Bosnia, la riserva europea del Califfato islamico
Kosovo e Bosnia si aggiudicano i primi due posti per reclutamento mondiale di foreign fighters rispetto al numero di abitanti, contando 232 e 330 combattenti all'estero. I giovani sono la categoria più coinvolta e a rischio. A creare terreno fertile per il reclutamento jihadista sono, in particolare, la crisi economica, la disoccupazione, la corruzione.
Libia, la crisi in cui nessuno vuole entrare
La crisi dell'immigrazione non può essere risolta senza una stabilizzazione della Libia. Il paese nordafricano è tuttora diviso fra i governi di Tobruk e Tripoli, in lotta fra loro. Non accettano compromessi per formare l'unità nazionale e della loro lotta si avvantaggia il terzo partito: l'Isis. Ma né l'Italia, né l'Onu, né l'Ue intendono intervenire.
Mosul, la vita sotto la bandiera nera
Dopo un anno di occupazione, l'Isis ha completamente trasformato la vita delle persone a Mosul e nei territori iracheni che controlla. Segregazione totale delle donne, indottrinamento, espulsione dei cristiani, distruzione delle moschee non conformi alla loro visione dell'islam, sono solo gli aspetti più evidenti del nuovo regime.
Turchia, i curdi fermano Erdogan. Ecco perché
L'Akp, il partito islamico turco di Recep Tayyip Erdogan, ha perso la maggioranza assoluta per la prima volta dal 2002. L'ha persa perché un partito curdo, l'Hdp è entrato in parlamento. Perché questa improvvisa battuta di arresto? Le ragioni sono molteplici e ora Erdogan deve decidere chi governerà.
Sciopero piloti: senza stipendi niente bombe sull’Isis
Nell’ambigua e inconcludente guerra allo Stato Islamico continuano a emergere aspetti paradossali e quasi comici. Come definire diversamente lo sciopero attuato dai piloti e dai tecnici delle forze aeree irachene che si addestrano in Giordania a impiegare in combattimento i cacciabombardieri F-16? Ma c'è dell'altro.
Sarajevo, una festa di colori per il Papa "italiano"
Cronaca del Viaggio Apostolico di Papa Francesco a Sarajevo, una città che lo accoglie a braccia aperte, mostrando le ferite della sua guerra recente. E' una festa di colori, dai costumi tradizionali alle bandiere bianco-gialle vaticane che sventolano ovunque. La messa allo stadio e l'incontro coi giovani, fra fiumi di gente di tutte le etnie.
Venezuela, la Chiesa in lotta per i diritti umani
L'incontro fra Papa Francesco il presidente venezuelano Nicolas Maduro parrebbe suggerire buoni rapporti fra Santa Sede e Venezuela. Dietro le apparenze, però, la Chiesa venezuelana denuncia le gravi violazioni di diritti umani nel paese, illustrati al Papa da monsignor Luckert Leon.
Il cardinal Puljic: "Papa in Bosnia, gioia per tutti"
Il Viaggio Apostolico del Papa in Bosnia "è motivo di grande gioia per tutti, anche per musulmani, ortodossi ed ebrei". Lo ribadisce a La NBQ il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo.
- NELL'ATTESA, LA VEGLIA PER I CRISTIANI PERSEGUITATI, di V. Cominetti
Legalizzare la prostituzione? Il disastro della Germania
La Germania è diventata la mecca europea della prostituzione da quando quest’ultima è stata legalizzata, nel 2002. Non solo legalizzata, ma anche facilitata, giacché le pratiche burocratiche per avviare un bordello sono in pratica zero. I politici tedeschi credevano così di rimpinguare le casse statali. Invece…
Il Venezuela di Maduro, tra fame e violenza
Il Venezuela attraversa la sua nuova crisi politica, con la protesta di piazza contro la detenzione dei prigionieri politici. Monsignor Freddy Fuenmayor, vescovo di Los Teques, ci spiega cosa sia diventato il paese dopo quasi vent'anni di regimi populisti. Fame, violenza e crollo dei valori sono all'ordine del giorno.
La Bosnia alla vigilia della visita di Francesco
Un vetro frantumato e rincollato, le cui crepe non solo sono ancora visibili, ma permettono l'insinuarsi di spifferi odiosi. È questa la Bosnia che attende Papa Francesco. Sono "spifferi" forti, come quello del fondamentalismo islamico e degli odi lasciati dal lungo conflitto civile. Ma i segni della pace auspicata dal Papa iniziano a farsi vedere.
I Fratelli Musulmani istigano al terrorismo
Colpire gli interessi egiziani e il regime di Al Sisi, fino al suo rovesciamento. Così si esprime il nuovo appello dei Fratelli Musulmani, dopo la condanna a morte dell'ex presidente Morsi e di tutti i leader del movimento. Il documento giustifica la lotta armata e istiga a colpire obiettivi egiziani in patria e all'estero.