eroe nazionale. La vicenda che lo vede protagonista, raccontata con dovizia di particolari dalla Ast marchigiana, è ora una delle principali notizie dei siti e probabilmente verrà presa a modello come esempio di buona sanità.

Evangelista, infatti, è assurto agli onori della cronaca perché ha salvato una giovane paziente colpita da infiammazione midollare accelerando, dopo una prima dimissione dal Pronto Soccorso, il suo ricovero e le cure che con ogni probabilità le hanno salvato la vita. La notizia non meriterebbe neanche una riga in cronaca se Evangelista avesse fatto tutto questo tra le mura dell’ospedale dove lavora come dipendente di una cooperativa, dopo aver raggiunto l’agognata pensione. Invece ha avuto clamore perché dopo una prima visita notturna con dimissione e prescrizione di ulteriori accertamenti, ha avuto un ripensamento nel corso della giornata.

Così, di sua spontanea volontà, alla fine del turno, ha raggiunto la giovane a casa e ha predisposto il ricovero urgente. Ricovero che probabilmente sarebbe avvenuto solo al termine degli accertamenti prescritti l’indomani, quando però, forse, sarebbe stato troppo tardi per lei.

Il caso, portato alla luce dai vertici dell’azienda sanitaria come esempio di abnegazione al lavoro dei propri dipendenti, è stato enfatizzato dalla stampa, sempre bisognosa di eroi o mostri a seconda di quello che passa in cronaca. C’è chi ha parlato di eroismo, chi di “angelo in corsia”, chi di esempio per tutti i medici.

Le esagerazioni mediatiche però lasciano un fondo di verità che è indiscutibile: un medico che si reca a casa di un paziente, oltre il suo orario di lavoro, per correggere una prima diagnosi sbagliata, è una notizia. E lo è, oggettivamente, perché il sistema sanitario ha fino a tal punto trasformato il Medico di base in un burocrate, da rendere eroici, comportamenti che fino a poco tempo fa sarebbero stati più che normali.

La vicenda si presta a diverse considerazioni che meritano di essere approfondite.

Anzitutto, questo episodio ci conferma che nell’arte medica esiste un primato dei doveri dato dal giuramento di Ippocrate, sui diritti, come possono essere il timbrare il cartellino o l’iper-specialismo che spesso paralizza molti professionisti dal prendere iniziative in scienza e coscienza.

In secondo luogo, il primato della libertà prescrittiva sui protocolli: in fondo, dopo la prima visita, prescrivendo esami di approfondimento, quel medico era a posto con i protocolli medici che lo avrebbero messo al riparo da qualunque contestazione, ma la sua coscienza gli ricordava che qualcosa non tornava. Così ha utilizzato la libertà prescrittiva data ad ogni medico per fare qualcosa di fuori dall’ordinario.

Infine, il primato dell’uomo sui numeri. Oggi il paziente è un codice a barre, spesso un numero progressivo in lista d’attesa prima della visita. La burocratizzazione della medicina porta come rischio proprio la mancanza di uno sguardo di umanità sul paziente.

Ora, riavvolgiamo il nastro e pensiamo a che cosa è accaduto con la pandemia da Covid 19, il periodo più infausto per la medicina di base e che ci ha consegnato il medico burocrate di oggi. Ebbene, al di là di generalizzazioni qualunquiste è evidente che abbiamo avuto tutto il contrario di quanto è accaduto a Fermo, solo che, salvo poche eccezioni, non abbiamo avuto la stampa schierata a denunciarlo per correggerlo.  

Alla gran parte dei medici di medicina generale è stato proibito di recarsi a casa a visitare i propri pazienti, ma a inibirli dal presentarsi, sono state proprio le stesse aziende sanitarie locali che oggi enfatizzano l’eroismo del medico fermano come qualcosa di fuori dal comune. Eppure, si diceva che i medici non avrebbero dovuto andare a visitare i pazienti malati per evitare di contagiarsi a loro volta! Un’aberrazione, che ha scisso completamente la parola cura, dalla parola medicina.

Il dovere di visitare ogni paziente è stato sacrificato sull’altare dello specialismo con l’utilizzo delle Usca, struttura utopistica, pletorica e malfunzionante di collegamento tra la medicina di base e l’ospedale e sull’altare dell’ospedalizzazione della malattia da Sars Cov 2. Tutto, durante la pandemia è stato finalizzato ad ospedalizzare il paziente, anche il lasciarlo per giorni e giorni abbandonato a casa per arrivare in ospedale troppo tardi e mal curato.

E che i protocolli siano stati più importanti della libertà prescrittiva dei medici lo dimostra lo sciagurato protocollo di Tachirina e vigile attesa. Quanti medici sono stati sanzionati dal proprio ordine perché si sono ribellati e hanno iniziato a curare i pazienti a casa andando a trovarli e somministrando loro qualcosa che andasse oltre le sbagliate prescrizioni ministeriali impartite da Speranza & co? Per un medico lodato oggi perché si è recato a casa a visitare e curare, fino a ieri ce n’erano altri mille sanzionati, e persino denunciati, perché hanno offerto la loro arte medica al servizio dell’emergenza.

E che dire del paziente come numero e non come uomo? Quanti ammalati hanno chiesto disperatamente di essere visitati a casa, ma non sono stati raggiunti dai loro dottori perché le aziende sanitarie avevano predisposto canali di comunicazione all’insegna del centralismo nel nome di un’efficienza che si è poi rivelata falsa? E che dire della guerra che è stata fatta al concetto di cure precoci domiciliari, portate avanti da medici che hanno rischiato la loro professione e sono stati trattati da stregoni da quegli stessi giornali che oggi plaudono all’eroismo di Evangelista? (Leggi QUI il dossier della Bussola Covid at home)

Oggi rileviamo come straordinarietà ciò che prima era normalità, ma a rendere una visita a domicilio qualcosa di straordinario sono state la retorica pandemista e il collasso del servizio sanitario nazionale, che non è stato messo in condizioni di intervenire tempestivamente, creando tra l’altro la spiacevole discriminazione tra i medici di serie A, cioè quelli ospedalieri, santificati e celebrati e medici di serie B, ossia quelli di Base, tenuti in panchina, ai margini della pandemia, costretti a seguire burocraticamente il paziente.

Tutto questo ha portato alla deresponsabilizzazione dell’arte medica, promossa al rango di scienza, dalla quale è stata tolta la dimensione della cura a vantaggio di quella del benessere in una spirale di medicina asservita alle politiche statali. Ecco perché trovare un medico che cura, che è responsabile degli uomini che gli sono affidati, che non si ferma ai propri eventuali errori, ma cerca di correggerli è un toccasana per la sanità malata del nostro paese, quella ovviamente che la politica promette da tempo di riformare, salvo produrre soltanto ritardi, inefficienze e rivendicazioni.

Ma è bene ricordarsi che tutto questo ha avuto anche una pesante ricaduta. Perché oggi si loda un medico che ha fatto il suo lavoro, ieri quegli stessi che infrangevano le regole per curare sono stati perseguitati con procedimenti all'Ordine e in alcuni casi persino sottoposti a processo.  



IL CASO DALLARI

Vogliono processare le cure domiciliari

19_12_2022 Andrea Zambrano

La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini sul caso di Alberto Dallari, ora le strade sono due: o il giudizio o l'archiviazione. L'avvocato del medico di Ippocrateorg indagato per aver curato un paziente di Covid: "È caduta anche l'accusa di omicidio colposo, resta l'omissione di soccorso". Una beffa, dato che Dallari intervenne per curare proprio perché il paziente non era assistito dal curante. Se ci sarà un rinvio a giudizio si profilerebbe un processo politico: cure precoci contro vigile attesa. 
- SCHIAFFO DI BASSETTI AI DANNEGGIATI 

L'INTERVENTO

Noi, pionieri delle cure domiciliari e i nostri studi sorprendenti

«I risultati dei nostri studi, provenienti da realtà differenti, col 5% di ricoveri hanno dato grande forza al gruppo nel perseguire una politica sanitaria derivante da dati raccolti nella pratica clinica e non da teorie elaborate a tavolino e mai modificate». La testimonianza di uno dei primi medici che ha curato a casa e ha prodotto risultati poi utilizzati nella causa col Ministero al Tar. 

LO STUDIO

Cure a casa ok, fu omissione di soccorso di Stato

27_08_2022 Andrea Zambrano

Lancet approva gli studi sulle terapie domiciliari precoci a base di antinfiammatori, tra i quali svetta l'indometacina: «Riducono il 90% delle ospedalizzazioni». Corriere e media esultano solo ora, per la Bussola è una notizia "vecchia" di due anni. Anni segnati da cure negate nel nome della vigile attesa di Speranza & Co e nell'imposizione dogmatica del vaccino. Ora chi pagherà per le migliaia di morti curati tardi, per gli ospedali collassati e per i medici sospesi o indagati? 

INTERVISTA AL PADRE DELLA PLASMATERAPIA

“Allarmi ingiustificati sul Covid, ora abbiamo le cure”

09_10_2020 Andrea Zambrano

Governo e media diffondono l'informazione che la situazione stia tornando ai livelli di aprile per spaventare. Ma a smentirli è il lavoro quotidiano di chi il Covid lo cura in corsia. Come l'ospedale San Matteo di Pavia, leader nella cura al plasma che in questi mesi ha continuato a studiare il virus: «Qualche caso c'è, ma niente di paragonabile ad aprile. Rispetto a quest'inverno abbiamo due vantaggi: l'esperienza medica e le cure». Plasma, Remdesivir, Eparina e adesso anche il Desametasone: «Ecco quando usarli con efficacia. La ripresa di questi mesi è fisiologica, ma non finiremo come con la Spagnola».
- L'ICONA DI SANTO STEFANO CON IL VACCINO, di Miguel Cuartero

IL CASO

Cure e vigile attesa: ammissioni choc di Palù

17_05_2023 Andrea Zambrano

In veste di virologo Giorgio Palù ammette gli errori nella gestione del Covid: lo sciagurato protocollo Tachipirina & vigile attesa e la guerra a idrossiclorochina e antinfiammatori per curare. Avremmo salvato molte vite umane. Ma da presidente Aifa non si è opposto alla guerra di Speranza alle cure domiciliari. Così abbiamo avuto morti e medici alla gogna. 

COVID

TAR contro il governo, riabilitate le cure domiciliari

17_01_2022 Paolo Gulisano

L'annullamento da parte del TAR della circolare ministeriale che imponeva ai medici di base "tachipirina e vigile attesa" è di grande importanza perché si riconosce finalmente ai medici di poter utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. Ma c'è anche l'indignazione di tante famiglie che hanno perso i loro cari per quello che è corretto definire abbandono terapeutico. 
- STORIA DI UNO STUPRO FARMACOLOGICO, di Silvana De Mari

LO STUDIO FAZIO-BELLAVITE

Zero ricoveri nella trincea delle cure domiciliari precoci

13_12_2021 Andrea Zambrano

L'andamento dei contagi dimostra che il vaccino non basta e le cure sono indispensabili. Dall'esperienza sul campo dei medici per le terapie domiciliari anti-Covid nasce uno studio che smentisce la vulgata Tachipirina & vigile attesa. «Indometacina, Cardioaspirina ed esperidina nei pazienti trattati: zero ricoveri se assunte nei primi 3 giorni». Parla alla Bussola il professor Fazio, uno degli autori che, con il professor Bellavite, ha messo a punto uno schema terapeutico incoraggiante a disposizione della comunità scientifica.

IL PUNTO SUL COVID

Cure e medici: si doveva dare libertà, non criminalizzare

16_10_2021 Paolo Bellavite

Piuttosto che interferire con le attività cliniche, il sistema sanitario avrebbe dovuto lasciare piena libertà ai medici di consigliare sani stili di vita e prescrivere in scienza e coscienza i farmaci. Invece sono stati ostacolati e ora vengono anche indagati come nel caso del medico accusato di omicidio colposo per aver curato. Eppure, intere schiere di malati sono state abbandonate senza assistenza e si sono rivolte a liste di medici resisi disponibili per via telematica, cosa del tutto lecita in caso di emergenza. Gli errori accertati della vigile attesa con paracetamolo. E il progresso sulla cura del paziente covid.  

INTERVISTA

«Negare le cure? È la fine del diritto alla salute»

19_09_2021 Luisella Scrosati

«Sono stato per alcuni anni in Africa come medico volontario: mai si chiedeva se un malato apparteneva ad un’etnia piuttosto che ad un’altra, se era un guerrigliero o un civile innocente: si curava e basta». Intervista al dottor Stefano Manera, rianimatore. I medici che ragionano così «sono arrivati a un punto di saturazione che richiede in molti casi di fermarsi». 

IL PIANO DEL MINISTERO

Cure domiciliari per tutti, tranne che per i malati covid

17_08_2021 Andrea Zambrano

Speranza scopre i vantaggi delle cure a casa e stanzia 4 miliardi per un sistema sanitario pubblico/privato per assistere i malati da casa e ridurre le ospedalizzazioni. Eppure nella lotta al covid il protocollo terapeutico è ancora Tachipirina & vigile attesa mentre il comitato cure domiciliari viene ignorato dal ministro ma riceve migliaia di richieste anche di contagiati vaccinati. Il problema sta solo nella volontà politica di curare. 

IL MINISTERO SI OPPONE

Ora è chiaro: il nemico delle cure a casa è Speranza

23_04_2021 Andrea Zambrano

Nonostante il Senato abbia impegnato il Governo a rivedere i protocolli di cura domiciliare, il Ministero ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che lascia libertà di cura ai medici di non utilizzare il protocollo della vigile attesa. È ormai chiaro che Speranza avversa le terapie domiciliari. Infatti nel suo libro "fantasma" non c'è alcuna traccia di Covid at home, ma c'è molto dell'utopismo e del paternalismo della Sinistra green. 

LO STUDIO CONTROVERSO

«Cure date tardi»: così uno tsunami abbatte il plasma

15_04_2021 Andrea Zambrano

L'insuccesso di TSUNAMI, lo studio dell'Istituto Superiore di Sanità, è il risultato della solita somministrazione tardiva di plasma iperimmune su pazienti Covid già con polmonite e in ospedale. La denuncia arriva dagli stessi trasfusionisti che hanno lavorato su un protocollo nato "zoppo". «In Europa, Usa e Argentina il successo è in fase precoce a domicilio, lo studio italiano ha una colpa perché rischia di danneggiare il futuro delle terapie al plasma». Parlano alla Bussola Perotti (Pavia), Franchini (Mantova) e Focosi (Pisa). 
- MASCHERINE E BAMBINI: C'È UN GIUDICE IN GERMANIA di Luisella Scrosati 

I DATI DEL MARIO NEGRI

«Le attese nelle cure si sono rivelate dannose»

02_04_2021 Andrea Zambrano

Lo studio del Mario Negri è la prima pubblicazione controllata sul trattamento precoce domiciliare del Covid: «Pochi, semplici trattamenti antinfiammatori e solo il 2,2% ricoverato». L'infettivologo Fredy Suter, coordinatore della ricerca guidata dal professor Remuzzi, alla Bussola. «La vigile attesa con Tachipirina non è stata vincente: si è rivelata dannosa». La soluzione era a portata di mano? «Serviva il coraggio di uscire dagli schemi».
- LA LEGA PUNTA SUL COVID AT HOME di Paolo Gulisano

I VENERDì DELLA BUSSOLA

A casa senza cure. Un anno di Covid

05_03_2021

MANCA UN PROTOCOLLO

Cure a casa nel caos, gli errori di Conte e le liti tra medici

14_11_2020 Andrea Zambrano

Conte ammette errori nella gestione dei pazienti covid: «Ospedali pieni anche perché la medicina sul territorio non è stata rafforzata». Già, ma per colpa di chi? Il gruppo ministeriale lavora al protocollo per le terapie domiciliari solo da pochi giorni, ma non ha incluso nessun rappresentante dei medici di base, che ora protestano, contestando le terapie proposte. Il solito pasticcio all'italiana, col governo in difficoltà e incapace di trovare una soluzione che non sia il lockdown e i medici che litigano tra di loro per una compressa in più o in meno di azitromicina. Intanto il ritardo aumenta e gli ospedali continuano a riempirsi di pazienti che potrebbero essere curati con successo a casa. Come sta facendo nella sua abitazione il governatore emiliano-romagnolo Bonaccini.
- IL SESSO DI STATO AUTODISTRUTTIVO di Roberto Marchesini
- AL LUPO! AL LUPO! PLAGIO DI GOVERNO di Tommaso Scandroglio