- IL LIBRO
In attesa che la Corte Suprema decida sul caso Dobbs, si intensifica la guerra sull’aborto. L’industria abortista riceve fiumi di dollari (3,4 miliardi solo nel 2020) da miliardari come Buffett, Bloomberg, la famiglia Hewlett, l’ex di Bezos. Gruppi di sedicenti cristiani, finanziati da Soros, attaccano Cordileone per la Comunione proibita alla speaker Pelosi, ma l’arcivescovo di San Francisco è sostenuto da Catholic Vote e diversi confratelli nell’episcopato. Proseguono gli assalti contro le chiese e le opposte iniziative degli Stati Repubblicani (con leggi pro vita) e Democratici (contro i nascituri).
Il 6 e 7 giugno il giudice deciderà se porre fine alla vita del 12enne inglese che i medici considerano cerebralmente morto o dare ascolto alle speranze della famiglia, che si basano sui tanti casi di pazienti dichiarati morti e poi misteriosamente tornati in vita. Come Trenton McKinley, una storia analoga a quella di Archie.
La Chiesa tedesca, una delle più ricche del mondo, nel Cammino Sinodale intrapreso dal 2019, invoca cambiamenti su temi quali il ruolo della donna nella Chiesa, il sacerdozio e la morale sessuale. Il presidente della Conferenza Episcopale, Georg Bätzing ritiene che anche il Papa sia troppo "timido" sulle riforme.
L'emergenza della pandemia è stata usata spesso come pretesto per promuovere un'agenda globalista e imporre politiche altrimenti impossibili da fare accettare. Il globalismo è il contrario della globalità, realtà dell’unità del genere umano accomunato da un unico destino e caratterizzato da relazioni umane fondamentali per la sua vita. Pubblichiano il testo della conferenza tenuta da monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, lo scorso 19 maggio.
In un editoriale Zagrebelsky auspica, in nome della libertà d’espressione, che non vengano censurati gli ultimi manifesti di Pro Vita. Il giurista, iperlaicista, dice una cosa giusta ma per motivi errati. La libertà è autentica quando si fonda sul vero e il bene. In un ordinamento giuridico conforme al diritto naturale, non sarebbe lecito propagandare l’errore e il male (come l’aborto).
Pap Ndiaye è il nuovo ministro dell’Educazione nazionale e della Gioventù francese. Sostituisce Jean-Michel Blanquer e sarà lui il volto della rottura per il nuovo corso di Macron. Più islamista e di sinistra, meno attaccato ai "valori repubblicani". La sua nomina è già un caso perché il predecessore aveva contestato l'islamogauchisme.