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NATALE, UNA STORIA VERA/1

25 dicembre, una data fondata sulla realtà

Davanti alla tendenza di perpetuare luoghi comuni sulla nascita di Gesù, secondo cui il 25 dicembre è solo una data simbolica, per la fede è invece importante riscoprire la storicità di quell'evento che ha cambiato la storia. A cominciare dal giorno e dall'anno della nascita.

Ecclesia 09_12_2020
Natale di Gesù

Le polemiche sulle Messe della notte di Natale, anticipate causa lockdown per Covid, hanno riproposto i soliti luoghi comuni sulla storicità del Natale. Anche alcuni prelati hanno attribuito al 25 dicembre una data puramente simbolica per significare la nascita di Gesù, ignorando la quantità di studi che attesta il contrario. Eppure la storicità degli avvenimenti riguardanti la vita di Gesù è fondamentale per comprendere la portata dell'annuncio del "Verbo che si è fatto carne". Per questo con alcuni articoli andremo a verificare nella storia quanto asserito dai vangeli attorno alla nascita di Gesù.

Uno dei luoghi comuni che viene ripetuto più spesso è che, fissando la data del Natale di Gesù al 25 dicembre, i cristiani abbiano rubato una festa pagana, quella del Sol Invictus, il solstizio d’inverno. Peccato per loro che sia attestato che fu Marco Aurelio Probo a ufficializzare il culto del Sol Invictus importandolo dall’Oriente, da Palmira al colle Quirinale, nel 274 d.C.  
Guarda caso Marco Aurelio lo ha imposto proprio il 25 dicembre, mentre il solstizio astronomico, allora come oggi, cade qualche giorno prima. Infatti Licinio, una quarantina d’anni appresso, lo spostò al 19 dicembre. Invece i cristiani festeggiavano il 25 dicembre la nascita di Cristo. Sant’Ippolito di Roma, che scrisse in greco il suo Commentario su Daniele, ce ne ha lasciato una memoria che data almeno all’inizio del terzo secolo.

Nel testo della kalenda presente nel Martirologio romano e che è tornata ad essere utilizzata nella Messa notturna del Santo Natale, leggiamo: “All’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno 752 dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto… Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo… concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria”.

I tre riferimenti temporali sono coerenti ed esatti. Ma dobbiamo prima metterci in condizione di interpretarli.

Gli anni ab Urbe condita (AUC) sono computati dal 21 aprile 753 a.C. secondo quanto stabilì Marco Terenzio Varrone. Il ragionamento di Varrone ci è noto da testimonianze indirette. Censorino riferisce che Varrone conciliò i calendari di diverse nazioni per ordinare la cronologia fino alla prima olimpiade. Anche le Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio forniscono numerosi rimandi all’anno olimpico. 

L’interesse di Varrone per la materia fu stimolato dal nuovo calendario, appena voluto da Giulio Cesare, forte di un approccio moderno alla materia e degli archivi dei documenti dell’Urbe. Varrone non lavorò da solo e il nome più noto tra i suoi consulenti è quello del matematico, filosofo e astrologo Taruzio, riportato tra l’altro da Cicerone, Plinio maggiore e Plutarco. Dei calcoli che dovette effettuare Varrone resta un’eco in uno scritto di Censorino (vissuto nel III secolo) che permette di correlare gli anni olimpici e gli anni dalla fondazione di Roma nel calendario di Varrone: l’anno è quello del consolato di Pio e Ponziano, nel 238 d.C. (secondo Dionigi il Piccolo) che fu nel 991 AUC -1014° anno delle olimpiadi.

Questa istantanea del III secolo è anteriore al lavoro svolto da Dionigi il Piccolo (nel VI secolo). La prima olimpiade estiva si tenne nel 776 a.C. Il quadriennio olimpico iniziava dal primo luglio. Gli anni olimpici sono sfasati di sei mesi rispetto al calendario giuliano, che inizia a gennaio e questo semestre ha favorito qualche incertezza: in prevalenza gli storici hanno attribuito l’evento associando l’anno consolare all’anno olimpico nel quale i consoli entravano in carica (pur essendo il secondo in anticipo di sei mesi); lo stesso problema lo si ebbe per sincronizzare gli anni consolari con gli anni del calendario egiziano alessandrino.

Roma venne fondata nell’anno terzo della sesta olimpiade: la prima olimpiade data nel 776, il 776-775 (1 luglio su 30 giugno) fu l’anno I della II olimpiade, che si tenne nel 772. Di quattro in quattro si giunge alla sesta olimpiade nel quadriennio 756-752, per cui il terzo anno del quadriennio è il 754-753 e, trattandosi del mese di aprile, non può che essere il 753. Dionigi il Piccolo fa coincidere l’anno 1 con il 754 AUC, il 753 AUC è l’1 a.C. e il 752 di Roma è inequivocabilmente, per il martirologio, correlato all’anno 2 a.C.  L’olimpiade 194 va dal luglio del 4 a.C. a giugno dell'1 d.C. (l’anno zero non c’è e nel nostro attuale calendario al brindisi di capodanno i cellulari e i vari cronografi digitali passerebbero dalle 23.59.59 del 31/12/1 a.C. alle 00.00 del 1/1/1 d.C.). I mesi successivi a luglio del 2 a.C. sono nel terzo anno della centonovantaquattresima olimpiade.

Ottaviano Augusto era nipote, per parte di madre, di Giulio Cesare. Seguì lo zio anche come combattente. Quando Cesare festeggiò il suo trionfo nel 46 a.C. Ottaviano vi partecipò e ottenne onori militari. Giulio Cesare lo adottò nel 45 a.C. Nel 44 a.C., il fatidico anno delle Idi di marzo, nominando i magistrati in anticipo com'era solito fare, incluse il nome di Ottaviano per il 43 a.C. L’omicidio di Giulio Cesare aprì una fase di incertezza che trovò equilibrio dopo cruente battaglie militari che costarono la vita nell’aprile del 43 a.C., ai consoli Irzio e Pansa. Ottaviano Augusto si candidò al consolato, ma al rifiuto del senato (addotto a causa della sua giovane età), si impose con i veterani fedeli allo zio.

Eletto dai comizi, come primo atto il nuovo console revocò l'amnistia per i cesaricidi e istituì un tribunale per giudicarli. Poi, dopo aver fatto riconoscere la sua adozione e mutato il nome in Gaio Giulio Cesare Ottaviano, decise di riappacificarsi con Lepido e Antonio e con Lex Titia del novembre del 43 sancì legalmente il proprio potere nel triumvirato.

Ippolito nel riferire del 25 dicembre scrive anche l’anno: il 42° del regno di Augusto. Gesù nacque necessariamente a fine anno del 2 a.C., altrimenti, se per esempio si fosse trattato di ottobre o inizio novembre, Augusto (che compiva gli anni di regno a fine novembre) per Ippolito sarebbe ancora nel 41° anno di regno.     

Ireneo di Lione, coevo ad Ippolito, propone il 41° anno di Augusto. A Roma si usava contare come anno 1 il momento dell’accesso al regno e così mentre il 42° anno di Ippolito è certamente il 2 a.C. Ireneo alla maniera orientale conta l’anno 1 con un ritardo di poco più di un mese, ma il “suo” 41° anno è ancora il 2 a.C.

Nei primi anni del terzo secolo scrive anche Tertulliano che, a scanso di equivoci, abbonda di riferimenti: Gesù è nato nel 41° anno di Augusto, 15 anni prima della sua morte (agosto del 14 d.C.) e 28 anni dopo la morte di Cleopatra (nel 30 a.C.): così non ci sono più dubbi che si tratti del 2 a.C.  

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