La schiavitù nel XXI Secolo è tutt'altro che estinta
Dopo l'appello del Papa contro i nuovi schiavi, indaghiamo su un fenomeno che siamo soliti considerare estinto da un secolo e mezzo. E che invece è ancora vivo e vegeto. Nel mondo ci sono ancora 36 milioni di persone ridotte in schiavitù. Oltre ai casi eclatanti del Califfato e della Nigeria...
L'India vuole "purificarsi" dal cristianesimo
Aumentano gli attacchi contro i cristiani in India, ancora più esposti al pericolo di pogrom, come quello (impunito) dell'Orissa, nel 2008. Leader nazionalisti, come Rajeshwaar Singh parlano chiaramente in termini genocidi, lanciando proclami sulla "purificazione" dell'India. La testimonianza in esclusiva di John Dayal.
Croazia, strada in salita per il presidente Josipović
Ivo Josipović, presidente uscente, post-comunista, ha superato la sua principale rivale di centro-destra di 1,22 punti percentuali. Ora rischia di perdere, a causa dell'impopolarità del governo di centro-sinistra. Ma il voto, fra astensione e protesta alle stelle, rivela un diffuso malcontento. Ora si attende il ballottaggio.
Parte in sordina la missione italiana in Kurdistan
Durante le festività natalizie, con grande discrezione, arrivavano a Erbil, Kurdistan, i primi uomini del contingente militare italiano. Saranno in tutto 500, fra cui 220 aviatori impegnati già da mesi in pattuglie di ricognizione. Il grosso delle forze dovrà addestrare i combattenti curdi.
L'inferno dell'Afghanistan narrato da chi ne è uscito
Farhad Bitani, ex ufficiale dell'esercito nazionale afgano, è nato sotto l'occupazione sovietica, è cresciuto sotto i Talebani ed è diventato adulto nel corrotto e violento Afghanistan post-talebano. Alla fine, nel 2011, è fuggito in Italia. Ne L'ultimo lenzuolo bianco racconta una storia di ordinario abbrutimento.
Croazia al voto, fra un male minore e uno peggiore
La Croazia torna alle urne per scegliere il suo nuovo presidente. Josipović, uscente post-comunista, è ancora il favorito a causa dell'elevato astensionismo. I vescovi velatamente appoggiano Kolinda Grabar-Kitarović, candidata di centrodestra. Che pure è una laicista contraria ai principi non negoziabili.
"Schiacciateli con le vostre auto" Terrore in Francia
Tre attacchi in tre giorni. Ma per le autorità francesi si tratta solo di gesti isolati di squilibrati, non collegati fra loro. Può darsi. Ma all'inizio di novembre le forze dell'ordine francesi avevano sgominato cellule dell'Isis. E i terroristi avevano giurato vendetta. "Schiacciateli con le vostre auto". E puntualmente qualcuno lo ha fatto.
La rabbia afroamericana sfugge di mano
Due poliziotti uccisi a New York. Dilaga la violenza della comunità afroamericana che si sente perseguitata dalla polizia. Prima delle aggressioni e dei delitti si respirava già un clima di violenza, nelle manifestazioni "pacifiche". E la politica progressista americana ha le sue innegabili responsabilità nell'averla alimentata.
Corea del Nord, il "regno eremita" censura gli Usa
Il 25 dicembre doveva uscire un film comico che sfotteva il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, ma non andrà nelle sale cinematografiche. Perché un gruppo di hacker legati alla Corea del Nord ha lanciato tali minacce da indurre la Sony a ritirarsi. Kim Jong-un ha vinto la prima "cyberguerra". Cosa resta della libertà di espressione?
Se l'America si censura nel nome della sicurezza
Gli hacker che hanno colpito Hollywood sapevano di attaccare un bersaglio morbido. Altri casi precedenti, come la tragica vicenda dell'uccisione dell'ambasciatore in Libia, dimostrano che gli Usa sono già pronti a rinunciare alla loro libertà di espressione nel nome della sicurezza.
Cyberterrorismo, la nuova frontiera della guerra
L'arma informatica costa poco, se la possono permettere anche i Paesi meno ricchi, lascia poche tracce e provoca meno scandalo di un'arma vera. Però è in grado di paralizzare interi sistemi militari avanzati, colpire tutti gli apparati pubblici dalla difesa alla sanità, dal fisco all'erogazione di energia e acqua. L'attacco alla Sony potrebbe essere solo un antipasto.
Non solo Pakistan. Non è un pianeta per bambini
Il massacro di bambini a Peshawar in Pakistan, è purtroppo solo una goccia in un mare di violenza. Il rapporto Unicef 2014 esprime preoccupazione per i 230 milioni di bambini che vivono in Paesi lacerati da conflitti, o esposti al forte rischio del terrorismo, come le 15 scolarette morte in un attentato nello Yemen.