Cina, la popolazione diminuisce. Ma non è una bella notizia
Per la prima volta in 60 anni la Cina vede la popolazione in decrescita di 850mila persone. Effetto a lungo termine delle rigide politiche di controllo delle nascite, ma la crisi demografica può aprire al disastro sociale ed economico a cui il regime cinese ora ha difficoltà a rispondere. La crisi cinese però è lo specchio della crisi dei paesi occidentali, che stanno seguendo gli stessi princìpi che portano alla rovina.
- RALLENTA LA CRESCITA, IL DRAGONE ANNASPA di Stefano Magni
Il socialismo verde, il fine dell’ideologia green
I gruppi ecologisti chiedono un nuovo modello socioeconomico per “salvare il pianeta”. Volenti o nolenti, sono la cassa di risonanza delle élite, da Davos alla Commissione UE (Green Deal), all’Onu (Agenda 2030). Il catastrofismo è funzionale a un nuovo socialismo, che ha i tratti di una “religione civile” contraria alla vita e alla libertà, a danno di famiglie e ceti medi. L’ecologia è altro.
8 miliardi di persone. E ci sarebbe ancora molto spazio
Il traguardo degli otto miliardi di abitanti della terra è stato l'occasione per instillare la solita paura della sovrappopolazione. Ma il mondo non è sovrappopolato, semplicemente i neo-malthusiani stanno imponendo regole immotivate e pretestuose (su agricoltura, energia, alimentazione) per impedire lo sviluppo e diminuire la popolazione. Sono costoro che dobbiamo temere.
La Cina ammette il fallimento dello sviluppo sostenibile
La Cina ha sbagliato sulla sua politica del figlio unico e ieri ha annunciato una clamorosa marcia indietro. Il PCC ha deciso di tollerare e addirittura aiutare le coppie che decidono di mettere al mondo fino a tre figli. Si tratta dell'ammissione di un errore che non è solo cinese: tutta la politica dello sviluppo sostenibile si basa sull'assunto che fare meno figli promuova lo sviluppo.
Sviluppo sostenibile nella Costituzione, peggio per noi
In Senato sta avanzando il disegno di legge costituzionale che introduce nella Carta la tutela dell'ambiente e degli animali. È una brutta notizia perché non si tratta di stabilire una generica attenzione all'ambiente, ma è l'adesione a una ideologia che considera la popolazione come un nemico.
I vescovi che si occupano dell'Artico ma scordano Gesù
La Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea si è esposta a favore di uno sviluppo sostenibile dell’Artico: chiede all'Ue di «rafforzare la protezione e la promozione dei diritti umani nelle comunità indigene», che lì sono quasi inesistenti. Il punto focale pare essere quello ecologico con la richiesta di politiche più vincolanti per le aziende a tutela dell’ambiente. In otto pagine di documento la parola Cristo non appare mai.
- PRIMA VITTIMA DELL'ECOLOGISMO È LA VERITÀ, di Uberto Crescenti
Investimenti obbligati, così avanza il centralismo planetario
Se sviluppo sostenibile e decrescita sono diventati le nuove divinità, la finanza internazionale si è già organizzata per sostenere (con i nostri soldi) solo le aziende che si piegano al nuovo Verbo (ESG, Environmental, Social, Governance), mentre le aziende non-ESG saranno tartassate fiscalmente e non potranno accedere a finanziamenti.
Ecociance ministeriali
Il ministro del Miur Lorenzo Fioramonti vuole un Consiglio scientifico sullo sviluppo sostenibile per fare dell’Italia un’“avanguardia globale”. Tra i suoi consiglieri di fiducia persino Vandana Shiva
Riscaldamento globale, dal Vaticano le nuove Tavole della Legge
Dalla conferenza voluta dalla Pontificia Accademia delle Scienze vengono lanciati "I dieci comandamenti del cambiamento climatico", un inquietante programma politico che prevede alimentazione vegetariana, uso esclusivo di macchine elettriche, eliminazione totale dei combustibili fossili e sanzioni pesanti per governi e istituzioni che non vi si attengono. È la nuova dittatura mondiale in nome dei cambiamenti climatici. E con la benedizione della Santa Sede.
- DIPLOMAZIA CLIMATICA? È IL SUICIDIO DELL'EUROPA, di Anna Bono