Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Natale, una storia vera/7

La festa delle Luci, il 25 dicembre e la Luce del mondo

La Sacra Scrittura ci dice che il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. La festa ebraica delle luci inizia in una data, il 25 kislev - mese che si colloca a cavallo tra novembre e dicembre - che fa drizzare le antenne. Non c’è la certezza della data esatta del Natale, bensì un intorno di giorni, ma la lettura dei due Testamenti e i fatti storici rendono plausibile il 25 dicembre.

Ecclesia 24_12_2020

La mole di informazioni accumulate (vedi qui, qui, qui, qui, qui e qui) fornisce l’anno (2 a.C.) e il periodo (fine anno) in cui nacque Gesù: adesso possiamo cercare di comprendere il perché la data che festeggiamo sia proprio il 25 dicembre.  L’argomento da portare a sostegno non può essere meramente matematico o apodittico: è ragionevole concedere agli scettici che non basti aggiungere nove mesi alla data dell’Annunciazione per conoscere automaticamente la data di nascita e che dire nel “sesto mese” di una gravidanza non coincida necessariamente con la fine del mese, ma solo con uno qualunque dei giorni che lo compongono.

Tuttavia gli indizi raccolti si imbattono con una circostanza molto particolare. La Sacra Scrittura è esplicita: il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in una terra caliginosa di ombre di morte risplendette una luce (Is 9,1). La festa ebraica delle luci inizia in una data, il 25 kislev, che fa drizzare le antenne. Il mese di kislev nel calendario lunare è il terzo dell’anno civile e il nono dell’anno ecclesiastico. Nel nostro calendario si colloca a cavallo di novembre/dicembre. La festa dura otto giorni. Ogni sera sulla menorah si accende una luce laterale, utilizzando la fiamma della candela centrale per le otto sere fino al 2 o 3 teveth. L’ultima sera c’è il massimo della luce.

Se l’Annunciazione fu, come ho ipotizzato, all’inizio di marzo - com’è possibile in base ai mesi di gravidanza di Elisabetta - 38 settimane dopo siamo proprio a fine novembre. La festa di Hannukah iniziò quell’anno il 20 novembre e terminò tra sabato 27 e domenica 28 novembre. San Giovanni nel suo Vangelo non parla esplicitamente del Natale, ma inizia definendo Gesù la luce del mondo. In 2 Maccabei 10,6 si dice che la festa è in piena allegrezza. Il Natale è festa della gioia e l’annuncio dato ai pastori è “vi annuncio una grande gioia”.

La circostanza della Festa delle Luci si abbina alla presenza dei pastori: molti profeti fecero riferimento a Gesù come Buon Pastore. Al contempo Gesù è l’Agnello di Dio: in effetti condivide con molti agnelli il tempo della nascita e con gli agnelli nati nel suo mese il destino di essere macellati a Pasqua. Gesù verrà crocifisso nel giorno e nell’ora in cui al tempio si sacrificano gli agnelli per la Pasqua ebraica, il 14 nisan.

La festa fa memoria dei misfatti di Antioco Epifane, che profanò il tempio nel 145 dell’era seleucide il 15 di kislev. Il 25 kislev di quell’anno furono offerti sacrifici sull’altare degli olocausti (1 Mac 1,59), insieme ad altre disposizioni ancor più violente e tragiche. La rivolta degli Ebrei fu determinata e in capo a tre anni rimediò alla profanazione: il 25 kislev dell’anno 148 dell’era seleucide (1 Mac 4,52) il tempio venne ridedicato conformemente alla legge. Per i più curiosi, l’anno della dedicazione nel nostro calendario fu il 163 a.C.  

La successione dei mesi, dal giorno dell’espiazione (10 tishri) al quinto mese di Elisabetta e alla nascita di Gesù; la Festa delle Luci prima dell’inverno; le condizioni climatiche; il fotoperiodo delle pecore e l’Agnello di Dio; i pastori e il Buon Pastore: se fosse tutta una leggenda si resta stupiti per i tanti riscontri storici.

Quel 25 del mese cattura l’attenzione… Un tempio profanato e la sua nuova dedicazione: non suggerisce il tempio di Dio, l’uomo, il vertice della creazione, profanato dal peccato e qui riportato alla sua luce, vestito proprio da Chi l’ha creato? E poi le allusioni di Gesù al tempio del suo corpo, che se distrutto risorgerà il terzo giorno? Intanto Gesù nasce a Betlemme (“casa del pane”) e Cristo si darà a noi nel suo corpo, sotto la specie del pane, facendosi ostia-agnello sacrificale e perciò versando il sangue-vino…   

Nel quarto Vangelo troviamo “era la festa della Dedicazione ed era d’inverno” (Gv 10,22). La festa detta delle luci segue il calendario lunare. L’anno in cui nacque Gesù fu particolarmente “bassa”, anteriore all’inizio dell’inverno più ricco di precipitazioni. Nel caso citato da san Giovanni era più “alta”.

Gesù, Luce del mondo, è nato in quei giorni. Tra l’altro la scelta del 25 dicembre adottata per festeggiare il Natale nel calendario attuale risulta del tutto logica, senza appoggiarsi a tradizioni estranee alla Bibbia. Il 25 è il giorno che ci interessa e il mese di kislev generalmente si sovrappone a dicembre. Il giorno più luminoso è l’ultimo, già nel mese di teveth, ma la festa è identificata dal 25 di kislev, la data iniziale. In effetti il giorno culmine della dedicazione del tempio umano si accese ben altra luce... 

Circa il fatto che il Vangelo di san Giovanni parli della Festa delle Capanne (più abituale riferirlo a quella celebrata a settembre/ottobre), prima di scandalizzarsi inutilmente c’è da sapere che anche il secondo libro dei Maccabei parla di “festa delle Capanne del mese di kislev” (2Mac 1,9). Si usava dire anche così.

In definitiva è plausibile il 25 dicembre come data del Santo Natale di Nostro Signore. Non ci sono solo i paganeggianti Sol invictus e mitraismo, per altro di molto posteriori al culto dei primi cristiani nell’imposizione che ne vollero gli imperatori romani anti-cristiani. È vero che non c’è la certezza della data esatta, solo un intorno di giorni, ma c’è la precisa logica di una scelta storicamente prossima ai fatti che ha costituito la primissima tradizione, solidamente attestata dai Vangeli.   

Il Natale è diventato una festa “fissa” nel calendario, mentre la Pasqua è rimasta “mobile”. Per Pasqua è stata mantenuta l’oscillazione nel calendario dovuta al giorno della prima luna piena dopo l’equinozio primaverile, ma spostandola alla domenica e non al 14 nisan della Pasqua ebraica. Per Natale è invece stato scelto il riferimento al 25 kislev (data mobile nel calendario ebraico) e alla Festa delle Luci con tutti i suoi rimandi simbolici, ma fissandola alla data del 25 dicembre in un calendario solare. Non è certo che Gesù sia nato proprio un 25 dicembre, anche se capitano degli anni in cui il 25 dicembre e la data che viene otto giorni dopo il 25 kislev coincidano. Nel 2 a.C. non fu così, ma non è questo il punto. Anche a Pasqua si festeggia la Resurrezione di domenica e non è quasi mai il giorno di calendario in cui avvenne a Gerusalemme.

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