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Vaccini e turbo tumori: indizi per la Commissione d'indagine

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Camera e Senato stilano i componenti della Commissione d'inchiesta sul Covid che inizierà i lavori a settembre. Centrale sarà ascoltare i danneggiati da vaccino e indagare anche sugli effetti avversi di cui non si parla, ma su cui emergono sempre più evidenze, come i turbo tumori: in Italia +18mila casi rispetto al pre-pandemia. 
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Attualità 09_08_2024

L’accelerazione degli ultimi due giorni dei presidenti di Camera e Senato ha finalmente messo la parola fine allo stallo nel quale era stata cacciata da quasi un anno la Commissione Bicamerale Covid istituita nell’estate del 2023. Con le nomine dei membri della commissione, decise da La Russa e Fontana per quei partiti dell’opposizione che ancora non avevano indicato dei nominativi, con un chiaro intento ostruzionistico sui lavori della commissione, manca solo ora la prima seduta di insediamento nella quale verrà votato il presidente a settembre.

Poi, l’organo di indagine parlamentare sarà pienamente operativo per scandagliare tutto ciò che è accaduto durante la pandemia.

Come abbiamo scritto più volte sulla Bussola, uno dei campi di indagine più incandescenti, al di là delle analisi normative della decretazione d’emergenza, l’uso del lockdown e il capitolo delle mancate cure precoci durante le due ondate pandemiche del 2020, il banco di prova decisivo per la riuscita della Commissione sarà il capitolo della campagna di vaccinazione di massa imposta a partire dal 2021.

La carne al fuoco è tanta e la volontà dell’organo inquirente di andare fino in fondo in ordine al fallimento dell’efficacia vaccinale e della sua sicurezza sembra attestata dalla presenza di alcuni tra i parlamentari che più si sono spesi in questi anni per cercare di dare voce a quelle evidenze scientifiche che hanno contraddetto, dati alla mano, la narrazione mainstream del vaccino come salvavita.

Nel campo della maggioranza si contano ad esempio il senatore Claudio Borghi, il quale ha già annunciato di voler nominare il dottor Vanni Frajese consulente della bicamerale e i colleghi senatori Gianni Berrino, Marco Lisei, Massimiliano Romeo e Francesco Zaffini. Anche alla Camera è nutrito il parterre di deputati inclini a una narrazione non convenzionale sugli inoculi: Alberto Bagnai e Alice Buonguerrieri su tutti.

Le premesse, dunque, sono incoraggianti anche se per poter funzionare davvero, la Commissione deve non solo analizzare con oggettività le storture della campagna vaccinale, decostruendo il famoso «non ti vaccini, ti ammali, muori o fai morire» di draghiana memoria, ma soprattutto prendere atto una volta per tutte e con autorevolezza parlamentare che esistono i danneggiati da vaccino. E che non solo esistono, ma sono ancora in attesa di essere ascoltati dallo Stato al quale hanno consegnato la loro vita salvo poi essere traditi.

Una prima prova di buona volontà potrebbe essere l’invito in audizione di Federica Angelini, fondatrice e presidente del Comitato Ascoltami, che la Bussola ha iniziato a seguire nel silenzio più totale oltre tre anni fa e che rappresenta ad oggi il più nutrito raggruppamento organizzato di danneggiati da vaccino, con oltre 4000 iscritti.

Perché se non si affronta la prima vera emergenza, quella dei danneggiati da vaccino che ancora lottano per farsi curare - e quella dei tanti decessi inattesi registrati -, anche la Commissione resterà solo un evento di facciata o poco più.

In ragione di questo, la letteratura scientifica e le ammissioni delle case farmaceutiche hanno ormai fornito abbondanti prove sull’esistenza di molteplici reazioni avverse (come paralisi di Bell, trombosi del seno venoso cerebrale, sindrome di Guillain-Barré, miocardite/pericardite, embolia polmonare, ictus, trombosi con sindrome da trombocitopenia, linfoadenopatia, complicanze neurologiche e sulla salute riproduttiva), le quali meritano di essere raccolte e analizzate e che in molti stati occidentali hanno già ottenuto una cittadinanza riconosciuta.

Ma oltre alle reazioni avverse più comuni ce ne sono anche di altre, non meno gravi, che vivono ancora in un limbo dantesco, coperte da tabù e da censure. Ad esempio, lo svilupparsi di turbo tumori a seguito della vaccinazione con i due vaccini a mrna.

È, questo, un campo ancora non affrontato da una sistematica analisi scientifica, ma sul quale esistono già numerose evidenze, che dovrebbero indurre la scienza e la politica ad approfondire una problematica che rischia di essere devastante e potrebbe costituire una nuova e imprevista emergenza sanitaria.

Nei giorni scorsi abbiamo riportato l’esito dell’audizione alla Camera Usa del dottor Robert Malone, l’inventore della tecnologia a mrna, che ha riportato le ammissioni di Moderna sulla potenziale cancerogenicità del vaccino a causa della contaminazione di frammenti di Dna.

L’ammissione di Moderna, però, è solo uno dei tanti elementi che nel corso degli ultimi due anni sono emersi e che ci consegnano oggi una fotografia allarmante su un aumento di tumori proprio a partire dal 2021, anno di inizio della campagna vaccinale in tutto il mondo.

«UN INQUIETANTE SOSPETTO»
Patrizia Gentilini è una oncologa della Cmsi, la commissione medico scientifica indipendente presieduta dal dottor Alberto Donzelli. Ha pubblicato una rassegna scientifica sull’aumento dei tumori che si prefigge di analizzare le testimonianze emergenti e della letteratura disponibile per indagarne i possibili meccanismi eziopatogenetici.

«I primi dati sono relativi allo straordinario e inspiegabile aumento dei tumori – spiega la Gentilini alla Bussola -. Stando all’Italia i dati ufficiali ci riportano un aumento di +18mila casi in tre anni quando fino al 2020 il dato era negativo. Inoltre, i dati ufficiali dell’Office of National Statistics (ONS) del Regno Unito riporta un incremento preoccupante di decessi per cancro nell’età 15-44 anni nel corso del 2021 e del 2022 rispetto ai 10 anni precedenti.

Anche in Svizzera, in base ai dati forniti dalle compagnie assicurative è stato denunciato un aumento del 65% di persone che hanno richiesto farmaci antitumorali nel 2021-2022 rispetto agli 8 anni precedenti, passando da una media di 92.447 soggetti/anno a 153.092». Si tratta di dati che dovrebbero interrogare e non poco le autorità sanitarie e che imputano all’avvio della campagna vaccinale il limite temporale da prendere sotto esame.

Vi sono poi testimonianze e dichiarazioni pubbliche di esperti, oncologi, scienziati e ricercatori in merito ad un incremento dei tumori già dal 2022.

«Ad esempio – prosegue -, quelle di Ute Kruger, la patologa svedese esperta di cancro alla mammella alla quale si deve la definizione di turbo tumori, un neologismo coniato proprio a partire dal 2022 che indica tumori molto aggressivi e di grandi dimensioni comparsi entro pochi mesi dalla vaccinazione; oppure quella di Angus Dalgleish, direttore del dipartimento di oncologia della St. George’s University di Londra che ha scritto una lettera al Bmj per denunciare l’inconsueta ripresa di tumori o la comparsa ex novo sempre a seguito di vaccinazione a mrna».

Dati simili, anche legati ad un eccesso di mortalità per cancro, sono stati raccolti in Giappone con lo studio poi censurato inspiegabilmente dalla rivista Cureus e negli Stati Uniti dove i Cdc segnalano tassi di decessi aumentati del 9,2% nel 2021 e del 16,4% nel 2022.

«Imputate, nel meccanismo di eziopatogeniesi, sembra essere la contaminazione con Dna plasmidico dotato di potenziale rischio oncogeno, che è il vettore utilizzato per la trascrizione dell’mRNA», prosegue la Gentilini, «come dimostrato dal direttore del Cancer Genetics Philip Buckhaults testimoniando davanti alla Commissione per gli Affari medici del Senato Usa avendo sequenziato lui stesso quel Dna».

Al momento, dunque, ci sono indizi ed evidenze scientifiche che meritano di essere approfondite dalla scienza e sostenute dagli organismi governativi. Ecco perché il lavoro che aspetta la Commissione è decisivo.



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