Delirio referendario, ma le emergenze sono altre
Il delirio sul referendum costituzionale avvolge tutta la politica e sembra far perdere di vista altri appuntamenti, come quello amministrativo in alcune grandi città. Il Paese ha altre emergenze, prima su tutte quella dell'immigrazione, eppure sulle riforme si gioca una partita che va ben oltre la posta in gioco.
Grygiel scuote l'Ue: «La sovranità si conquista»
La Nuova BQ intervista Stanislaw Grygiel, antropologo e amico di San Giovanni Paolo II: «Il marxismo fiorisce nell’Ue, gli Stati rovinati dai matrimoni falliti sperano di sopravvivere aprendo le frontiere». Ne esce un ritratto di un vecchio continente volto al suicidio, nell'oblio delle proprie sorgenti, che ha ridotto la dignità umana a oggetto: «Siamo un popolo di sudditi, la sovranità non si riceve: si conquista»
Gandolfini schiera il Family day sul no al referendum
Gandolfini chiama e le famiglie rispondono. Sabato a Roma, presso l’Auditorium Antonianum gremito di oltre mille delegati locali, il Comitato promotore del Family day ha presentato il “Comitato famiglie per il “No” al referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. Massimo Gandolfini, presidente del Comitato, ha fatto appello al cuore di tutti quei laici e cattolici ancora feriti e umiliati dal modo in cui è stata approvata la legge sulle unioni civili.
Legge Cirinnà, come si calpesta la Costituzione
Sei violazioni di carattere formale contro la Costituzione e gravi irregolarità o anomalie procedurali nell’iter di approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili. Le ha rilevate il professor Luigi Ciaurro – docente di Diritto parlamentare presso la Lumsa di Roma - il cui studio è stato pubblicato sull’ultimo numero del trimestrale Rassegna Parlamentare, rivista che fa capo all’Istituto documentazione e studi legislativi.
Girone a casa, ma il governo non può certo festeggiare
La Corte Suprema indiana ha stabilito che debba essere reso immediatamente esecutivo l'ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell'Aja di far rientrare in Italia Salvatore Girone per tutta la durata del procedimento arbitrale, prevista in due o tre anni. Questa pare essere la conclusione della lunga vicenda.
Referendum Si e No, ecco le ragioni
Referendum sulla riforma costituzionale: nella consultazione del prossimo ottobre il governo Renzi si gioca tutto, pure il suo futuro. Se la riforma verrà bocciata, il premier lascerà l’incarico, considerando chiusa la sua esperienza governativa. Per questo ha aperto con largo anticipo la campagna referendaria. Dopo l’articolo di Robi Ronza, schierato per il No, ecco altri due contributi: uno per il Sì, l’altro per il No.
Centralista e contro la sussidiarietà. Per questo voto No
Riforma centralista, nemica della sussidiarietà e della democrazia. Ecco qualche buona ragione per votare “No” al referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. In gioco, non c’è soltanto l’abolizione del Senato, ma una serie di misure, in base alle quali sarà lo Stato centralista a determinare ogni cosa.
Contro lo strapotere partitico e antipopolare. Io voto Si
Solo un giovane, estraneo alla grandi culture politiche dell’arco costituzionale, poteva tentare l’impresa di abbattere il primato istituzionale dei partiti, grandi associazioni private che controllano Camera, Senato, governo, Corte Costituzionale. Renzi con la sua riforma l’ha fatto. Ecco perché io voterò Si.
Il Partigiano resuscitato
Quanti fra quei partigiani che “combatterono veramente” sono ancora vivi? Quanti il ministro Boschi pensa di poterne fare risorgere per vincere il referendum? Ha avvisato i custodi dei Campisanti? E per quale motivo onorevole Bersani parla di partigiani che non hanno partecipato alla Resistenza?
Dice che se perde lascia tutto. Ma davvero lo farà?
Con un centrodestra diviso e privo di leadership, tutti i sondaggi prevedono che saranno solo Pd e grillini a gareggiare per la guida del Paese. Renzi non perde occasione per avvisare che, qualora al referendum costituzionale di ottobre, prevalessero i “No”, lui ne trarrebbe le conseguenze e lascerebbe la politica.
La firma di Mattarella conferma un copione già scritto
Zitto, zitto, approfittando del clamore mediatico suscitato dalla morte di Marco Pannella, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato venerdì la legge sulle unioni civili. Tutto come avevamo previsto al momento della sua elezione. Due "cattolici democratici" alle due massime cariche dello Stato servono per completare l'esodo del popolo italiano dall'Italia cattolica.
- A RETI UNIFICATE. Dopo le unioni civili, che fare? di R. Marchesini
La sgradevole litania della conversione di Pannella
La lettera di Pannella a papa Francesco ha fatto molto rumore per nulla. Presentare quella lettera come una sorta di conversione è una ingiustizia, anzitutto nei suoi confronti. Ecco perché sono sgradevoli e disonesti i tentativi di convertire Pannella. Dio ci ha dato la libertà di rifiutarlo.