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I mali della Terra sono colpa dell’uomo? Sì, ma secondo la Genesi

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I mali di cui soffre il Pianeta, dalle alluvioni ai terremoti, sono di origine antropica. Ma non come credono gli ambientalisti. Sono conseguenza del peccato originale, che è la causa ultima dell’armonia spezzata, come insegnano Bibbia e Catechismo.

Editoriali 05_08_2023

L’altro ieri il Papa, in occasione della Giornata mondiale della gioventù (Gmg), ha incontrato gli studenti dell’Università Cattolica di Lisbona. Li ha richiamati all’«urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune» e ha aggiunto: «Voi siete la generazione che può vincere questa sfida».

Lasciamo perdere in questa sede il fatto che alla Gmg si parla di salvare il Pianeta e non le anime e che non si può con fondatezza parlare di allarme per l’ecosistema, ma solo di allarmismo. Vogliamo qui, invece, accennare ad un fatto ormai dimenticato: i mali di cui soffre il Pianeta – alluvioni, cicloni, tempeste, tifoni, grandinate, terremoti, tsunami, esondazioni, frane, slavine, incendi, siccità, desertificazione, glaciazioni – sono di natura antropica. Hanno dunque ragione gli ambientalisti, sì, ma nel modo sbagliato. È questione teologica.

Lo scrivente non è teologo, ma solo persona informata sui fatti che si trovano nella Bibbia e nel Catechismo. Nella prima troviamo scritto: «Ad Adamo disse: “Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua”» (Gn 3, 17). E poi ancora: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto» (Rm 8, 19-22).

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica possiamo leggere: «La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. […] L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all'uomo. A causa dell’uomo, la creazione è soggetta alla schiavitù della corruzione» (nn. 399-400).

Il peccato originale non solo ha intaccato pesantemente la natura umana, ma la stessa natura delle cose, delle piante e degli animali. È stato come un’esplosione atomica la cui onda d’urto ha travolto e stravolto l’intero cosmo. Ecco cos’è un singolo peccato per la Divina Perfezione. Dunque, quel gesto di ribellione ha corrotto tutto il Pianeta, facendo perdere anche ad esso l’equilibrio tra le sue forze così armoniosamente stabilito dal Creatore. Il disordine di Adamo ed Eva si è riverberato su tutti gli esseri viventi e sulla Terra in quanto tale. Il caos è entrato nelle leggi di natura, pur non abolendole. Vero quindi che la causa ultima dei disastri ambientali è l’uomo. È lui il colpevole di tutti i mali della Terra. La causa, appunto, è antropica e teologica insieme.

E, al di là di alluvioni e terremoti, è sempre il peccato originale compiuto dai nostri progenitori la causa ultima di quando l’uomo abusa del creato (bene usarne, male abusarne). Quando sversa veleni nell’ambiente, quando incendia dolosamente boschi o quando solo per noncuranza non pulisce l’alveo dei fiumi, la radice ultima sta nella scelta rovinosa di Adamo ed Eva di disobbedire a Dio, disobbedienza che in tal modo ci ha inclinato anche al male. Quella è la causa ultima che ovviamente non esclude le cause prossime, ossia i peccati particolari.

E così la prossima volta che vedremo al TG le immagini di un fiume che romperà gli argini, please, non pensiamo che aveva ragione la Thunberg, bensì la Genesi.



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