L'Osservatore Pagano e gli ecologisti da sacrestia
Il giornale ufficiale del Vaticano lancia per la Quaresima il digiuno dai combustibili fossili, ormai considerati come "sterco del diavolo", richiamando i cattolici alla "conversione ecologica". In realtà si tratta della sfacciata sponsorizzazione di fondi di investimento specializzati in fonti rinnovabili.
Suore in Irlanda, specie in via di estinzione
Un'inchiesta dell'Irish Catholic rivela che il numero di religiose in Irlanda è calato del 50% in appena 20 anni, e la tendenza è a un ulteriore crollo. Un fenomeno che mette in crisi il sistema di servizi sanitari ed educativi che hanno garantito per il popolo fin dall'indipendenza.
Ohio, un disastro ambientale che non interessa ai verdi
East Palestine, Ohio, sta diventando per la popolazione locale e per i media "la nostra Chernobyl". Un treno merci è deragliato il 3 febbraio rilasciando nell'aria sostanze tossiche. La popolazione riceve istruzioni contraddittorie da parte delle autorità. E l'amministrazione Biden latita. Perché tanta assenza di fronte a un disastro vero?
Guerra in Ucraina, comunque vada l'Europa è sconfitta
In attesa di sviluppi militari o diplomatici che definiscano l'esito del conflitto tra russi e ucraini, è già oggi evidente chi siano gli sconfitti e i vincitori nella guerra iniziata nel 2014 e allargatasi un anno fa. In ogni caso, se anche la guerra finisse oggi, si tornerebbe ai tempi bui di una guerra fredda. Ad uscirne impoverita e sconfitta è l'Europa.
Un anno di guerra: urge ripensare la pace, senza schematismi
La guerra è una cosa molto complessa, chi la semplifica non fa gli interessi della pace. Vale anche per la guerra in Ucraina a un anno esatto dal suo inizio: l’aggressione c’è stata, ma la situazione sembra tendente al peggio. Prevale l’idea sbagliata che l’unico modo di aiutare l’Ucraina sia fornirle armi sempre più potenti, ossia scendere in campo nel conflitto e quindi allargarlo. Urge una nuova opinione pubblica europea per la pace.
- L'EUROPA È GIÀ SCONFITTA di Gianandrea Gaiani
Le monache di Pienza non ci stanno a passare per disobbedienti
Ancora un "giallo" che riguarda una comunità benedettina femminile, destinataria prima di una visita apostolica e poi costretta per decreto a cambiare i suoi vertici. Le religiose però replicano al comunicato diocesano e impugnano sul piano canonico le misure vaticane. Obbedienza sì, ma non cieca.
Divorzio lampo, cortocircuito di Cartabia e centrodestra
Dal 28 febbraio in vigore le norme che consentiranno di velocizzare separazione e divorzio, richiedendoli con un unico atto davanti al giudice. Norme incluse nella riforma, sotto Draghi, della cattolica Cartabia e di cui il Governo Meloni ha anticipato l’entrata in vigore. Scelte inspiegabili, che sviliscono ulteriormente il matrimonio.
Medio Oriente, tutti contro i nuovi insediamenti israeliani
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu boccia il piano di costruzione di diecimila nuove unità abitative in Cisgiordania voluto dal governo Netanyahu. Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Usa si sono opposti al progetto israeliano. Gli Usa mediano con l'Autorità Palestinese per moderarne la posizione. Scambi di critiche fra Usa e Israele.
Ecco perché si deve insistere sullo scandalo Rupnik
Non è il peccato del prete-artista che ci sconvolge, per quanto grave sia. Ci indigna invece il sistema e la trama di coperture che non solo ha permesso 30 anni di abusi, ma che continua nell'opera di protezione e copertura.
Anche gli anglicani hanno le loro grane Lgbt: via il primate
I 12 primati della Global South Fellowship of Anglican Churches hanno clamorosamente bocciato l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, colpevole di aver assecondato il sinodo generale della chiesa d'Inghilterra nel senso di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso.
Chi, perché e come ha voluto mettere a morte Gesù
Con oggi, Mercoledì delle Ceneri, inizia il cammino quaresimale. Quest'anno lo vogliamo seguire attraverso i commenti di padre Cornelio a Lapide (1567-1637) alla Passione secondo il Vangelo di San Matteo. Iniziamo dalla decisione dei sacerdoti di mettere a morte Gesù.
Rupnik, i Gesuiti ammettono altri 15 casi. Ma la protezione continua
Sconcertanti ammissioni dei gesuiti sul caso Rupnik. Il padre Verschueren, delegato per la Compagnia di Gesù, ammette che sono arrivate altre 15 segnalazioni di abusi commessi dal gesuita "artistar", ma si rifiuta di ridurlo allo stato laicale perché comporterebbe rimuovere ogni controllo su di lui. Come se in questi 30 anni lo sloveno non avesse compiuto i crimini di cui è accusato proprio abusando della sua autorità sacerdotale.
- ECCO PERCHÈ INSISTERE SULLO SCANDALO RUPNIK, di Riccardo Cascioli