La svolta del governo Meloni, motivi di speranza
Difficile attendersi una rivoluzione da un governo che si è insediato solo il 22 ottobre scorso e ha avuto appena due mesi per preparare la manovra finanziaria. Ci sono motivi per sperare in un cambio di rotta su tasse, energia, ambiente, natalità. Anche se la crisi che viviamo è generazionale e non basta un governo a invertire la rotta.
Enti pubblici: solo la sinistra può fare lo spoil system
Il governo provvede a sostituire i funzionari, mettendo negli ingranaggi statali i propri uomini al posto dei precedenti, comunque in scadenza. Come da consuetudine e come ha sempre fatto la sinistra, che si straccia le vesti gridando allo scandalo.
Quanto c'è di buono nella manovra del governo
Pur nel breve tempo che ha avuto a disposizione, il governo Meloni ha marcato una forte discontinuità con il passato su molti aspetti qualificanti delle politiche sociali e della gestione dell’economia. Si registrano qualificanti interventi riequilibratori che muovono nella direzione di una valorizzazione del merito e si punta alla crescita.
La democrazia italiana non reggerebbe il presidenzialimo
Nel programma di governo di Giorgia Meloni c'è anche, notoriamente, la riforma semi-presidenziale, introducendo un sistema simile a quello francese. Ma la democrazia italiana è ancora troppo debole per permettersi un sistema semipresidenziale forte in stile francese. Significherebbe solo lo svuotamento del Parlamento e della politica.
“Madre ti odio”: e la Sinistra uccide il materno nelle donne
Dopo aver disintegrato la figura del padre, il kulturame di Sinistra ha avviato un'incendiaria campagna d'odio contro la madre e il materno femminile. I rimproveri della stampa progressista alla Meloni, che ha portato al G20 di Bali la figlia, sono figli dello stesso odio di classe covato contro le donne madri: Murgia, Bindi, Serra, Emma, Colombo. Così l'odio al materno rivela il nichilismo della vita.
La Magistratura Democratica contro il governo eletto
Magistratura Democratica si prepara ad una "lunga stagione di resistenza costituzionale", secondo un suo stesso comunicato. E sugli immigrati illegali l'editoriale di Area titola "Fateli sbarcare". La magistratura di sinistra, anche dopo lo scoperchiamento del caso Palamara, continua a interferire nella vita democratica, contro il governo eletto.
Lucetta Scaraffia è allarmata dalla parola "natalità"
L'aborto non è a rischio con il governo Meloni, scrive Lucetta Scaraffia tirando un sospiro di sollievo. La scrittrice, firma notissima nel mondo cattolico (e già vicepresidente di Scienza e Vita), bolla come ideologici l'aiuto alle madri per superare le costrizioni economiche e il riconoscimento giuridico del concepito.
Dai ministri che sceglie dipenderà la linea Meloni
Gli italiani si aspettano molto dal prossimo governo Meloni, che emergerà da un chiaro risultato alle urne. Ma nella scelta dei ministri potrebbero esserci brutte sorprese. Si parla di braccio di ferro con Berlusconi che vorrebbe la Ronzulli alla Sanità. Ma sarebbe una seconda Speranza. E c'è da temere la liberal Bernini all'Istruzione.
Tutti già pronti ad assediare il governo Meloni
Finanza internazionale, Bce, Commissione: ci sono molti segnali che sia pronto, contro il governo Meloni, quell'attacco concentrico che nel 2011 portò alla caduta dell'esecutivo Berlusconi. Sarà solo un modo di saggiare il suo europeismo, in attesa dei nomi del governo?
L’eredità dei bonus pesa sul prossimo governo
I governi Conte 2 e Draghi si sono distinti per la pioggia di aiuti (fino a 185 miliardi), che non è bastata però a mantenerli in sella. Per Meloni e alleati è un nodo decisivo. Gli sconti sulle bollette non si possono toccare, ma è possibile sfoltire la giungla dei sussidi generalizzati per restituire competitività al Paese.
Conseguenze del voto: resa dei conti nel Pd e nella Lega
L'impatto delle elezioni nazionali sui territori è fortissimo. C'è aria di resa dei conti nel Pd, dove Letta si è già ritirato e potrebbe subentrargli il governatore emiliano Bonaccini o la sua vice Schlein. Conte non ricuce e si tiene il Sud. In Lombardia e Veneto è resa dei conti nella Lega.
- VIDEO: ORA I FATTI, di Riccardo Cascioli
Ungheria e Polonia, vittime del paternalismo democratico dell'Ue
Parlamento europeo contro Ungheria e Polonia. Nella relazione del 15 settembre, il Parlamento ha declassato l'Ungheria ad "autocrazia elettorale" e non più una piena democrazia, dando spazio alla narrazione dell'opposizione ungherese. Il suggerimento della maggioranza dei partiti è quello di privare il Paese del diritto di voto in Consiglio e dei necessari fondi europei (a cui l'Ungheria stessa contribuisce, per altro). Ma anche la Polonia resta nel mirino, dal 2017. E non ha ancora ricevuto i soldi del Recovery Fund. La pressione delle lobby abortiste, in entrambi i casi, è molto forte sui partiti europei.
- IL PD NON PARLA DI ITALIA di Ruben Razzante