Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
STATI UNITI

Caccia ai giudici pro vita. I Dem fomentano le violenze

Taglie fino a 250 dollari per chi, tra i lavoratori di bar e ristoranti di Washington, segnala dove si trovino i giudici della Corte Suprema che hanno cancellato la sentenza abortista Roe vs Wade. Questo l’annuncio via Twitter del gruppo ShutDownDC. Nuovi incendi alle chiese. E il gotha del Partito Democratico - da Biden a Buttigieg - appoggia le proteste.

Attualità 12_07_2022
Manifestazioni pro aborto negli USA

Polemiche, dichiarazioni incendiarie, minacce ai giudici e attentati alle chiese proseguono senza sosta. E dopo la firma di Biden dell’ordine esecutivo pro aborto di venerdì scorso (vedi qui), il presidente degli Stati Uniti prefigura altre terribili decisioni. Intanto, non per caso, le aziende di produzione delle pillole abortive chiedono una maggiore liberalizzazione alla FDA, l’agenzia del farmaco statunitense.

Al silenzio di Biden sulle minacce durante la cena del giudice Brett Kavanaugh in un ristorante di Washington mercoledì scorso, sono seguiti inni e felicitazioni rivolti alla truppa di abortisti da parte di diversi esponenti di spicco del Partito Democratico. I Democratici hanno esultato per le molestie mirate a un giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Non solo Alexandria Ocasio-Cortez si è detta compiaciuta della “meritata” - a suo dire - intimidazione subita da Kavanaugh, ma anche il segretario ai Trasporti del Governo federale, Pete Buttigieg, ha dichiarato di trovare appropriato che i manifestanti protestassero davanti a un ristorante in cui stava cenando il giudice Kavanaugh, sino ad indurlo alla “fuga sicura”.

Dunque, è con il pieno sostegno politico del Governo che il gruppo terroristico e abortista ShutDownDC dallo scorso venerdì 8 luglio ha messo una vera e propria taglia sui giudici della Corte Suprema che hanno approvato la sentenza Dobbs, cioè Alito, Barrett, Gorsuch, Kavanaugh, Roberts e Thomas. Si tratta di premi in denaro, pubblicizzati via Twitter, fino a 250 dollari a chiunque lavori nel settore dell’industria dei servizi (ristoranti, bar, cinema, centri commerciali etc.) di Washington che segnali in quale luogo si trovino i giudici, al di fuori della loro abitazione. “Ti daremo 50 dollari per un avvistamento confermato e 200 dollari se sono ancora lì [i giudici] 30 minuti dopo il tuo messaggio”, recita il tweet, tuttora non rimosso.

Gli Stati Uniti d’America hanno un lunga tradizione, dai tempi del mitico Far West, nel dare ricompense a coloro che catturassero o dessero utili informazioni su delinquenti e assassini, ma farlo nel XXI secolo e per di più nei confronti di giudici della Corte Suprema mostra il volto oscuro e preoccupante della situazione che gli abortisti stanno creando nel Paese. Una preoccupazione manifestata pubblicamente anche dal direttore dell’FBI, Christopher Wray, in un’intervista a Fox News, nella quale ha riconosciuto che sono aumentati gli attacchi e le minacce “contro le strutture che sono più a favore della vita”, ci sono stati “diversi attacchi” a gruppi basati sulla fede e a centri per la gravidanza; la violenza e le distruzioni di proprietà non sono modi appropriati di esprimere il proprio dissenso verso la sentenza della Corte Suprema.

Nell’ultimo fine settimana, nella parrocchia cattolica di St. Jane Frances de Chantal è stato incendiato il tabernacolo della chiesa. Un altro incendio è stato appiccato sabato mattina alla North Bethesda United Methodist Church e diverse lapidi sono state danneggiate nella vicina Wildwood Baptist Church, come riporta il Washington Post.

Il presidente Biden, durante il suo consueto giro in bicicletta domenicale, ha chiesto agli abortisti di “continuare le proteste”, assicurando il proprio impegno a valutare seriamente l’ipotesi di una dichiarazione di emergenza sanitaria federale, misura che permetterebbe un genocidio di bambini. Tale dichiarazione, introdotta recentemente per fronteggiare la pandemia Covid-19, conferisce al segretario federale della Salute e dei Servizi Umani (HHS) l’autorità di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica quando una malattia o un disturbo grave è diventato, o rischia di diventare, una minaccia significativa per i cittadini. Le decisioni rimangono in vigore per periodi di 90 giorni, a meno che non vengano rinnovate dal segretario o interrotte in modo esplicito prima di raggiungere il limite massimo consentito. Tutto assurdo e impossibile da giustificare con la sceneggiata di sabato pomeriggio, organizzata da un migliaio di abortisti sfegatati, una protesta fuori dalla Casa Bianca per chiedere ulteriori misure pro aborto. Nessun commento di Biden invece in risposta alla dichiarazione del presidente del comitato pro vita dei vescovi USA, William Lori, che ha definito l’ordine esecutivo firmato da Biden venerdì “profondamente inquietante e tragico” perché si cerca “ogni possibile strada per negare ai bambini non ancora nati il loro più basilare diritto umano e civile, il diritto alla vita… invece di aumentare il sostegno e l’assistenza alle madri e ai bambini”.

Nancy Pelosi, cattolica “devota”, prossima alla conclusione delle vacanze italiane, iniziate ricevendo la Santa Comunione in Vaticano, ha già stabilito l’ennesima votazione di proposte di leggi che mirano a federalizzare l’aborto.

Tre le novità delle ultime ore: 1. L’azienda farmaceutica HRA Pharma ha presentato una domanda alla FDA per vendere una pillola anticoncezionale al banco, anziché dietro prescrizione medica: “una storica richiesta per l’accesso ai contraccettivi e l’equità riproduttiva negli Stati Uniti”, dicono i tipi di HRA Pharma. L’approvazione della FDA potrebbe arrivare però solo l’anno prossimo, a meno che la pillola abortiva non venga inserita come “cura” nella dichiarazione di “emergenza sanitaria nazionale”; 2. Un medico californiano sta raccogliendo fondi per collocare una clinica abortiva galleggiante nel Golfo del Messico per garantire l‘accesso all’aborto alle donne negli Stati del Sud controllati dal Partito Repubblicano che hanno introdotto restrizioni all’aborto; 3. Il senatore Ted Cruz e diversi altri colleghi Repubblicani hanno chiesto di audire il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, per capire se stia facendo qualcosa per proteggere giudici, centri pro life e chiese dalle bande armate abortiste del Paese ed eventualmente sfiduciarlo.