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FAMIGLIA E VITA

Due manifesti per ricostruire l’Europa (su basi cristiane)

La Fafce ha lanciato un manifesto rivolto ai candidati alle europee di maggio, chiamati a promuovere un patto per la natalità e difendere il matrimonio, la famiglia e la vita fin dal concepimento. Un altro manifesto, con focus sul piano culturale, è stato scritto dal filosofo Rémy Brague che esorta l’Europa a non tradire se stessa e ripartire dalle tre grandi eredità (filosofia greca, diritto romano, religioni bibliche) che l’hanno forgiata, tra cui il Cristianesimo ha un ruolo centrale.

Vita e bioetica 27_02_2019

Due manifesti per richiamare l’Europa a difendere senza compromessi la vita umana, dal concepimento alla morte naturale, e valorizzare il matrimonio e la famiglia. Princìpi che giusto pochi decenni fa sarebbero apparsi scontati ma che oggi è necessario ripetere in un’Europa che ha smarrito la sua identità - sostituendola con una cultura del nulla - e nel bel mezzo della sua crisi morale vive un preoccupante declino demografico.

Iniziamo con il manifesto lanciato lunedì dalla Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (Fafce), che si rivolge nello specifico ai candidati alle prossime elezioni europee (23-26 maggio 2019), chiamati a riconoscere «il ruolo fondamentale della famiglia come unità di base della società». Il documento è suddiviso in 10 punti, il primo dei quali è un pungolo verso la creazione di un patto per la natalità che interessi tutti i Paesi dell’Ue, perché «i nostri figli sono il nostro bene comune primario». I politici che firmeranno il manifesto si impegnano anche a prendere in considerazione le famiglie in tutte le decisioni comunitarie e dare loro voce attraverso le associazioni familiari. Al punto 4 si ricorda il ruolo economico delle famiglie, che «aiutano a dare sollievo alle finanze pubbliche in difficoltà», e si chiedono opportune misure di giustizia fiscale. La famiglia svolge una funzione chiave nella «promozione dell’inclusione sociale» e da ciò discende la necessità che venga riconosciuto «il valore del lavoro a casa della madre e del padre».

Il manifesto della Fafce chiede poi ai firmatari di adoperarsi per riservare la domenica come giorno comune di riposo settimanale, bilanciando le condizioni lavorative con i bisogni della famiglia, così da assicurare «condizioni di vita che facilitino il tempo insieme». Al punto 7 si riconosce la complementarità tra uomo e donna, rifiutando ogni tentativo normativo di cancellare od offuscare l’importanza delle differenze sessuali, alla base della procreazione; e al punto 8, strettamente collegato, si ricorda che «più forti legami familiari migliorano il benessere delle persone», respingendo «ogni interferenza dell’Unione europea nella definizione legale del matrimonio», istituto che come sappiamo è stato sottoposto in questi anni a pressioni fortissime - e deleterie - da parte della lobby gay.

Nel documento, con un no implicito ad aborto ed eutanasia, si legge poi che «la famiglia è il luogo naturale dove ogni nuova vita è benvenuta» e i firmatari rispettano «la dignità di ogni vita umana, a ogni suo stadio, dal concepimento alla morte naturale». L’ultimo punto è dedicato alla libertà di educazione (sempre più minacciata dalle ideologie con cui si inquinano quelli che dovrebbero essere dei normali curriculum scolastici), inteso quindi a rispettare «il diritto dei genitori a educare i propri figli in conformità con le proprie tradizioni culturali, morali e religiose che favoriscano il bene e la dignità del bambino».

Le firme dei candidati al Parlamento europeo che avranno aderito al manifesto saranno rese pubbliche dalla Fafce il 15 maggio, dunque a ridosso delle elezioni.

IL MANIFESTO DI ONE OF US, SCRITTO DA REMY BRAGUE

L’altro manifesto diffuso in questi giorni va alle radici del decadimento dell’Europa ed è stato scritto dal filosofo francese Rémy Brague per la piattaforma culturale One of us (Uno di noi), già impegnata nel riconoscimento della dignità dell’embrione e nella relativa petizione firmata da 1.7 milioni di cittadini (arbitrariamente respinta dalla Commissione europea).

Nell’analizzare le ragioni alla base della «profonda crisi morale che minaccia la sua sopravvivenza come civiltà», Brague scrive che l’Europa è rimasta per molto tempo fedele a tre grandi eredità, oggi perlopiù accantonate, cioè la «filosofia greca, il diritto romano e le religioni bibliche: Ebraismo e Cristianesimo». Senza queste tre eredità , che sono state il terreno fertile per la «scienza moderna e il riconoscimento delle libertà fondamentali» nel Vecchio Continente, «non sono comprensibili né la cultura europea né le sue grandi creazioni artistiche». Il pensatore transalpino sottolinea che è stato questo il quadro di riferimento valoriale di certi padri fondatori della Comunità europea (si pensi a De Gasperi, Adenauer, Schuman) e che l’attuale Ue deve riscoprire per non tradire se stessa.

È interessante che Brague indichi la degenerazione subita dalla filosofia moderna, con «il rifiuto della sua vera definizione come ricerca della verità», che va di pari passo alla svalutazione del cristianesimo operata dal mondo odierno. «Il secolarismo radicale e militante si sta diffondendo ed è la fonte di una forma di “cristianofobia”. Non stiamo solo screditando la nostra fede e i nostri valori cristiani ma anche il contributo del Cristianesimo alla cultura europea, quando in realtà l’Europa deve a esso la stragrande maggioranza della sua arte, del suo pensiero e dei suoi costumi». Il rigetto della fede e cultura cristiana si riflette in un’«idolatria della tecnologia» e nelle deviazioni del diritto, che finisce per essere manipolato a uso e consumo di chi esercita il potere.

Segni di questo abbrutimento generale sono i «declinanti tassi di natalità, la crisi dell’unità familiare e del matrimonio, il negare l’identità culturale dell’Europa» e ancora «l’ascesa del relativismo e multiculturalismo, gli attacchi alla libertà di coscienza e di espressione, la negazione del significato della vita, la negazione dell’oggettività dei princìpi e degli standard morali, l’accettazione sociale di aborto, eutanasia e altri atti contro la dignità umana, l’ideologia gender e certe forme di femminismo radicale», nonché «la diffusione dell’ateismo», tutti fattori che portano alla «disumanizzazione dell’umanità». Perciò la protezione della famiglia come entità fondata sul matrimonio, la complementarità tra maschio e femmina, la difesa della riproduzione naturale contro i tentativi di costruire l’essere umano in laboratorio, sono capisaldi del manifesto di One of us.

Spiega ancora Brague: «Tra i contributi delle religioni bibliche, e in particolare del Cristianesimo, allo sviluppo dello spirito europeo ci sono l’idea di un Dio personale e dell’amore come essenza di Dio, l’idea della persona e della sua dignità, il significato della creazione, la speranza di una vita piena, eterna, la libertà e responsabilità dell’uomo…». Queste erano le premesse, un tempo generalmente accettate, che hanno permesso alla civiltà europea di fiorire. Sarebbe il caso di recuperarle.