Dio abita in Toscana, un viaggio alla riscoperta del vero
Luoghi, artisti, poeti, filosofi, santi, madonne, opere letterarie, battaglie e disfide teologiche, il tutto immerso nella storia di un popolo profondamente segnato dalla fede cristiana. Ecco il libro “Dio abita in Toscana” di Antonio Socci.
Cristo-Pellicano: le verità eterne riflesse nel regno animale
Battuta all'asta per 5 milioni di sterline la Crocifissione del Beato Angelico che illustra il significato della scena servendosi di un simbolo molto particolare, attingendo a fonti bibliche e a una lunga tradizione.
Il Beato Angelico, quando l’arte diventa preghiera
Fra Giovanni da Fiesole, meglio noto come il Beato Angelico, riuscì a fondere contemplazione e pittura, lasciandoci opere immortali che trasmettono in semplicità la bellezza della fede. Un modello che indica agli artisti, di cui è patrono, la loro grande responsabilità.
Due mostre per vivere la bellezza del Natale
A Milano due mostre essenziali, ma di straordinario valore, ci introducono al fascino della Natività. Attraverso opere di maestri come Raffaello, Tino di Camaino, Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli, siamo condotti a riconoscere la ricchezza del mistero dell'Incarnazione.
Beato Angelico: il martirio di Stefano voluto dal papa
Nicolò V chiese al Beato Angelico di dipingere le storie di due protomartiri, Stefano e Lorenzo, quali modelli di eloquenza e di carità, virtù cui il Papa voleva ispirarsi. Stefano è ritratto in tutta la sua forza e mitezza insieme, che gli permettono di non tacere Cristo e di morire per lui con grande pace.
L'Angelico, il Calvario affollato e un augurio
“Chi fa cose di Cristo, con Cristo deve star sempre”, era solito ripetere il Beato Angelico, il frate domenicano pittore. Nel convento di San Marco a Firenze, Museo Nazionale, si vedono le sue Storie di Cristo. Dominante il tema della Passione: santi, protettori di Firenze e fondatori degli ordini monastici convenuti ai piedi della Croce osservano il Crocefisso, meditano sulla Redenzione...
Il Giudizio del Beato Angelico dove c'è chi prega per noi
Il dipinto recentemente restaurato si trova presso il Museo Nazionale di San Marco a Firenze: il Figlio divide chi Lo ha riconosciuto da chi Lo ha rinnegato. I dannati hanno posture disarticolate, espressione di angoscia e disperazione. L’opposto di quanto accade sull’altro lato della raffigurazione dove gli angeli invitano i beati a un gioioso girotondo. Infine c'è chi intercede per gli uomini.
Cosma e Damiano: la vita per Gesù, la gioia per l’eternità
Tra i molti pittori che cointribuirono alla fortuna iconografica dei santi Cosma e Damiano c’è il Beato Angelico, che eseguì diversi dipinti sui due martiri, compresa la splendida Pala di San Marco commissionata da Cosimo de’ Medici. Ma molto prima del rinascimento fiorentino, uno splendido mosaico absidale era stato realizzato (VI secolo) nella basilica romana intitolata ai due santi, raffigurati mentre compaiono davanti a Cristo Giudice
Il fascino della Maddalena sui pittori d’ogni epoca
Tra i molti pittori che si sono cimentati nel dipingere l’incontro tra Maria Maddalena e Cristo Risorto c’è Giotto, che per la Cappella degli Scrovegni raffigurò la santa con il corpo proteso in avanti, in ginocchio. E poi tornò sul tema ad Assisi. Di grande interesse anche i dipinti del Beato Angelico e di Tiziano, artisti diversi per stile ma entrambi “incuriositi” dall’evento.
Beato Angelico, il pittore che «ha veduto il Paradiso»
Al secolo Guido di Pietro, furono i contemporanei a chiamarlo Beato Angelico per la profonda spiritualità della sua pittura. Aveva compreso che il vero fine dell’arte è veicolare la Bellezza e la Verità, come dimostra, tra le sue molte opere, l’Annunciazione dipinta per il convento fiorentino di San Marco. Tra gli ammiratori dell’Angelico, la cui festa liturgica ricorre il 18 febbraio, Michelangelo. Che di lui diceva: «Quest’huomo l’ha veduto il Paradiso»
Il Gesù della Trasfigurazione secondo il Beato Angelico
Per perfezione compositiva e sofisticata resa del colore e della luce, l’affresco della Trasfigurazione, custodito al Museo di San Marco (Firenze), è da sempre attribuito all’Angelico. Il Cristo è ieratico, come appare nelle icone bizantine. Si erge, maestoso, in piedi su un’altura rocciosa, le braccia spalancate a preannunciare la croce. La luce Lo trasfigura a tal punto che sembra di udire le parole dei Vangeli: «Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo!».