Virginia repubblicana e gli altri voti contro l'estremismo
Nelle elezioni per i nuovi governatori, negli Stati Uniti, in Virginia ha vinto il candidato repubblicano Glenn Youngkin, mentre nel New Jersey il democratico Phil Murphy. Ma non può considerarsi come un pareggio: i Democratici hanno subito una sconfitta bruciante. E la causa principale è il loro estremismo ideologico.
Taiwan e Cina sul filo del rasoio. Ma Xi Jinping si modera
Colloqui al vertice fra Cina e Ue e fra Cina e Usa, sul pomo della discordia principale: Taiwan. Il Paese, di fatto indipendente, non è riconosciuto ufficialmente da nessuno. Ma, anche per merito del peggioramento dei rapporti con Pechino, informalmente ha più contatti con l'Ue e con gli Usa. La crisi cresce, ma Xi Jinping smorza i toni. Per la crisi interna.
I Democratici temono di perdere e cambiano le regole
Se Biden crolla nei sondaggi e il Partito Democratico teme di perdere le prossime elezioni di Medio Termine, che si terranno l'anno prossimo, allora... si cambiano le regole del gioco democratico. E' questo il senso del For the People Act, presentato dai Dems in Congresso che mira a ridisegnare il processo elettorale da cima a fondo.
Guerra fredda della Francia contro le potenze anglofone
Il Trattato Aukus fra Australia, Regno Unito e Stati Uniti, per la cooperazione tecnologica delle tre potenze nel Pacifico, fa infuriare la Francia. Parigi, infatti, ha assistito, senza essere informata, alla cancellazione del mega-contratto per la fornitura di sommergibili all'Australia. E il nuovo trattato ridisegna le alleanze, emarginando la Nato.
Censura nelle università, la fine della libertà accademica
Il professor Boghossian, autore di una serie di studi provocatori sul gender e il femminismo, ha dovuto rassegnare le dimissioni. È solo l'ultimo in ordine di tempo: in sei anni, negli Usa, ben 426 professori sono stati denunciati o segnalati, due terzi hanno subito sanzioni, 100 hanno perso il lavoro e 93 sono stati posti in congedo
11 settembre: 20 anni dopo, la resa morale dell'Occidente
Venti anni dopo l’11 settembre, si ricorda il giorno “che ha cambiato il mondo”, come molti commentatori scrivono. Ma si dovrebbe capire, semmai, come mai l’11 settembre non abbia affatto cambiato il mondo. Al Qaeda c'è ancora, è nato l'Isis, il jihadismo è ancora in espansione, persino i Talebani, sconfitti allora, sono tornati al potere. Che cosa è successo? Usa e alleati non hanno mai subito sconfitte militari. È la politica che ha deciso di smettere di combattere. E lo ha fatto spinta da tre vere potenze del pensiero contemporaneo: materialismo, relativismo e terzomondismo.
Assalto all'infanzia, i diritti dei minori sono sovvertiti
Si moltiplicano in molti Paesi gli attacchi alla infanzia, dalle politiche pro LGBTI negli Usa, alla criminalizzazione dei genitori in Nuova Zelanda, dalla auto-indentificazione del genere sessuale per i bambini in Scozia, ai matrimoni tra minori ed adulti in Colombia.
Gli Usa si sono stancati anche della guerra in Iraq
Sepolta dalle drammatiche notizie della crisi afgana, c'è anche l'importante notizia del ritiro delle forze Usa dall'Iraq. Dopo la guerra del 2003 e la guerriglia successiva, dopo il ritorno del 2014 per combattere contro l'Isis, ora gli americani vanno definitivamente a casa. Mentre restano gli alleati della Nato, dal 2022 con un comando italiano.
Dopo l'Afghanistan tocca a Taiwan. La minaccia cinese
Il regime cinese, tramite i suoi quotidiani, avverte Taiwan: gli americani hanno abbandonato l'Afghanistan, quindi non aiuteranno nemmeno voi. Segue paterno consiglio: meglio fare la pace con Pechino. Che dal 1949 vuole annettere l'isola. Intanto iniziano le esercitazioni navali e aeree proprio a ridosso dell'isola "ribelle".
Talebani padroni dell'Afghanistan, un successo del Pakistan
Quale futuro attende l'Afghanistan, dopo la precipitosa ritirata degli occidentali e la vittoria-lampo delle milizie dei talebani? L'aeroporto di Kabul rimarrà aperto finché non saranno evacuati i civili occidentali e una minoranza di afgani. I talebani promettono tolleranza e non ingerenza nei territori dei vicini (Cina e Russia), ma forse è solo propaganda. Il Pakistan, tramite i suoi servizi segreti, si aggiudica la maggior vittoria: ha assistito l'offensiva talebana, organizzandola e infiltrando le truppe governative. Ora mirerà al controllo del prossimo governo islamico afgano.
- E BIDEN SI AUTO-ASSOLVE di Stefano Magni
- KABUL BRUCIA E DI MAIO PRENDE IL SOLE di Ruben Razzante
Afghanistan, la più umiliante sconfitta di Usa e Nato
I Talebani stanno conquistando tutte le principali città dell'Afghanistan e la caduta di Kabul è prossima. La Nato non ha neppure completato il ritiro. Per conquistare Saigon, almeno, i nordvietnamiti avevano dovuto combattere due anni. Questa è la più grave umiliazione dell'Occidente.
Afghanistan, gli Usa se ne vanno. La Cina arriva
Dopo il ritiro di Usa e Nato e la rapida avanzata dei Talebani, la “questione afghana” diventa prioritaria per Russia e Cina che rischiano di dover fare i conti con un Paese che potrebbe presto tornare in mano agli studenti coranici. Primi accordi a Tianjin fra il regime di Pechino e i Talebani.