• MESTIERI & LETTERATURA / 17

    La grandezza del prete da padre Brown a don Camillo

    Oltre alle luminose figure di sacerdoti realmente esistiti ed esistenti, ve ne sono altri che nonostante la finzione letteraria hanno parlato al cuore dei lettori. Tra loro il prete-investigatore nato dalla penna di Chesterton e l'irruento parroco della Bassa protagonista (con l'amico-avversario Peppone) dei racconti di Guareschi.

    • il libro

    L’Uomovivo secondo Chesterton

    "Uomovivo" è uno dei capolavori di GKC. Con l'ironia e il paradosso che lo contraddistinguono, lo scrittore britannico ridesta lo stupore per la vita quotidiana come via privilegiata per decostruire ogni ideologia e vivere intensamente il reale.

    • COMPLOTTISMI

    La "bara vuota" della regina e la voglia di dietrologie

    In rete circola la voce che in realtà dentro il catafalco esposto a Westminster Hall non ci fosse nulla e che le spoglie mortali di Elisabetta II fossero altrove. Un'ipotesi impossibile da dimostrare basata sull'idea – sempre pronta a saltar fuori – che "ci nascondono qualcosa". Al sospetto sistematico corrisponde, per altri versi, la tendenza a credere a tutto. Ma non sempre la vox populi è vox Dei.

    • LETTERATURA

    Cento anni fa la conversione di Chesterton

    Il padre letterario di Padre Brown diventava cattolico proprio mentre la Gran Bretagna passava rapidamente dal bigottismo protestante all’ateismo pratico. Il suo cammino verso Roma approdò nella Chiesa, «il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento», trovando la vera felicità al prezzo... della confessione.

    • COS'È IL DISTRIBUTISMO?

    Chesterton difendeva la proprietà privata dal capitalismo

    Come l’enciclica Rerum novarum di Leone XIII, Chesterton aveva difeso l’inviolabilità della proprietà privata. Sapeva che il social-comunismo era una falsa soluzione al problema del capitalismo: “C’è qualcosa di irritante e bizzarro nel dire che quando il capitale diventa troppo nelle mani di pochi, la cosa giusta da fare è rimetterlo nelle mani di molti”. Per lui la proprietà era un deposito affidato dalla Provvidenza per il bene comune.

    • IL LIBRO

    Un pensiero al giorno di Chesterton per imparare a vivere

    La “Summa Chestertheologica” propone un pensiero al giorno del grande scrittore britannico su Dio, la Chiesa, gli eretici, le salsicce e tanti altri temi legati alla dottrina cristiana come alla vita quotidiana. I pensieri sono tratti dalle pagine più significative dei suoi romanzi e saggi, ma anche da articoli inediti, in una sintesi perfetta di ragione, fede e British humour. Un libro imperdibile che traduce il Vangelo in vita. 

    • LA LETTERA

    Tra il Me Too e la Gillette, quel che dimentica il laicismo

    Quelli che tentano di ridurre la Chiesa a una Ong dimenticano le conseguenze del peccato originale, che come diceva Chesterton è la cosa più evidente del mondo. Solo l’affezione a Cristo e la frequentazione della Compagnia nata da Lui possono aiutarci innanzitutto a capire che tale ferita esiste in ognuno di noi e che vi è una via per essere salvati dal baratro. E questa via è appunto una sola: Gesù Cristo.

    • TENDENZE PREOCCUPANTI

    Il moralismo della Chiesa che non converte a Cristo

    Si continuano a fare richiami etici, mentre è alla testa dell’uomo che dovremmo rivolgerci, perché è lì che è cominciato il disastro esistenziale che poi si è espanso a quello morale. Il moralismo non farà ritornare nella Chiesa i lontani e, come diceva Chesterton, il richiamo alla carità non resisterà se non sarà basato sulla verità della persona di Cristo.

    • TEMPI MODERNI

    Una Chiesa insicura non genera speranza

    Come diceva Chesterton: «Non abbiamo bisogno di una religione che sia nel giusto quando nel giusto siamo anche noi. Ciò che ci occorre è una religione che sia nel giusto anche quando noi siamo nell'errore».

    • LETTERA

    Diversi perché presi da Cristo

    Il cristiano non è un apolide, ha una casa sicura costituita da Santa Madre Chiesa. Con questa certezza noi cristiani dobbiamo dialogare con tutti (anche perché il dialogo “è lo strumento della missione”), pieni dell’esperienza dell’incontro con Cristo, senza dimenticarci di “seguirlo” e senza paura di rimanere senza patria.