Monaco, la versione "rassicurante" del lupo solitario
La strage a Monaco è l’episodio più caotico della storia recente del terrorismo. La polizia ha paralizzato una città intera per poi scoprire che l'attentatore era uno solo e si era già suicidato. Prevale la tesi del folle solitario.
NON CENSURIAMO LA NATURA DELLA MINACCIA di Robi Ronza
Non censuriamo la natura della minaccia
Chiudere il caso Monaco spiegandolo col fatto che l’assassino era uno squilibrato, come sembra stia accadendo, è un grosso equivoco. Più che di incapacità di capire la situazione si tratta di una voluta censura. Se infatti si dicessero le cose come stanno, la soluzione risulterebbe sgradita ai più: l'Occidente dovrebbe riscoprirsi cristiano.
Donald Trump cerca il voto delle vittime della crisi
Considerato troppo a lungo, e senza alcun rispetto per i suoi elettori, come un "matto", Donald Trump ha sfidato il mondo dell'informazione e degli intellettuali progressisti. Grande imprenditore e divo televisivo, il suo ingresso in politica punta ad attrarre il voto delle vittime della crisi economica.
REPUBBLICANI GRANITICI SU VITA E FAMIGLIA di Marco Respinti
Repubblicani granitici su vita e famiglia
Lunedì 18 luglio, a Cleveland, il Grand Old Party (GOP, l’altro nome del Partito Repubblicano) ha presentato una delle piattaforme più nette della propria storia: no all’aborto, no alla deriva LGBT, difesa della libertà religiosa, la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna come attore principale dell’educazione dei figli.
La piccola guerra mondiale nel caos della Libia
La morte di 3 militari francesi nelle fila dell'esercito di Haftar, che combatte contro il governo di Tripoli riconosciuto dall'Onu, porta alla luce del sole ciò che si sapeva da mesi: la presenza in Libia di militari di Paesi, occidentali e non, che perseguono i diversi interessi nazionali. Ragione in più perché anche l'Italia esca dall'immobilismo.
Jihadista alcolizzato e drogato: Maometto lo permette
«Si può essere jihadista e alcolizzato; jihadista e fumare l'erba; jihadista e cliente assiduo di bordelli». Parola di Mohamed Louizi – ex Fratello musulmano residente in Francia. E parole che spiegano perché lo stragista di Nizza, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, non rientra per nulla nei canoni del perfetto jihadista.
Repressione in Turchia Ue, Onu e Nato lasciano fare
La repressione di Erdogan in Turchia diventa sempre più brutale, con 50mila fra arresti, sospensioni e licenziamento per sospetta partecipazione al fallito colpo di Stato. Può essere reintrodotta la pena di morte, l'islamizzazione accelera e i cristiani sono nel mirino. Di fronte a questa tragedia, Nato, Ue e Onu restano in silenzio e lasciano fare.
Venezuela, i vescovi si schierano contro Maduro
È arrivato l’appello dei vescovi venezuelani: referendum anti-Maduro quest’anno, apertura del canale umanitario per l’ingresso di medicine e liberazione dei prigionieri politici. Intervista a mons. Porras, ex presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, uno sguardo sull'incubo del populismo.
Trump ha un sogno, la moglie Melania solo una... copia
È il momento di Donald J. Trump. L’elettorato repubblicano vede in lui il presidente del riscatto che, dopo l'era Obama, farà rinascere il nuovo sogno americano. Ma scoppia la polemica sulla moglie, Melania. I passi del suo discorso parevano ripresi pari pari da quello di Michelle Obama a Denver nel 2008.
Così l’Europa ha già perso la guerra agli islamisti
Dopo il massacro di Nizza, un altro “lupo solitario”, un ragazzino afghano di soli 17 anni, ha seminato il terrore in nome di Allah su un treno tedesco prima di essere ucciso dagli agenti. Prima ancora, gli attacchi sanguinosi di Parigi, Bruxelles, Dacca: l’Europa e il mondo si scoprono sempre più indifesi di fronte al terrore islamista. E anziché reagire, si autoaccusano di crimini contro l'umanità e si offrono docili alla nuova sottomissione.
Pena di morte e arresti di massa: Erdogan sfida tutti
Continuano in Turchia le “purghe” di Erdogan: finora sono state arrestate 7 mila militari, sospesi 8mila agenti, mentre sono stati spiccati circa 3mila mandati d'arresto per giudici e procuratori. Il presidente ha ingaggiato un pericoloso braccio di ferro con Usa e Nato e annunca di voler introdurre la pena di morte.
Golpe, auto-golpe e contro-golpe, la Turchia si interroga
Chi è la mente del golpe in Turchia? Il presidente Erdogan e il governo turco puntano decisamente il dito sul rivale islamico Fethullah Gulen. Ma quest'ultimo, dal suo esilio negli Usa, rilancia l'accusa: è lo stesso Erdogan ad aver organizzato questa messa in scena per avere un potere assoluto. Mentre la gigantesca purga dei cospiratori continua.