Nel sesto Cielo, tra gli spiriti giusti
Il viaggio nella terza cantica della Divina Commedia prosegue con la salita di Dante al sesto Cielo, detto di Giove. Simbolo: l’aquila. Da questo Cielo deriva la giustizia umana, che il potere temporale ha il dovere di custodire.
Dante sale al sesto Cielo, detto di Giove, dove sono collocati gli spiriti giusti. Alcune anime si dispongono formando dinanzi al poeta la scritta Diligite iustitiam, qui iudicatis terram ovvero «amate la giustizia voi che giudicate la terra». Altre scendono e si fermano in prossimità della lettera M, formando la figura di un’aquila.
Da questo Cielo deriva la giustizia umana, che l’impero (ovvero il potere temporale) ha il compito di conservare sulla Terra. Anche Dante è stato vittima dell’ingiustizia, condannato a morte in contumacia per baratteria, pur se innocente. L’imperatore è il garante in Terra della giustizia per tutti, non solo per i potenti e i ricchi. Per questa ragione all’immagine della croce, segno della Redenzione, che caratterizzava il quinto Cielo, si sostituisce qui quella dell’aquila, simbolo dell’impero.
Nella puntata odierna Dante incontra i grandi spiriti giusti della storia e sente aspri rimproveri nei confronti di quei sovrani che non governano con giustizia.