La lezione di Davos: è la narrazione che guida il cambiamento
Al Forum di gennaio meno leader politici e massiccia presenza di media globali: l'obiettivo di limitare la libertà e la privacy esige una narrazione degli avvenimenti capace di convincere le persone della necessità e dell'urgenza dell'iniziativa per creare un futuro migliore. Primo passo per resistere: non confondere la globalizzazione economica (buona) con il globalismo ideologico (cattivo).
- DA DAVOS A NEW YORK: IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO, di John Rao
Davos ordina, New York esegue: il buono, il brutto e il cattivo
Vaccinazione obbligatoria - influenza, Covid e malattie sessualmente trasmissibili - per tutti, ma si punta soprattutto sui minorenni aggirando il consenso dei genitori. E nello stesso tempo il lockdown ha dato il colpo di grazia alle piccole attività imprenditoriali e commerciali che tenevano unite le diverse comunità. Così i piani delle élite di Davos diventano legge a New York.
La svolta del governo Meloni, motivi di speranza
Difficile attendersi una rivoluzione da un governo che si è insediato solo il 22 ottobre scorso e ha avuto appena due mesi per preparare la manovra finanziaria. Ci sono motivi per sperare in un cambio di rotta su tasse, energia, ambiente, natalità. Anche se la crisi che viviamo è generazionale e non basta un governo a invertire la rotta.
Il socialismo verde, il fine dell’ideologia green
I gruppi ecologisti chiedono un nuovo modello socioeconomico per “salvare il pianeta”. Volenti o nolenti, sono la cassa di risonanza delle élite, da Davos alla Commissione UE (Green Deal), all’Onu (Agenda 2030). Il catastrofismo è funzionale a un nuovo socialismo, che ha i tratti di una “religione civile” contraria alla vita e alla libertà, a danno di famiglie e ceti medi. L’ecologia è altro.
L’assalto a Trump segna la fine del modello americano
L’irruzione in casa dell’ex Presidente in realtà è il segno e il culmine del dominio di un’oligarchia (politica, finanziaria, mediatica, ecc.) che ha sovvertito l’ordine naturale e legale. Il rimedio, però, non consiste nel ritorno al cosiddetto modello americano, ai «princìpi dei Padri Fondatori», perché questi sono stati concepiti fin dall'inizio per consentire il dominio sociale e politico di una oligarchia.
Gli algoritmi domineranno il mondo?
L’autorità sta passando dagli uomini agli algoritmi. A dirlo è lo storico Yuval Noah Harari, che in suo saggio (Homo Deus. Breve storia del futuro) traccia la cornice ideologica entro cui si collocano le strategie di ingegneria sociale funzionali al Grande Reset elaborato dal World Economic Forum di Davos. Un progetto transumano, che fa il gioco dei tecnocrati della Silicon Valley.
E Barilla annuncia la sua adesione al club Lgbt dell'Onu
Nel 2013 Guido Barilla, presidente dell’azienda omonima disse che l'immagine del suo brand mal si conciliava con gli Lgbt. E da allora non ha più finito di chiedere scusa, aderendo fino in fondo a una campagna di rieducazione aziendale. A Davos, ieri, ha annunciato l'adesione agli Standards of Conduct for Business dell'Onu.
Il discorso di Soros contro la società aperta
Il finanziere George Soros è oggetto di numerose teorie cospirative. Una volta che ha preso il microfono a Davos, ha iniziato a pronunciare un discorso apocalittico contro Bitcoin, i social network e Trump. Discorsi che suonano complottisti e rivelano una paura profonda per la società aperta, la stessa che Soros dovrebbe promuovere.
E BARILLA ENTRA NEL CLUB LGBT DELL'ONU di T. Scandroglio