L’incontro con Cacciaguida e la profezia dell’esilio
Nel quinto Cielo, Dante incontra il trisavolo Cacciaguida, le cui parole rivelano la sua statura morale. E il poeta ottiene da lui anche delle risposte sul futuro che lo attende.
Dante si trova nel quinto Cielo tra le anime combattenti per la fede, disposte in forma di croce.
Per ben quattro canti, dal XV al XVIII, proprio al cuore della terza cantica della Divina Commedia, Dante rimane in compagnia di Cacciaguida. Per parlare con il poeta, il trisavolo gli si fa incontro lungo la croce. Le sue parole sono piene di dignità, rivelano la statura morale della persona toccando argomenti diversi: il ringraziamento a Dio perché ha concesso ad un suo antenato la grazia del viaggio in Paradiso, la dichiarazione della sua identità (padre di Alighiero I, da più di un secolo presente nella prima cornice del Purgatorio), l’esaltazione dell’antica Firenze, quella dei suoi tempi, contrapposta alla città corrotta della modernità. Il ricordo degli antichi tempi occupa uno spazio particolare nelle sue parole.
Soprattutto, il trisavolo dialoga con Dante rispondendo alle sue domande sul futuro che lo attende. La profezia dell’esilio è l’argomento della puntata odierna.