San Daniele Comboni
«O Nigrizia o morte», o l’Africa o la morte, era il motto di san Daniele Comboni (1831-1881), formatosi alla scuola di don Nicola Mazza, che gli aveva trasmesso l’amore per il continente nero assieme all’idea di «salvare l’Africa con l’Africa», evangelizzandola e fondando scuole per formare sacerdoti, suore, medici e insegnanti
Sant’Abramo
Nostro padre nella fede, Abramo ha sperato contro ogni speranza e creduto all’Onnipotente, senza farsi giudice dei suoi santi disegni, neanche nell’estrema prova di obbedienza alla richiesta di sacrificare il figlio Isacco, prima che la sua mano fosse fermata dalla voce celeste dell’angelo del Signore. E il Signore «... glielo accreditò come giustizia»
San Felice di Como
Da due lettere di sant'Ambrogio a san Felice si evince la confortante diffusione della fede a Como nel IV secolo, sebbene permanesse il problema della carenza di diaconi e sacerdoti. Rispetto a cui il primo così scriveva al secondo: «Colui che ti ha favorito nella conversione di queste anime ti favorirà anche con ministri necessari al tuo bisogno»
Beata Vergine Maria del Rosario
Il 7 ottobre 1571, nelle acque greche di Lepanto, la flotta musulmana dell’Impero Ottomano si scontrò con la flotta cristiana della Lega Santa. Prima della battaglia, i cristiani recitarono il Rosario e chiesero l’intercessione di Maria
San Bruno
Per san Bruno (c. 1030-1101), fondatore dei Certosini, la vita eremitica era il paradiso in terra, che gli consentiva di meditare su Dio e gustare «una pace che il mondo non conosce, propizia alla gioia dello Spirito Santo»
Santa Faustina Kowalska
«La tua grande fiducia verso di Me, mi costringe a concederti continuamente grazie», si sentì dire da Gesù, che la chiamò «segretaria della mia Misericordia». Visioni, stimmate nascoste, contatti continui con l’angelo custode, la Madonna, i santi e le anime del Purgatorio, fino al dono rarissimo dello sposalizio mistico con Dio. Tutto questo vi è stato nella vita terrena di santa Maria Faustina Kowalska (1905-1938)
San Francesco d’Assisi
Libero da compromessi con il mondo, oggi il santo patrono d’Italia sarebbe inviso al laicismo dominante, che pretende di espellere Dio dalla dimensione pubblica. Ammoniva infatti i governanti «ad attribuire al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato […]. E se non farete questo, sappiate che dovrete renderne ragione a Dio»
San Dionigi l’Areopagita
San Dionigi l'Areopagita, menzionato negli Atti degli Apostoli, non va confuso con l'umile teologo oggi noto come Pseudo-Dionigi, a cui è attribuita la "De coelesti Hierarchia", l'opera che contiene uno schema sulle gerarchie angeliche poi ripreso e sviluppato da san Tommaso d'Aquino
Santi Angeli Custodi
Parlando dell’aiuto degli angeli, il Catechismo afferma una verità che conforta: «Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione». L'uomo conserva comunque il suo libero arbitrio e, dunque, può accogliere o respingere l'ispirazione del proprio angelo custode
Santa Teresa del Bambin Gesù
«Se il buon Dio esaudisce i miei desideri, il mio Cielo si svolgerà sulla terra fino alla fine del mondo. Sì, voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra», scrisse pochi mesi prima di morire santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), definita da san Pio X «la più grande santa dei tempi moderni»
San Girolamo
«Ignorare le Scritture è ignorare Cristo», diceva san Girolamo (347-420), uno degli uomini più eruditi del suo tempo a cui tutta la cristianità deve molto. Dal carattere impetuoso, contrastò vigorosamente l’arianesimo e ogni altra forma di eresia
Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
Michele (da Mi-ka-El), che significa «Chi è come Dio?», già nel nome esprime l’onnipotenza del Creatore assieme all’umiltà dell’Arcangelo, principe delle milizie celesti. Gabriele (da Gavri’El), «Fortezza di Dio», con la sua figura testimonia bene come Antico e Nuovo Testamento si illuminino a vicenda. Raffaele (da Rafa’El), «Medicina di Dio», compare nel Libro di Tobia, dove si rivela «uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore».