Santi Houghton, Lawrence, Webster, Reynolds
I santi ricordati oggi furono i primi a subire il martirio per aver rifiutato di prestare giuramento all’Atto di Supremazia del 1534, che dichiarò re Enrico VIII capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. Si tratta dei protomartiri certosini Giovanni Houghton, Roberto Lawrence e Agostino Webster e del monaco brigidino Riccardo Reynolds, tutti martirizzati il 4 maggio 1535.
Santi Filippo e Giacomo il Minore
I due apostoli Filippo e Giacomo il Minore sono ricordati con un’unica festa liturgica perché le loro reliquie, traslate rispettivamente da Ierapoli e Gerusalemme, furono deposte insieme nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma. Il loro culto congiunto è stato stabilito con la riforma del calendario del 1969.
Sant'Atanasio
In tutti i sensi, l’uomo della Provvidenza. Le cinque volte in cui fu costretto all’esilio per l’indomita difesa della vera fede, minacciata dagli ariani, danno una prima idea del perché sant’Atanasio (c. 295-373) sia stato detto “il Grande”.
San Giuseppe Lavoratore
L’1 maggio 1955, Pio XII istituì la festa di “San Giuseppe artigiano” (oggi memoria di San Giuseppe lavoratore) per aiutare i lavoratori a non perdere di vista il senso cristiano del lavoro, così pienamente incarnato nell’umile falegname di Nazareth e glorioso padre putativo di Gesù.
San Pio V
Si rimane colpiti al leggere l’elenco delle cose fatte nei sei anni di pontificato di san Pio V (1504-1572), uno dei maggiori personaggi della Riforma cattolica, che difese la retta fede dalle eresie e legò il suo nome alla battaglia di Lepanto.
Santa Caterina da Siena
Le stimmate, le estasi, i colloqui con Dio, le bilocazioni furono alcune delle innumerevoli grazie ricevute da santa Caterina da Siena (1347-1380), alle quali corrispose consumandosi di passione per la Chiesa e per Cristo crocifisso, da lei a volte invocato così: “O pazzo d’amore!”.
san Luigi Maria Grignion di Montfort
San Pio X non solo raccomandò di leggere il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, uno dei capolavori di san Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716), ma accordò per iscritto la Benedizione Apostolica “a tutti quelli che leggeranno questo Trattato”.
Santa Zita
La lucchese santa Zita (1218-1278) o Cita, com’è chiamata soprattutto a Palermo, godeva di un ampio culto molto prima di essere canonizzata, tanto che già il contemporaneo Dante Alighieri, per riferirsi a un magistrato di Lucca, lo definì “un de li anzian di Santa Zita!”, con una bella figura retorica volta a identificare tutta la città toscana con la sua figlia più illustre.
san Pascasio Radberto
È considerato il maggiore teologo del IX secolo per il suo trattato sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, nonché per alcune opere su Maria, di cui intuì l’Immacolata Concezione scrivendo che “è stata esente da ogni peccato originale”.
San Marco
Se san Matteo è l’evangelista che più si rivolge ai Giudei, come si evince dalle molte citazioni dell’Antico Testamento rivelanti che Gesù è il Messia, san Marco scrisse il secondo Vangelo su diretta esortazione dei primi cristiani di Roma, attratti dagli insegnamenti di san Pietro.
san Fedele da Sigmaringen
“Se mi uccidono, accetterò con gioia la morte per amore di Nostro Signore. La riterrò una grande grazia”, aveva detto ai confratelli san Fedele da Sigmaringen (1577-1622), martirizzato dai calvinisti dopo aver convertito molti di loro alla vera fede.
San Giorgio
Molto prima che si diffondesse l’immagine leggendaria della lotta con il drago, simboleggiante la fede intrepida che trionfa sul male, san Giorgio (c. 275-303) era già oggetto di un culto esteso e antichissimo, attestato fin dal IV secolo, epoca a cui risale il suo martirio, avvenuto verosimilmente durante la Grande persecuzione di Diocleziano.