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IL LIBRO

Un pensiero al giorno di Chesterton per imparare a vivere

La “Summa Chestertheologica” propone un pensiero al giorno del grande scrittore britannico su Dio, la Chiesa, gli eretici, le salsicce e tanti altri temi legati alla dottrina cristiana come alla vita quotidiana. I pensieri sono tratti dalle pagine più significative dei suoi romanzi e saggi, ma anche da articoli inediti, in una sintesi perfetta di ragione, fede e British humour. Un libro imperdibile che traduce il Vangelo in vita. 

Cultura 26_06_2020

«Nessun uomo ha veramente misurato la vastità del debito verso quel qualsiasi essere che l’ha creato e che lo ha reso capace di chiamarsi qualcosa. Dietro il nostro cervello, per così dire, v’era una vampa o uno scoppio di sorpresa per la nostra stessa esistenza: scopo della vita artistica e spirituale era di scavare questa sommersa alba di meraviglia, cosicché un uomo seduto su una sedia potesse comprendere all’improvviso di essere veramente vivo, ed essere felice».

Un pensiero di Chesterton al giorno sulla bontà di Dio e dell’essenza di ogni realtà creata che viene dalle sue mani rinfranca lo spirito perché fa riflettere sorridendo. C’è infatti spazio non solo per Dio, la Chiesa e gli eretici, ma anche per le salsicce nella Summa Chestertheologica recentemente pubblicata dalla Casa Editrice Guerrino Leardini, dal Centro Missionario Francescano e dalla Società Chestertoniana Italiana (2020, pp. 384; per ulteriori informazioni laperlapreziosa@libero.it).

Chesterton è stato «un dono fatto alla cattolicità (e all’umanità intera) da Dio e che si era fatto da solo così lo ha definito il cardinale Giacomo Biffi in una considerazione ripresa da Marco Sermarini nella prefazione. È semplicemente andato alla scuola della sua schietta umanità e ha ricercato la verità con assoluta onestà intellettuale, usando effettivamente di quella ragione che i razionalisti si limitavano a venerare. Questo è stato sufficiente a condurlo "a casa", cioè all’antica fede e alla saggezza dei padri».

Tale "summa" è un distillato di pagine significative tratte dai saggi e romanzi e articoli inediti del grande scrittore e giornalista britannico, che si propone di accompagnare quotidianamente il lettore per tutto l'anno. È una sintesi di riflessioni acute, talvolta pungenti, sulla realtà, la fede cristiana e il vivere sociale, espresse con humor, nella consapevolezza radicata che «tutto porta la traccia di Dio». Che «tutto il mondo sia la manifestazione di un solo Dio è un’idea degna di un romanzo poliziesco», sottolinea lo stesso Chesterton in una lettera alla moglie Frances. D’altra parte un romanzo giallo e il cristianesimo hanno in comune più di quanto si possa immaginare: «Il solito racconto poliziesco possiede una profonda qualità: fa scoprire il colpevole in chi è più insospettato. In ogni racconto poliziesco che si rispetti, gli ultimi saranno i primi ed i primi saranno gli ultimi». Inoltre, nel caso del cristianesimo, non si tratta di «scoprire perché un uomo è morto, ma il segreto più oscuro del perché è vivo». 

Se «il cristianesimo, anche quando sia annacquato, è caldo abbastanza da ridurre tutta la società moderna a brandelli», allora «non soltanto la fede resta la madre di tutte le energie del mondo, ma i suoi nemici sono i padri di tutta la confusione mondana. Il laicismo non ha distrutto le cose divine, ma le umane...». Lo scrittore britannico rileva infatti con sorpresa il paradosso contemporaneo, per cui «coloro che usano la ragione non la venerano, la conoscono troppo bene; coloro che la venerano non la usano». 

Coniugando finezza teologica e semplicità espressiva, Chesterton sottolinea che «il male è così malvagio da farci pensare che il bene sia solo un caso; ma il bene è così buono da darci la certezza che dev’esserci una spiegazione per il male». Tra i molteplici mali rileva che «la negazione dell’identità è il tratto distintivo dell’opera di Satana». Parole di un’attualità disarmante se si pensa all’ideologia gender.

Le pagine di Chesterton trasudano della freschezza del convertito. «Divenuto un pellegrino per guarirmi dall’essere un esiliato», lo scrittore britannico ha raggiunto con fatica la consapevolezza profonda secondo un’espressione che gli viene attribuita che «quando non si crede più in Dio non è vero che non si crede più a nulla: si crede a tutto». La ricaduta più pesante, «il primo effetto di non credere in Dio è il perdere il senso comune e non poter vedere le cose come sono». La sua spiritualità lo spinge infatti da un lato a riconoscere che «la Chiesa cristiana nei suoi rapporti pratici con la mia anima è un maestro vivente», e dall’altro a indagare oltre la superficie quanto gli accade, nella consapevolezza che «il Cristianesimo non è una fede per gli esseri umani buoni, ma per gli esseri umani».

Nell’evidenziare la missione della Chiesa, Chesterton ricorda che: «Non abbiamo bisogno, come dicono i giornali, di una Chiesa che si muova col mondo. Abbiamo bisogno di una Chiesa che muova il mondo». In tale prospettiva «la Chiesa è sempre avanti rispetto al mondo. Per questo dicono che non è al passo con i tempi». Ma, aggiunse profeticamente, «questi sono giorni in cui il cristiano è previsto che lodi ogni credo, tranne il suo».

Chesterton riesce a fare considerazioni "teologiche" anche rispetto ai regali di Natale. In proposito sostiene che «la nota a favore dei regali di Natale è scoccata ancor prima che Egli nasca con i primi spostamenti dei saggi e della stella. I Tre Magi vennero a Betlemme portando oro, incenso e mirra. Se avessero portato solo verità, purezza e amore, non ci sarebbe stata nessuna arte cristiana e nessuna civiltà cristiana». La stessa bonarietà la si ritrova anche in un episodio emblematico della sua personalità e rivelatore del suo carattere. «Una delle ragazze Nicholls ricorda come un giorno, di umore tetro, lei esclamasse: “Sarebbe spaventoso se dopo la morte scoprissimo che tutta la Fede è solo una favola... che non c’è niente di vero”. “Puoi essere assolutamente certa”, disse G.K. con fermezza, “che se qualcosa riesce a tirar me fuori dal letto cinque minuti prima di quanto mi sarebbe necessario alzarmi, qualcosa di vero c’è senz’altro”».

Risulta in linea con la personalità dell’autore la grafica della copertina, nella quale Chesterton è assimilato a un pugile che ha San Tommaso d’Aquino come preparatore atletico per un’indagine del reale e San Francesco come patrono e intercessore della sua conversione al cattolicesimo. Con la sua penna, egli è stato davvero – come fece scrivere un suo amico – un instancabile e appassionato "cavaliere dello Spirito Santo".