Appello dei conservatori cattolici a non votare Trump
I cattolici conservatori americani hanno dichiarato guerra a Donald J. Trump. A rompere il ghiaccio per primo è stato Catholic Vote, poi è seguita una lettera aperta firmata dai grandi nomi del mondo intellettuale cattolico statunitense, fra cui George Weigel, biografo di san Giovanni Paolo II.
Per fermare l'onda umana, Erdogan chiede più soldi
Tensione al vertice di Bruxelles fra Ue e Turchia per tentare di arginare la crisi dell’immigrazione. Ankara chiede 6 miliardi e un processo più spedito per entrare in Europa. Renzi e la Mogherini frenano, chiedendo un maggior rispetto dei diritti umani in Turchia. Gli altri membri Ue vogliono chiudere le frontiere.
Ucraina, storia di un conflitto "congelato"
Il dialogo a Parigi fra i ministri degli esteri russo e ucraino (con Germania e Francia nella veste di mediatori) si è concluso con un nulla di fatto. L'Ucraina non ha ancora il controllo dei suoi confini orientali, alla Russia interessa mantenere Kiev sotto pressione con una guerra ibrida nelle province di Donetsk e Luhansk. E il paese rischia di sprofondare nella crisi economica.
Hezbollah "terrorista"? La piazza araba si ribella
Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, che include le monarchie sunnite del Golfo Persico, ha deciso di inserire il partito Hezbollah (sciita) nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Ma le opinioni pubbliche arabe insorgono, anche quelle laiche e progressiste. Perché il loro odio per Usa e Israele supera la causa della lotta al terrorismo.
Il Papa andrà in Pakistan, la frontiera insanguinata
Papa Francesco ha accettato l'invito di visitare il Pakistan. E' stata l'Associazione dei Pakistani cristiani in Italia ad annunciarlo, a sorpresa, con un comunicato rilanciato da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il Pakistan è ancora terra di frontiera per il cristianesimo, l'islamismo è dilagante. Ma qualcosa si muove: un giro di vite contro il radicalismo islamico da parte del governo.
Cruz o Rubio, chi si sacrifica per fermare Trump?
Donald Trump fa il pieno di voti nel super-martedì delle elezioni primarie americane. Ma i delegati vinti dai suoi rivali, se sommati, lo battono. Ora i due contendenti più concreti di Trump sono Ted Cruz (Texas) e Marco Rubio (Florida). Uno dei due deve sacrificarsi, se il Partito Repubblicano vuole unire le forze contro un candidato, come Trump, che perderebbe contro Hillary Clinton.
Regeni mandato allo sbaraglio da professori militanti
Purtroppo Giulio non c’è più, ma parte della responsabilità va attribuita a chi lo ha inviato in Egitto a frequentare ambienti a dir poco pericolosi e che potrebbe averlo dato in pasto ai suoi aguzzini. Fra i suoi insegnanti c'erano frequenti e pubblici contatti con i Fratelli Musulmani, pessime credenziali per chi va in Egitto.
Iran, la fine di un lungo isolamento
E' ancora troppo presto per commentare la vittoria dei riformatori di Hassan Rouhani in Iran, perché la loro affermazione a Teheran può non riflettere le preferenze dell'intero paese. Ma è già certa l'importanza di queste elezioni, le prime che si tengono dopo la fine delle sanzioni economiche all'Iran, dopo un lungo periodo di 36 anni di isolamento economico e diplomatico.
Il popolo muore di fame, Mugabe brinda a champagne
Come ogni anno, anche quest’anno il presidente della Repubblica dello Zimbabwe, Robert Mugabe ha preteso cerimonie solenni e festeggiamenti memorabili per il suo 92° compleanno. Il presidente ha voluto che gli eventi fossero ripresi e trasmessi in tutto il Paese dalla televisione di Stato.
Siria, l'inizio di una tregua che sembrava impossibile
In Siria le armi tacciono. Relativamente. Fra colpi di mortaio, un'autobomba e duelli d'artiglieria, si è combattuto molto meno del solito. Solo nel settore curdo, Ypg e Isis si affrontano in campo aperto. Insomma, la tregua che sembrava impossibile, ha retto nella sua prima giornata. E la Russia, ora, alza il tiro, aprendo un canale diplomatico anche con i sauditi.
Il potere a vita: ecco il vizietto dei leader africani
Al presidente boliviano Evo Morales è andata mala: il referendum ha bocciato la sua pretesa di abolire la legge che limita il numero dei mandati presidenziali. Qualche consiglio glielo potrebbero dare i colleghi africani, grandi esperti in materia: la maggior parte degli Stati africani, infatti, ha presidenti a vita.
L'Italia non se la sente di combattere il Califfato
Prima di parlare di un intervento italiano in Libia, degli eventuali mezzi e risorse da impiegare, il governo italiano ha scelto di attendere ancora. Di vedere se si forma un nuovo governo di unità nazionale in Libia che abbia la fiducia del parlamento di Tobruk. La realtà è un'altra: sia l'Italia che gli altri paesi europei non se la sentono di combattere una guerra vera allo Stato Islamico. Che nel frattempo si espande.