Padre Maccalli: Niger, Mali e Burkina Faso in mano ai jihadisti
Tre Paesi schiacciati fra gli attentati e la spietata politica dei governi che espongono i civili alle rappresaglie dei terroristi. A spiegarlo è il missionario rapito sei anni fa.
11 settembre, 22 anni dopo in Africa il jihadismo è vivo e attivo
L'Africa è il continente in cui Al Qaeda ha fatto proseliti, prima che bin Laden si trasferisse dal Sudan all'Afghanistan. Ed è in Africa che ha compiuto i primi mega-attentati a Nairobi e Dar es Salaam. Ventidue anni dopo l'11 settembre, il jihadismo infesta una ventina di Paesi africani.
Più che la fede, è il lavoro: un business chiamato jihad
Un report dell'Undp conferma che l'arruolamento jihadista in Africa è spinto soprattutto dalla "promessa" di lavoro e di guadagno, mentre le motivazioni religiose di fede nell'Islam sono relegate ai margini (17%). Un motivo in più per puntare il dito contro la debolezza dei governi africani nel contrasto e nella prevenzione.
È stata liberata in Burkina Faso suor Suellen Tennyson
Era stata rapita ad aprile da uomini armati penetrati nella casa delle Suore Marianite della Santa Croce di notte
Ayman al Zawahiri, l'ideologo del terrore
Con l’uccisione di Ayman al Zawahiri muore la mente dell’11 settembre e l’ultimo membro di spicco di Al Qaeda, la rete del terrore. Ma soprattutto: il “curriculum” di Zawahiri dimostra quanto siano permeabili i confini fra i Fratelli Musulmani e i movimenti jihadisti più radicali.
Al Zawahiri ucciso dagli Usa. Ruolo ambiguo dei talebani
Il leader di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri, è stato ucciso da un drone statunitense nella sua abitazione a Kabul. I talebani protestano ufficialmente. Ma potrebbe essere partita da alcuni di loro la soffiata per trovare il nascondiglio di un ospite "ingombrante" dell'Afghanistan.
- L'IDEOLOGO DEL TERRORE di Stefano Magni
A Reggio Emilia, preso il jihadista della porta accanto
Smantellata una cellula terrorista jihadista in tutta Europa. La sua centrale operativa era proprio in Italia, dove agiva Yaseen Tahir, immigrato musulmano di Fabbrico (Reggio Emilia). L'Italia è ancora il ponte del terrorismo in Europa. Molti sono anche i jihadisti che sono sbarcati coi barconi sulle nostre coste prima di colpire.
Attentati a gogò, i jihadisti in Africa "celebrano" i Talebani
Oggi gli americani dall'Afghanistan, domani i francesi dal Sahel: le missioni internazionali per combattere il jihadismo si ritirano, vista l'impossibilità di sostituirsi a incompetenti governi locali. E i gruppi jihadisti, in tutta l'Africa, esaltati dalla vittoria dei Talebani, lanciano una serie di attacchi violenti contro civili e militari.
L'Afghanistan tornerà ad essere la base del terrorismo
La Nato era rimasta in Afghanistan per 20 anni, non tanto per "esportare la democrazia", ma per combattere il terrorismo dopo gli attacchi dell'11 settembre. E adesso, dopo la fine della missione? Gli accordi di Doha, che hanno preceduto il ritiro degli Usa, prevedevano pace in cambio della dissociazione dei Talebani dal terrorismo anti-americano. Ma i Talebani, già da ora, hanno disatteso le promesse. Invece che trattare con il governo di Kabul lo hanno rovesciato. Il rischio che torni il terrorismo dall'Afghanistan è forte: ci sono gli uomini, liberati dalle prigioni di massima sicurezza, ci sono le armi, lasciate indietro dagli americani. E c'è il "mito" jihadista del Paese che ha sconfitto l'America.
Rapito un sacerdote in Nigeria
Padre Wada potrebbe essere stato sequestrato da Boko Haram dato che di lui si sono perse le tracce vicino a Maiduguri, la capitale dello Stato del Borno terreno d’azione del gruppo islamista
Il cardinale Sako rievoca la figura dell’arcivescovo di Mosul, monsignor Rahho, rapito e ucciso nel 2008
Monsignor Paul Faraj Rahho era stato rapito il 29 febbraio all’uscita dalla chiesa del Santo Spirito di Mosul. Il presule è uno dei tanti martiri cristiani che contrassegnano la storia dell’Iraq
Così parlò bin Salman, amico dell'Occidente
Si è parlato molto e con ampio anticipo dell’intervista rilasciata dal principe saudita Mohammed bin Salman al The Atlantic, nel corso della sua visita negli Usa. Una volta pubblicata il 2 aprile, possiamo vedere che una cosa è certa: è un’intervista che va presa con beneficio di inventario. Ma quel che esprime è già importante.