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INTERVISTA A BELLAVITE

«I senatori sapevano che il vaccino non fermava il virus»

L'ammissione di Pfizer sui vaccini testati in fretta non coglie di sorpresa il professor Paolo Bellavite, che esattamente un anno fa avvertì i senatori: «Mostrai in audizione che il vaccino non interrompeva la trasmissione, ciononostante approvarono gli obblighi. Nessuno ora può fare finta di non sapere». 

Attualità 13_10_2022

Professor Paolo Bellavite, Pfizer ha ammesso che non sapeva se il vaccino avrebbe interrotto la trasmissione del virus. E adesso?
E adesso spero che la politica non faccia finta di niente. Di sicuro è clamoroso che queste cose vengano ammesse in un organismo della Commissione, ora nessuno avrà più scuse. Bisogna togliere immediatamente l’obbligo.

È stupito?
Per nulla. Quanto dichiarato ufficialmente dalla rappresentante Pfizer si sapeva già dal dicembre 2020. Ai partecipanti dello studio Pfizer-Biontech non è stato fatto neppure un tampone di screening. Poi nell’estate 2021 è emerso dall’uso pratico sul campo che i vaccinati potevano trasmettere il virus come i non vaccinati. Ma ciò che mi indigna è altro.

Cosa?
Io e altri come Marco Cosentino abbiamo portato le prove della mancanza di test sull’efficacia anche alla Commissione Affari Costituzionali del Senato. In più con la Commissione Medico Scientifica Indipendente organizzammo un convegno a Roma in cui invitammo tutti i gruppi politici e i ministri.  

Perché dice questo?
Perché il governo e i parlamentari della scorsa legislatura non possono fare finta di nulla adesso o accampare la scusa che potevano non sapere. Sapevano tutto perché noi gliel’avevamo detto, nonostante questo hanno imposto gli obblighi e il “nazipass” continuando a mantenerlo in vigore contro le evidenze.

Dunque, ricapitolando: l’assenza dei dati sulla sicurezza è sempre stata accertata, prova ne sono i tanti effetti avversi incontrollati; ora si aggiunge l’assenza dei dati sull’efficacia, non in chiave di protezione, ma in chiave di anti-trasmissione?
Esatto, ma ripeto. Il primo a denunciarlo è stato Peter Doshi in un articolo sul British Medical Journal.

Che cosa diceva?
Elencava i principali difetti dei nuovi sieri e spiegava come Pfizer avesse studiato 36mila persone divise in due gruppi. Ebbene: la misura della cosiddetta efficacia era stata fatta solo su quelli sintomatici che avevano la malattia, ma per tutti gli altri casi, anche due colpi di tosse, è stato lasciato alla soggettività dei partecipanti raccolti dalle varie parti del mondo. Insomma, uno studio fatto coi piedi.

La numero due Pfizer ha detto “fatto in fretta”…
Allora, provi lei a fare una Ferrari in fretta e non metterci i freni perché l’importante è che cammini…. E poi vediamo se non dice che è fatta coi piedi. La cosa che mi indigna maggiormente è il suo ghigno semi imbarazzato quando dice che “bisognava andare al passo della scienza”, ma questo non è il passo della scienza! La scienza non ti autorizza a imbrogliare la gente.

E lei queste cose dice di averle dette al parlamento italiano?
Certamente. Era l’ottobre 2021, aspetti che vado a controllare… ecco: era il 7 dicembre ’21, ero stato chiamato all’audizione in Senato dalla Commissione Affari Costituzionali. Presentai delle slide dove dicevo proprio che mancavano le prove che il “vaccino” interrompesse la trasmissione, anche Cosentino disse la stessa cosa.

Siete stati profeti…
Siamo scienziati…

Però siete stati emarginati.
Questo lascia l’amaro in bocca perché il Governo e il Parlamento avrebbero avuto tutti gli elementi per agire di conseguenza, almeno non imponendo il vaccino e lasciando la libertà di scelta ad ognuno. Non c’è stata onestà, da parte loro. E soprattutto è venuto meno il compito delle autorità regolatorie, Aifa per l’Italia e Ema per l’Europa. Sapevano tutto, ma hanno lasciato fare come se il “vaccino” fosse un medicamento miracoloso. È stata una truffa contro l’umanità che è costata la libertà e la salute di milioni di cittadini in Europa.