Ecco a voi il governo Conte. Ma a Mattarella non piace
Giuseppe Conte è il giurista indicato da Lega e M5S quale premier del nascente governo. Mattarella, tutt'altro che entusiasta, si è preso ufficialmente 48 ore per decidere. Ad insospettire il presidente è la procedura irrituale della nomina: prima è stato elaborato un programma vincolante poi è stato scelto il premier, suo esecutore
Il presidente interviene a gamba tesa sul governo
Mattarella, solitamente poco interventista e "notarile" nei suoi anni di presidenza, ora non fa mistero di non gradire la coalizione di governo Lega-M5S. E fra i due non gli piace la Lega, in particolar modo. In linea con Cossiga, Scalfaro e Napolitano, interviene sempre più nella politica. Ma siamo diventati una repubblica presidenziale?
Il ritorno a sorpresa di Silvio, l'immortale della politica
Oltre alle trattative per un governo fra Lega e 5 Stelle, la vera notizia è il ritorno di Silvio Berlusconi. Ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Milano la “riabilitazione”, quella che cancella tutti gli effetti della condanna che aveva subito nel processo sui diritti tv Mediaset. Ora è di nuovo candidabile. Punterà a tornare alle urne?
Renzi vuole una rivincita. Ma l'Italia vuole un governo
Mentre i negoziati fra partiti e Quirinale non riescono a produrre alcun governo, si consuma l'ennesimo psicodramma in casa Pd. Renzi vuole una rivincita nella direzione Pd di oggi, è convinto che lo stallo attuale sia prodotto della mancata riforma costituzionale che lui avrebbe voluto. Intanto si avvicina l'ipotesi del governo tecnico. E il voto.
Governo del Presidente, il piano B di Mattarella
Governo: il secondo giro di consultazioni è stato apparentemente infruttuoso. Ora i casi sono due: un mandato esplorativo a Di Maio o Salvini (o un altro premier di loro fiducia). Ma i veti incrociati e le maggioranze che mancano rendono difficile questa strada. Altrimenti? Un governo scelto da Mattarella. E poi al voto nel 2019.
Lega e M5S ostaggi di promesse inesigibili
La Lega ha battuto tutti i record di consensi con lo slogan "via la riforma Fornero" sulle pensioni. Mentre il M5S è diventato il primo partito promettendo il reddito di cittadinanza. Entrambe le proposte sono inattuabili, quando non sono superflue.
"Euroscettici" in Italia, stampa anglofona confusa
Come ci vedono. I media anglofoni non capiscono che il voto è stato vinto dai figli "bastardi" della sinistra internazionale. Perché sia la Lega di Salvini che, soprattutto, il Movimento 5 Stelle, sono figli dell'ideologia di sinistra predicata dagli stessi giornalisti che ora gridano all'allarme populismo ed euroscetticismo.
Flat Tax, una rivoluzione fiscale formato famiglia
Storia ed evoluzione di una proposta di riforma fiscale fatta propria dal centrodestra: la flat tax (tassa ad aliquota unica). Sarebbe un risparmio per i lavoratori, per le imprese e anche per le famiglie. E manterrebbe intatto il principio di progressività. Ma rischia di restare sulla carta, se mancano le necessarie coperture di bilancio.
Quei vescovi con l'ossessione di Salvini
Continuano le polemiche per l'uso "improprio" di Vangelo e Rosario da parte del leader della Lega, ma monsignor Perego - che tanto si scandalizza - nulla ha avuto da dire sulle leggi anti-vita e famiglia della passata legislatura né sulla Bonino a far comizi in chiesa.
Ad Arcore, Berlusconi detta le regole a Salvini
Mentre a sinistra è crisi per Renzi, Berlusconi detta le sue regole del gioco a Salvini. Imponendogli di giocare sul suo terreno, ad Arcore, aggiudicando il maggior numero dei collegi per Forza Italia. Intanto, forse persuaso da Berlusconi stesso, Maroni non si ricandida in Lombardia. Sarà candidato per eventuali "larghe intese"?
Ddl "omofobia": l'appoggio di Maroni, il silenzio della Chiesa
Il presidente della Regione Puglia vuole una legge che obblighi ad educare secondo l'ideologia gender contro la libertà di espressione e di stampa "per spingere Roma ad approvarne una simile". Il tutto sta avvenendo, nel silenzio dei vescovi e con l'appoggio di Maroni, che la sta utilizzando come contropartita per il cammino dell'autonomia.
I referendum forgiano nuove alleanze territoriali
Effetti collaterali dei referendum lombardo e veneto per l'autonomia: le alleanze si sono sfaldate e ricomposte in un voto trasversale pro-autonomia. Ma la tendenza è una: verso il decentramento, la frammentazione territoriale. Non solo in Italia, ma anche nel resto d'Europa.