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EUROPA

Von der Leyen si salva. Ma esce indebolita dal voto di fiducia su Pfizergate

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Ursula von der Leyen passa il voto di fiducia del Parlamento Europeo. Non passa la mozione che ne chiedeva le dimissioni, soprattutto per il "Pfizer Gate". Ma il voto dimostra che la Commissione ha perso molti sostegni.

Politica 11_07_2025
Ursula von der Leyen

Per Ursula von der Leyen una sfiducia politica, non ancora quella numerica nel voto di ieri. Lunedì 7 luglio il Parlamento europeo aveva svolto il dibattito sulla mozione di sfiducia nei confronti della presidente della Commissione europea, cui avevamo accennato su queste pagine. Il voto si è tenuto invece giovedì 10 luglio, è stato per appello nominale e Ursula von der Leyen e la Commissione europea sono sopravvissute, con 175 eurodeputati che hanno votato a favore della mozione di censura, 360 contrari e 18 astensioni.

I voti a favore sono stati ben al di sotto della maggioranza dei due terzi di tutti i voti espressi, minimo indispensabile affinché la mozione avesse successo. Tuttavia la “regina di cuori” Ursula, nemmeno presente in aula durante il voto, ne esce indubbiamente indebolita. Non solo, esattamente un anno fa, la sua Commissione ottenne 401 voti in un voto di fiducia di inizio mandato, ma seppur nel voto favorevole, le condizioni poste nelle dichiarazioni di voto di Socialisti, Verdi e Liberali e le garanzie precise richieste nel Bilancio pluriennale (2028-2034), che verrà presentato dalla Commissione la prossima settimana, mettono in chiaro che all’interno della sua attuale maggioranza c’è poco di scontato e garantito, oltre i soli voti del PPE. 

L’altra novità del voto di ieri, è la scelta della delegazione italiana di Fratelli d’Italia di non votare, rimanere fuori dall’Aula ed evitare così una palese e formale spaccatura del gruppo parlamentare dei Conservatori che ha invece scelto di votare nella stragrande maggioranza a favore della mozione di censura, 41 eurodeputati a favore, 3 contrari, due astenuti e 24 parlamentari italiani non hanno votato. Tuttavia è lecito chiedersi, sino a quando Fratelli d’Italia manterrà la sua benevolenza verso Von der Leyen, vista anche la battaglia giusta e coraggiosa in difesa delle autonomie e del proprio portafoglio ingaggiata da Fitto proprio sul Bilancio pluriennale?

I ringraziamenti di Ursula von der Leyen per il sostegno del parlamento si sono accompagnati alle ennesime offese e irrispettosi commenti rivolti ai promotori e sostenitori della Mozione di censura.  Una semplice conferma dell’atteggiamento irrispettoso e ben poco istituzionale che nasconde una debolezza ed inadeguatezza sempre più palesi. 

I sottoscrittori della mozione di sfiducia chiedevano le dimissioni della Presidente dell'esecutivo europeo. Gran parte dei casi citati nel testo non riguardano l’attuale Commissione, ma la sola Presidente von der Leyen e i commissari precedenti:  lo "Pfizergate" e l’assurda ignavia della Commissione anche dopo la sentenza ed il persistente rifiuto di Von der Leyen e Commissione di pubblicare i messaggi intercorsi; l'interferenza illegale nelle elezioni nazionali attraverso la censura di parte dei social media, soprattutto se usati dai conservatori (vedi azioni contro Calin Georgescu in Romania e silenzio sugli abusi di Rafal Trzaskowski in Polonia) tramite il Dsa, la sconsiderata opacità e conflitto di interessi nello scandalo sui finanziamenti alle lobbies e Ong ambientaliste e, infine, la «scorretta applicazione» della clausola di emergenza per aggirare il Parlamento e accelerare il programma di riarmo "Safe", sostenuto da un prestito congiunto di 150 miliardi di euro, per il quale il Parlamento europeo ha deciso all'unanimità di citare in giudizio la Commissione il mese scorso. 

Il discorso di Ursula Von der Leyen di lunedì, pur nel riconoscere che esistono ragioni comprensibili e preoccupazioni legittime sulle scelte compiute dalla Commissione, è stato un vero e proprio insulto ai parlamentari che avevano presentato la Mozione e coloro che intendevano sostenerla. Non ha affrontato alcun tema della Mozione e delle osservazioni, confermate non solo da altri organi europei (Ombudsman, Corte di Giustizia e Parlamento) ma ha scelto invece di buttarla in caciara e spinto sul pedale degli insulti generalizzati, descrivendo il “Pfitzergate” una macchinazione dei teorici della cospirazione. Peccato che, come abbiamo descritto, la sua opinione sia in netto contrasto con ciò che è stato denunciato dall’Ombusman europeo e dalla Corte di Giustizia.

Nel dimostrare la sua piena crisi ed insicurezza politica, la Presidente della Commissione aveva già da lunedì descritto la Mozione (ed i suoi sostenitori) come  «…un altro rozzo tentativo di creare una spaccatura tra le nostre istituzioni, tra le forze filo-europee e filo-democratiche di quest'Assemblea… Siamo entrati in un'epoca di lotta tra democrazia e illiberalismo... sostenuta dai burattinai in Russia e altrove... un movimento alimentato dal complotto, dagli antivaccinisti agli apologeti di Putin». La tattica del nemico alle porte sino a quando terrà incollata la maggioranza ed impedirà di intervenire per risolvere l'inadeguatezza politica e gestionale della Von der Leyen? I 41 voti persi dalla nuova maggioranza Ursula e le condizioni poste da Socialisti, Verdi, Sinistre varie e Liberali rappresentano uno scoglio serio ma anche una grande occasione per il Ppe di liberarsi finalmente dalla zavorre ideologiche e dalle consorterie di potere e tracciare nuove prospettive politiche di sviluppo per le istituzioni e l’intero continente, con maggioranze e partiti scelti dai popoli. 

Il progetto di Bilancio pluriennale verrà presentato la prossima settimana, molto probabilmente il 16 luglio, sarà quella l’ennesima occasione per far svoltare l’Europa verso il futuro di prosperità o incatenarsi alle utopie ambientaliste, alla decrescita infelice e all’economia di guerra.