Hezbollah ai tropici: l'islamizzazione in America Latina
Da decenni l'Iran sta esportando la sua rivoluzione islamica anche in America Latina, dove Hezbollah è una realtà ben radicata. Il gruppo politico-terrorista jihadista si finanzia con il traffico di armi e droga. E fa proseliti. L'amministrazione Obama aveva ostruito le indagini per non innervosire Teheran e giungere all'accordo sul nucleare.
È stata una lunga raffica di kalashnikov e colpi di artiglieria varia che, esplodendo nel cielo sopra Beirut, hanno dato il segnale dell’atteso discorso televisivo di Hassan Nasrallah. Il leader del ‘Partito di Dio’, Hezbollah, il movimento sciita libanese, ha vinto le elezioni poche ore fa. Le prime negli ultimi nove anni e che rivendicano la forza dell’alleato di ferro dell’Iran, la forza di Hezbollah.
La longa manus nel Libano è un’organizzazione paramilitare sciita nata nel 1982 che si è trasformata, negli anni, in un partito politico. Oggi la maggiore forza nel Paese, quella, che, per intenderci, secondo alcune fonti sarebbe in possesso di un arsenale più grande di quello dell’esercito libanese. Quella che tanti Stati considerano un gruppo terroristico: per alcuni è solo l’ala militare di Hezbollah a esserlo, gli Usa invece non fanno distinzione con il partito politico. Le urne libanesi consegnano, dunque, un boccone amaro a Israele, Arabia Saudita e Stati Uniti – ma a quelli di Trump. E a questo punto occorre riavvolgere un attimo il nastro.
Ad aprile la polizia colombiana, in collaborazione con la DEA americana – Drug Enforcement Administration - e l’Interpol hanno redatto un rapporto allo scopo di fare luce sulle attività di Hezbollah in Colombia e più in generale in America Latina. Le indagini durate due anni hanno smascherato le attività illecite dei terroristi libanesi e le loro coperture in Colombia. Ancora una prova della pericolosità a livello internazionale del gruppo terroristico, che l’Europa considera un semplice partito politico. Il rapporto afferma che Hezbollah, usando coperture apparentemente legali, ha messo piede in Colombia con un’unità clandestina nota con il nome di “External Security Organization” (ESO), attraverso la quale controlla il traffico di droga verso Europa e Stati Uniti, il riciclaggio di denaro sporco profitto dei traffici illeciti e il contrabbando di armi. Oltre a garantire la sicurezza di molti suoi membri facendoli entrare clandestinamente nel Paese, per poi farli alloggiare in posti protetti a Cartagena, Barranquilla e Maicao: da là questi “clandestini” dirigono le tante operazioni di Hezbollah in America Latina. Comprese quelle terroristiche legate alla famigerata Unità 910, il braccio clandestino di Hezbollah dietro tutti i maggiori attentati commessi dai terroristi libanesi. Mente, per esempio, dell’attacco terroristico del 2012 a Burgas, in Bulgaria, e degli attacchi in Argentina negli anni ‘90.
L’intelligence colombiana ha stimato che è l’80% dei proventi di questo vorticoso giro di affari illeciti a finire in Libano attraverso le banche europee, in particolare sarebbero sotto inchiesta due banche tedesche (i cui nomi non sono noti). Il denaro che arriva in Libano serve a finanziare le attività di Hezbollah, il restante 20% viene invece utilizzato per finanziare le attività in Colombia e nel resto dell’America Latina. Ma non è tutto. Sempre l’intelligence colombiana denuncia l’importante programma di reclutamento e indottrinamento di nuovi terroristi islamici curato direttamente da Hezbollah. E sono le moschee i luoghi preposti. Solo in Colombia, infatti, ci sono 40.000 musulmani (si tratta di stime in crescita), cinque moschee e dieci centri culturali islamici. Una volta individuati, i giovani vengono mandati in Libano con fittizie borse di studio e là verranno addestrati e termineranno il percorso di indottrinamento islamico che li formerà come terroristi provetti. Secondo il rapporto, le reclute, una volta addestrate in Libano e rientrate poi in Sud America, entrano a far parte dell’Unità 910. Secondo l’Interpol è un certo Abdallah Ramel a gestire il programma di reclutamento, viaggiando tra Colombia, Venezuela, Panama, Paraguay, Brasile, Argentina, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Prende ordini direttamente dal Segretario Generale che a sua volta li prende da Teheran. Tutti dipendono direttamente dal Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
Ma è anche la presenza di Hezbollah sui social network ad essere presa molto sotto gamba: nell’ultimo anno le conversioni all’islam sono cresciute del 40%, garantendo al gruppo terrorista una buona dose di reclute. Nel 2012 erano trentadue i centri culturali iraniani in tutta l'America Latina per facilitare la diffusione della rivoluzione islamica iraniana, oggi siamo oltre cento. E l'Iran gestisce anche anche una trasmissione di notizie in lingua spagnola 24 ore su 24, Hispan TV – gestita dall’IRIB (televisione di stato iraniana) – e che trasmette in tutta l'America Latina. Per Teheran l’America Latina rappresenta un grandissimo bacino di potenziali fedeli e non è un aspetto da sottovalutare. Si teme che Hezbollah sia solo l’avanguardia dei pasdaran iraniani. Già a febbraio di quest’anno Stati Uniti e Argentina avevano annunciato una collaborazione volta a tagliare le reti di finanziamento di Hezbollah in America Latina. L'Argentina ha una grande popolazione di espatriati libanesi e le autorità statunitensi sospettano l’esistenza di gruppi in sostegno del movimento armato appoggiato dall'Iran.
Ma è l’America di Trump, come dicevamo all’inizio, che sta tentando di fermare questo fiume di denaro destinato all’islamizzazione del globo. Lo scorso dicembre, Politico pubblicava una storia con implicazioni gravi e di enorme portata. L'inchiesta giornalistica accendeva i riflettori sull’amministrazione Obama, così determinata ad assicurarsi l’accordo nucleare con l’Iran, da minare e bloccare, volutamente, le indagini della Drug Enforcement Agency (DEA). “La storia segreta di come Obama ha permesso ad Hezbollah di arrivare in cima” è il lavoro guidato da Josh Meyer e che svela i retroscena del progetto della DEA, il ‘Progetto Cassandra’, volto a smantellare i traffici internazionali di stupefacenti e armi riconducibili ad Hezbollah.
In ballo un miliardo di dollari l'anno di cocaina e traffico di armi in America Latina e Stati Uniti. Ma con Obama nello studio ovale, la DEA ha faticato a portare davanti a un tribunale i leader di Hezbollah, alcuni dei quali in cima alla lista dei ricercati fin dai lontani anni ’80. L’inchiesta giornalistica mette nero su bianco una lunga lista di terroristi che l’hanno fatta franca per la remissività del Dipartimento di Giustizia. Fra questi Ali Fayad, ritenuto dall’intelligence il tramite per eccellenza nel traffico di armi fra la Siria e l’Iraq e coinvolto in diversi complotti per assassinare ufficiali statunitensi: fu arrestato a Praga nel 2014, ma la Casa Bianca si limitò a blande pressioni per ottenerne l’estradizione. Così, solo due anni dopo, il terrorista è riuscito a tornare a Beirut. Impunito, ovviamente. Del resto fu direttamente l’alto ufficiale del Tesoro nell’amministrazione Obama, Katherine Bauer, che a febbraio 2017 ammetteva - riferendosi al progetto Cassandra - che “queste indagini sono state ostruite per paura di scuotere l’Iran e mettere in pericolo l’accordo sul nucleare”.
L'Iran è presente in America Latina ormai da decenni. Tuttavia, il suo ruolo si irrobustì quando Hugo Chavez prese le redini dello Stato venezuelano nel 1999. Chavez fu il comodo cuscinetto dell’Iran, che aveva un disperato bisogno di essere presente in Venezuela per espandersi in tutta l’America Latina. Oggi l’Iran ha marcato il territorio in ben dodici paesi tra cui Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Guyana, Paraguay, Trinidad e Tobago, Suriname e Uruguay. Ed è così che l'America Latina ha la più grande popolazione islamica al di fuori del Medio Oriente.
L’Iran e Hezbollah, servendosi del traffico di droga, di armi, di esseri umani, commercio di merci contraffatte e riciclaggio di denaro, i cui proventi sono utilizzati per finanziare il terrorismo, hanno islamizzato l’America Latina. Il cortile degli Stati Uniti è diventato la base delle operazioni della repubblica islamica.