L’assalto a Trump segna la fine del modello americano
L’irruzione in casa dell’ex Presidente in realtà è il segno e il culmine del dominio di un’oligarchia (politica, finanziaria, mediatica, ecc.) che ha sovvertito l’ordine naturale e legale. Il rimedio, però, non consiste nel ritorno al cosiddetto modello americano, ai «princìpi dei Padri Fondatori», perché questi sono stati concepiti fin dall'inizio per consentire il dominio sociale e politico di una oligarchia.
Blitz dell’Fbi a casa Trump, così finisce la democrazia
Lunedì mattina gli agenti federali hanno fatto irruzione nella villa dell’ex presidente a Palm Beach, sequestrando diversi scatoloni di documenti. Un’azione di polizia, su richiesta del Dipartimento di Giustizia, che non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti. E che si spiega con la logica del nemico politico da abbattere, per la paura dei Dem di una candidatura di Trump nel 2024.
USA, è ancora caccia ai pro life
Abortisti sul piede di guerra dopo la sentenza della Corte Suprema del 24 giugno che ha annullato la Roe vs Wade. Alle coraggiose decisioni di alcuni governatori repubblicani fanno da contraltare Biden e Harris che moltiplicano gli sforzi per diffondere l’aborto e tacciono sulle violenze contro i pro vita.
La lotta per la vita si fa incandescente
La società statunitense è in fiamme, con i pro-life ripetutamente (e fisicamente) attaccati, mentre gli abortisti dispiegano tutte le forze per eliminare l’obiezione di coscienza e i centri di aiuto alla vita, guidati dal duo Biden&Pelosi. E Kamala Harris progetta un tour per promuovere l’aborto.
"Golpe": Bolton scredita, con una parola, gli oppositori venezuelani
Gli Usa organizzano colpi di Stato all’estero? John Bolton, con estrema leggerezza, ne parla alla CNN, per ribadire il concetto che Trump non aveva organizzato un golpe negli Usa il 6 gennaio 2021. L'ex ambasciatore all'Onu tira in mezzo il Venezuela. Ma così facendo scredita l'opposizione democratica che nel 2019 lottò e perse contro Maduro.
Biden in Medio Oriente per ribadire l’impegno USA
Quattro giorni in Israele, Cisgiordania e Arabia Saudita per Joe Biden. Un viaggio non facile, segnato da luci e ombre, con molti interrogativi e un unico punto fermo: confermare agli alleati la presenza americana in Medio Oriente.
Caccia ai giudici pro vita. I Dem fomentano le violenze
Taglie fino a 250 dollari per chi, tra i lavoratori di bar e ristoranti di Washington, segnala dove si trovino i giudici della Corte Suprema che hanno cancellato la sentenza abortista Roe vs Wade. Questo l’annuncio via Twitter del gruppo ShutDownDC. Nuovi incendi alle chiese. E il gotha del Partito Democratico - da Biden a Buttigieg - appoggia le proteste.
Aborto e Corte Suprema Usa: non basta la Costituzione
La storica sentenza americana, al di là dei meriti, non è (ancora?) una vittoria pro-life. Se il riferimento alla Costituzione non impone il diritto all'aborto, nemmeno lo proibisce, prestando così il fianco anche a chi vorrebbe costituzionalizzare il male chiamandolo «diritto». La Costituzione non basta se non si fonda sul diritto naturale.
Aborto, la Corte Suprema USA cancella la Roe. Ora decidono gli Stati
Con un voto di 6-3 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la Roe contro Wade, la sentenza che nel 1973 aveva imposto l’aborto in tutta la nazione. Con essa decadono anche le decisioni collegate, come la Casey contro Planned Parenthood. Il diritto di decidere in materia viene così restituito ai singoli Stati e ai loro rappresentanti eletti. Dichiarazioni infuocate e irresponsabili da parte del gotha del Partito Democratico e dello stesso Biden, disposti a tutto pur di reimporre l’aborto nell’intero Paese. Chiese e centri pro vita temono per la “Notte di rabbia” annunciata dai terroristi pro aborto.
- IL VIDEO: GRAZIE ANCHE A TRUMP, di Riccardo Cascioli
- LA VIGNETTA, di Federico Cesari
Usa, violenze abortiste senza fine. Ma ora l’Fbi indaga
Altri tre centri di gravidanza attaccati nell’ultima settimana. Oltre trecento le strutture pro vita che denunciano un aumento degli incidenti. Il gruppo abortista Jane’s Revenge chiede di esprimere la “rabbia fisicamente” e il Partito Democratico continua a fiancheggiare i terroristi interni. Ma l’Fbi ha deciso finalmente di indagare sugli attacchi e le bombe contro centri pro life e chiese. Intanto, un rapporto mette in luce i costi economici dell’aborto negli Usa: 6,9 trilioni di dollari solo nel 2019.
Usa, minacce a Kavanaugh e nuove violenze degli abortisti
Arrestato un uomo armato di pistola e coltello mentre urlava minacce di morte vicino alla casa del giudice Kavanaugh; 15 attiviste imprecano e si spogliano in una chiesa protestante; ancora molotov e atti vandalici contro i centri pro vita; e gli abortisti puntano a bloccare la Corte Suprema il 13 giugno. I Dem e i media liberal fomentano le violenze.
Aborto, i quattro fronti della guerra negli USA
In attesa che la Corte Suprema decida sul caso Dobbs, si intensifica la guerra sull’aborto. L’industria abortista riceve fiumi di dollari (3,4 miliardi solo nel 2020) da miliardari come Buffett, Bloomberg, la famiglia Hewlett, l’ex di Bezos. Gruppi di sedicenti cristiani, finanziati da Soros, attaccano Cordileone per la Comunione proibita alla speaker Pelosi, ma l’arcivescovo di San Francisco è sostenuto da Catholic Vote e diversi confratelli nell’episcopato. Proseguono gli assalti contro le chiese e le opposte iniziative degli Stati Repubblicani (con leggi pro vita) e Democratici (contro i nascituri).