Bannon contro Trump, una guerra civile conservatrice
Fire and Fury: Inside the Trump White House del giornalista Michael Wolff svelerebbe retroscena scottanti su Donald Trump, rivelati dall'ex alleato Steve Bannon, ora in disgrazia. Due considerazioni. Primo: nessuno parla di scandali analoghi in casa Clinton. Secondo: nessuno vede le radici culturali del dissidio.
Trump contro Putin: i missili all'Ucraina
Il presidente statunitense Trump ha firmato la riforma fiscale. Ma nel silenzio dei media ha anche preso la difficile decisione di fornire missili all'Ucraina. Obama non l'aveva mai fatto, per timore di escalation. Perché questa mossa viene compiuta da un presidente considerato vicino a Putin?
Net neutrality, il mito messo in discussione
La Net Neutrality è il principio secondo cui il Web deve continuare ad essere aperto e competitivo, dunque non deve discriminare impedendo l'accesso a chi ha meno risorse politiche ed economiche. La Federal Communication Commission, negli Usa, ha appena abrogato questo principio. Attirando le ire del Web.
La Sanità americana riportata alla realtà da Trump
La notizia del giorno è il “Words ban”. L'agenzia per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), con la nuova amministrazione Trump non potrà più usare una fraseologia politically correct nei suoi documenti ufficiali. Niente più "diversità", "transgender", "diritto a"... Più che censura, è un ritorno alla realtà.
Roy Moore perde e sfascia il mosaico conservatore
Alabama, uno degli Stati più conservatori degli Usa: nelle elezioni suppletive del Senato, vince il democratico Douglas Jones, progressista, abortista, vicino a Soros. La sconfitta è colpa di Roy Moore, il candidato repubblicano, oggetto di una violenta campagna stampa. La sua sconfitta ora mette in crisi il mondo conservatore.
L'Ue si intromette nella riforma fiscale Usa
Il piano di riforma fiscale voluto da Donald Trump può diventare (una volta approvato) il più grande taglio di tasse dai tempi di Reagan. Ma cinque ministri europei (fra cui Padoan) chiedono al governo federale di rispettare gli accordi internazionali, accusando alcune proposte di protezionismo.
Medio Oriente, chi erediterà il ruolo di mediatore
Con il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele, gli Stati Uniti rinunciano anche ufficialmente al loro ruolo di mediatore internazionale per il Medio Oriente. Adesso chi erediterà questa posizione? L'Ue è candidata privilegiata, ma è divisa sul Medio Oriente. La Russia potrebbe subentrarle.
Alla Casa Bianca, si torna a dire Buon Natale
Il presidente Trump torna a celebrare il Natale, come da tradizione. Mentre negli otto anni di amministrazione Obama, si era cercato in tutti i modi di annacquarne il senso, con il nuovo capo di Stato torna al centro Gesù Cristo. E la celebrazione della famiglia: "roccia su cui poggia la nazione"
Gerusalemme, urge un negoziato su basi nuove
Gerualemme, dopo l'annuncio di Trump (trasferimento dell'ambasciata) il dialogo sulla sovranità della Città Santa dovrebbe essere impostato su nuove basi, perché il vecchio schema degli Accordi di Oslo non funziona. La Sovranità di Dio sulla città Santa sarà presa in considerazione? Sia ebrei che musulmani la possono condividere
Ambasciata Usa a Gerusalemme: il sasso nello stagno
“È il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele”. Con questa frase il presidente Usa Donald Trump ha annunciato lo spostamento della sede dell’ambasciata statunitense in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Il provvedimento è rimandato di sei mesi. Ma le reazioni non si sono fatte attendere.
Una sovranità di Dio su Gerusalemme "l'incompresa"
Si è riaccesa la disputa per Gerusalemme con l'annuncio, da parte del presidente Trump, del trasferimento dell'ambasciata statunitense da Tel Aviv alla Città Santa. Ripercorriamo le tappe di una storia intricata, anche per non dimenticare la soluzione della sua internazionalizzazione, chiesta ripetutamente e mai attuata.
AMBASCIATA USA A GERUSALEMME: IL SASSO NELLO STAGNO di Stefano Magni
La Corte Suprema sblocca il travel ban
Il travel ban, il decreto di Donald Trump sul blocco temporaneo dei visti per chi arriva negli Usa da paesi a rischio terrorismo, è stato nuovamente promosso dalla Corte Suprema. Niente visto per chi arriva da paesi a rischio, dopo le sentenze contrarie di altri tribunali federali che avevano sospeso l'applicazione del decreto.