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Il trend

Boom di Dat, serve un rinnovato impegno per la vita

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Secondo una rilevazione ancora in corso dell’Associazione Coscioni, nel 2023 si è registrato un +52,5% di Dat in 4.533 Comuni. Un aumento frutto della propaganda dei Radicali e che richiede un’adeguata risposta dei gruppi pro vita.

Editoriali 19_07_2024
Marco Cappato (LaPresse)

La cultura di morte in Italia ha da sempre la propria punta di diamante tra i Radicali e le associazioni che ne sono le diramazioni operative. Tra queste, da diversi anni, una delle principali è l’Associazione Luca Coscioni, che ha nell’ex deputato Marco Cappato il proprio tesoriere e principale testimonial.

Uno dei fronti su cui l’associazione si sta più impegnando è quello del fine vita, ossia l’eutanasia e il suicidio assistito. Lo scorso 8 luglio, Cappato ha annunciato con toni quasi trionfalistici che – secondo una rilevazione parziale fatta dalla stessa Associazione Luca Coscioni – nel 2023 le Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, con le quali una persona può dichiarare la non disponibilità a ricevere cure e quindi a lasciarsi “terminare”, sono aumentate complessivamente del 52,5%, rispetto al 2022, nei Comuni italiani che hanno fornito i dati aggiornati. «Come sul suicidio assistito, anche sulle DAT ci dobbiamo sostituire allo Stato. Da oggi un pool di medici tra cui Mario Riccio rafforzerà il team del Numero bianco per offrire info sul tema», ha dichiarato Cappato, insieme a Filomena Gallo.

Nello specifico, l’Associazione Luca Coscioni attraverso il suo Osservatorio DAT ha chiesto ai Comuni italiani un accesso generalizzato agli atti per sapere quante Dat sono state ricevute dai Comuni dall’entrata in vigore della legge ad oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale. L’iniziativa, che fa seguito ad una precedente indagine, condotta nel 2022, della quale si era parlato sulla Nuova Bussola, e che aveva rivelato il sostanziale flop dei testamenti biologici, a cui faceva ricorso un numero estremamente basso di persone, ha rilevato che invece nel 2023, purtroppo, le DAT sono in forte aumento, grazie anche alla forte azione propagandistica dei Radicali. I Comuni che hanno risposto alla richiesta di accesso agli atti in almeno una delle due indagini sono stati 6.097, ossia il 77,2% del totale del Paese, con 4.533 enti che hanno fornito, come richiesto, un aggiornamento sui dati al 31 dicembre 2023.

Sono 230.940 le DAT che risultano depositate nei 6.097 Comuni. Ciò significa, una DAT ogni 191 maggiorenni. A queste vanno aggiunte quelle dei Comuni che non hanno risposto e quelle depositate presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari, a cui l’Associazione Coscioni non ha avuto accesso. Il 90,4% di queste sono state correttamente inserite all’interno della Banca dati nazionale, mentre il 9,6% delle Dat dovevano essere ancora inserite nel momento in cui i Comuni (5.845) hanno fornito questo dato all’associazione. Varese (una Dat ogni 86 abitanti) e Pesaro (una Dat ogni 99) sono i capoluoghi di provincia con più Dat in proporzione alla popolazione maggiorenne residente. Un triste primato.

Come già rilevato nel 2022, l’Abruzzo si conferma in testa alla classifica delle regioni, con una Dat ogni 134 maggiorenni, seguito da Marche, Piemonte,Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.

Nei 4.533 comuni che hanno fornito l’aggiornamento al 31 dicembre 2023 si riscontra un aumento del 52,5% delle DAT depositate rispetto all’anno precedente, e questo è il dato più importante da sottolineare, perché sta a dimostrare che la propaganda eutanasica si sta rivelando efficace.

L’Associazione Coscioni lamenta che ci sia una «inazione» da parte del Governo su questo tema, ma si arroga il merito di «aiutare le persone che chiedono di interrompere una condizione di vera e propria tortura». Così dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, che giudicano «positivo l’aumento del 52% delle nuove DAT depositate nel 2023 rispetto al 2022». Lo vedono come un dato che si deve a chi continua a fare iniziativa politica e informazione a livello locale, nonostante che «a livello istituzionale non sia mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema e anche in questo caso, come già accade in tema di morte volontaria medicalmente assistita, tocca a un’associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali».

A fronte di queste valutazioni, l’Associazione Coscioni ha deciso di rafforzare il team di volontari del "Numero bianco" che rispondono a domande dei cittadini sulle Dat. Tra questi volontari c’è il medico Mario Riccio, l’anestesista che aiutò Piergiorgio Welby a morire e che ha curato la parte tecnica del primo suicidio medicalmente assistito.

Se è vero che, come dice Cappato, il Governo non aiuta né sostiene la diffusione delle Dat ed è neutrale, occorre dunque che le iniziative che possono arginare questa diffusione della cultura di morte vengano a loro volta promosse dalla società civile. Occorre che le associazioni pro life si rendano conto di questo trend, dei successi della propaganda dei Radicali, e che mettano in atto iniziative adeguate alla sfida che viene ulteriormente portata alla vita.

È tempo di un rinnovato impegno, prima che sia troppo tardi.



FLOP DELLE DAT

La strategia che i pro-vita devono imparare dai radicali

I dati presentati dall’Associazione Luca Coscioni certificano il fallimento delle Dat. Ma i radicali, anziché arrendersi, rilanciano: non si accontentano della legge sull’eutanasia che c’è già, ma ne chiedono una ancora più estrema, puntando a scardinare l’art. 580 Cp. Una strategia, da anni, vincente. E da cui i pro-life del “non tocchiamo la 194” dovrebbero imparare.