Girone torna a casa, ma l'India resiste
Il Tribunale arbitrale istituito all'Aja ha anticipato la sua decisione: Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal governo il 26 giugno 2015. Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India. Ma fonti del governo indiano hanno precisato che le condizioni della libertà provvisoria devono essere ancora stabilite dalla Corte Suprema.
La notizia era attesa da tempo, soprattutto per chi temeva per le condizioni di salute di Salvatore Girone, rimasto da solo a vivere nell’ambasciata di Nuova Delhi dopo il trasferimento in Italia del collega e compagno di sventura Massimiliano Latorre. In una nota la Farnesina ha fatto sapere questa mattina che «il Tribunale arbitrale istituito all'Aja ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal governo il 26 giugno 2015. Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India».
La nota prosegue sottolineando che «il governo ha lavorato per sottoporre l'intera vicenda all'arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due Fucilieri di Marina. L'ordinanza annunciata apre la strada a questo risultato. Si tratta quindi di una buona notizia per i due fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal governo e dai nostri legali. Il governo conta su un atteggiamento costruttivo dell'India anche nelle fasi successive e di merito della controversia».
«La decisione del Tribunale de L'Aja», continua la Farnesina, «recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale. Il governo avvierà immediatamente le consultazioni con l'India affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale».
«Il governo», conclude la nota, «sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall'Italia in favore del Sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all'Italia o all'India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie». Al di là del comunicato ufficiale la notizia è rilevante non solo sul piano umanitario, ma anche su quello politico e rappresenta il primo successo vero conseguito dal governo italiano in tutta la vicenda che rese il via il 15 febbraio 2012.
Una conferma ulteriore che il governo Renzi ha fatto bene a rivolgersi all’arbitrato di una Corte internazionale, iniziativa che i precedenti governi italiani e lo stesso Renzi avevano accantonato cercando invano un’intesa con Nuova Delhi. Reazioni positive si registrano in tutti gli ambienti politici italiani per gli sviluppi nella vicenda dei due marò accusati dall'India di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala. Nei giorni scorsi la Corte Suprema indiana aveva prolungato fino a settembre il permesso di restare in Italia del convalescente Massimiliano Latorre, ma la decisione era stata accolta con freddezza a Roma dove si evidenzia come ormai le uniche decisioni giuridicamente valide siano quelle della corte internazionale cui spetta l’arbitrato.
«Ho parlato qualche istante fa con Salvatore Girone che potrà rientrare in Italia», ha detto Matteo Renzi, a Firenze, durante la conferenza stampa convocata al termine dell'incontro con il premier giapponese Shinzo Abe. Per Renzi quanto deciso dalla Corte, è «un passo avanti davvero significativo, a cui abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione. Lanciamo quindi un messaggio al popolo indiano», ha proseguito il premier, «di amicizia e di volontà di lavorare insieme».
Un messaggio di apertura che a Delhi non sembra essere stato accolto con entusiasmo. «L'Italia non ha interpretato correttamente l'ordine del tribunale. Non è vero che il marine Girone è libero: le condizioni della sua libertà provvisoria devono essere stabilite dalla Corte Suprema», hanno detto fonti del governo indiano all'agenzia di stampa Pti commentando la decisione del tribunale arbitrale dell'Aja. A fine marzo Nuova Delhi aveva definito «inammissibile» il ritorno di Italia di Salvatore Girone.