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Associazione luca coscioni

Sibilla Barbieri suicida in Svizzera, la solita strategia radicale
EUTANASIA

Sibilla Barbieri suicida in Svizzera, la solita strategia radicale

L’attrice, malata oncologica terminale e consigliera dell’Associazione Luca Coscioni, si è tolta la vita con il suicidio assistito in Svizzera. Oggi l’autodenuncia di chi l’ha accompagnata: la solita messa in scena per ampliare l’eutanasia.


Suicidio assistito, ok anche dal Friuli. Destra sempre più nichilista
DOPO IL VENETO

Suicidio assistito, ok anche dal Friuli. Destra sempre più nichilista

Anche la regione governata da Fedriga, dopo il Veneto di Zaia, apre al suicidio assistito, con la Asl che dà il via libera alla richiesta di “Anna”, affetta da sclerosi multipla. Pezzi importanti della destra abbracciano l’agenda mortifera della sinistra.


La strategia che i pro-vita devono imparare dai radicali
FLOP DELLE DAT

La strategia che i pro-vita devono imparare dai radicali

I dati presentati dall’Associazione Luca Coscioni certificano il fallimento delle Dat. Ma i radicali, anziché arrendersi, rilanciano: non si accontentano della legge sull’eutanasia che c’è già, ma ne chiedono una ancora più estrema, puntando a scardinare l’art. 580 Cp. Una strategia, da anni, vincente. E da cui i pro-life del “non tocchiamo la 194” dovrebbero imparare.


Il suicidio di “Mario” e l’ordine naturale rovesciato
IL CASO

Il suicidio di “Mario” e l’ordine naturale rovesciato

È morto “Mario”, ossia Federico Carboni, primo caso di suicidio assistito autorizzato in Italia. Una vicenda paradigmatica per vari aspetti, dal rovesciamento dell’ordine naturale stabilito da Dio alla strumentalizzazione della sofferenza per portare avanti processi rivoluzionari e iniqui. Mentre migliaia di famiglie continuano, nel silenzio, a prendersi cura dei loro cari.


Mario e il suicidio assistito, pratica cattiva che farà cultura
PIANO INCLINATO

Mario e il suicidio assistito, pratica cattiva che farà cultura

Diversamente da quanto scritto dai media, il Comitato regionale delle Marche non ha dato il via libera al suicidio assistito di “Mario”, tetraplegico di 43 anni. Ma valutare l’intollerabilità della sofferenza spetta, secondo la Corte costituzionale, al paziente. L’esito per Mario, con accanto i soliti Radicali, sembra quindi scontato: la morte. Eppure, il suo caso testimonia che c’è una resistenza culturale al suicidio assistito tra i sanitari. Ma la Consulta ha fatto una fuga in avanti.
- DON NAGLE: "IL TUO DOLORE PUÒ CONDURTI ALLA VITTORIA", di E. Dovico