Dal Vicariato di Roma uno schiaffo alle vittime di Rupnik
A due giorni dall'incontro tra il Papa e la direttrice del Centro Aletti la diocesi capitolina parla di «vita comunitaria sana e priva di particolari criticità». Grandi assenti le donne abusate, che continuano a restare senza voce.
La questione abusi solleva ombre sulla nomina di "Tucho"
La "dispensa" papale che esonera Fernández dal fronte della tutela dei minori non placa le perplessità. Nulla a suo carico, ma se lui stesso ammette di non aver agito al meglio, ci si chiede perché metterlo a capo del dicastero.
Rupnik, il caso è chiuso: tutti contenti tranne le vittime
La recente Lettera agli Amici del Centro Aletti ripropone la narrazione per cui le accuse all'ex-gesuita non sono altro che calunnie. Dimesso dall'ordine lui sarà libero di incardinarsi dove vuole, ma anche Santa Sede e Gesuiti hanno evitato di dover aprire un vaso di Pandora.
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Rupnik dimesso dai Gesuiti ma solo per "disobbedienza"
L'artista-teologo ha ricevuto un decreto di espulsione dall'ordine, per il «rifiuto ostinato di osservare il voto di obbedienza», avendo rifiutato il trasferimento imposto. Bene ma non benissimo: gli abusi e gli scandali non contano? Senza contare che continua a rimanere sacerdote.
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Anche suor Samuelle accusa il "superprotetto" Rupnik
Ancora nessuna sanzione è stata adottata nei confronti del gesuita, malgrado il moltiplicarsi di testimonianze da parte di religiose abusate e stanche di veder insabbiate le proprie denunce. Garantismo a senso unico, per l'abusatore e non per le vittime.
Gli abusi minano la credibilità dei "padri sinodali" tedeschi
Tre vescovi, tra cui il card. Marx, ammettono di aver gestito male i casi di violenza a opera di chierici nelle rispettive diocesi fino a rimettere il proprio mandato. Tutti e tre figure di spicco di quel Synodaler Weg su cui la loro fallimentare condotta dovrebbe porre qualche interrogativo.
Egemone e laicista: la nuova Polonia deve cancellare Wojtyła
Gli attacchi a San Giovanni Paolo II nel suo paese, accusato senza alcuna prova di aver coperto degli abusatori, si spiegano solo con la collocazione che la Polonia si sta dando come nuovo leader europeo ed egemone nel Baltico. Infatti, un Paese che aspira ad essere leader nell’Europa liberale e laicista, può ancora presentarsi come cattolico?
Troppe cose non tornano nella visita al Centro Aletti
Il cardinal vicario dispone una visita ricognitiva all'associazione fondata da Rupnik, ma a Villa Aletti ci sono ben quattro realtà tra loro intersecate, compresi gesuiti e consacrate. Al groviglio di via Paolina potrebbe essere legata anche la vicenda di padre Zollner, che punta il dito contro la Commissione per la tutela dei minori (da cui si è appena dimesso).
Vanier, l'abusatore seriale che si spacciava per "lo Sposo"
Seconda parte dell'agghiacciante resoconto degli abusi perpetrati per decenni nella comunità de "L'Arche". Il legame tra P. Philippe e Vanier doveva restare all'oscuro del Sant'Uffizio così come le pratiche dissacranti che ricoprivano di terminologia biblica una vera e propria ossessione sessuale, con decine di vittime (continua dalla prima parte).
Attacco a Wojtyła, un castello di menzogne basato sui “dossier” rossi
Con un’operazione di marketing ben studiata, lanciato in Polonia il libro Massima colpa, in cui si sostiene che Wojtyła abbia coperto gli abusi dei sacerdoti quando era arcivescovo di Cracovia. Attacchi che vengono da lontano, frutto di una strisciante opera di demolizione di Giovanni Paolo II in patria e che unisce settori anticlericali, media liberal e cattolici ostili alla Tradizione. E all’origine ci sono i falsi dossier del regime comunista.
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Brasile: padre Rupnik non è più dottore honoris causa
Revocato il titolo concesso al gesuita alla vigilia del "caso" che lo ha coinvolto. E a giorni si attende il pronunciamento della Compagnia di Gesù.
Rupnik, i Gesuiti fanno muro per ammorbidire le sanzioni
Dalle dichiarazioni del gesuita Verschueren appare probabile che la comunicazione da parte della Compagnia di Gesù sui provvedimenti nei confronti di Padre Rupnik non andrà nella direzione di quella che rimane l’unica sanzione proporzionata ai crimini commessi dal gesuita: la dimissione dallo stato clericale. Eppure, il codice di diritto canonico parla chiaro.