E anche i sauditi vogliono la bomba atomica
L'Arabia Saudita non si fida dell'accordo che gli Usa stanno raggiungendo con l'Iran sul programma nucleare. E quindi pensano di rendersi sicuri in modo autonomo: vogliono acquistare testate nucleari dal Pakistan, con cui hanno già saldi rapporti militari. Una conferma non ufficiale arriva anche dall'ambasciatore saudita negli Usa.
Essere ragazzi in Pakistan, il sacrificio di Bashir
Akash Bashir, pakistano, neanche diciannovenne. Era cristiano, aveva studiato dai salesiani e la domenica faceva la guardia davanti alla chiesa St. John a Lahore per permettere agli altri cristiani di sentire messa. Quando è arrivato il kamikaze, Akash l’ha abbracciato, esplodendo con lui e salvando un sacco di gente.
Nigeria, elezioni nel mezzo di una guerra al terrore
Nigeria, fra un attentato e l'altro di Boko Haram, il paese torna al voto per eleggere parlamento e presidente. Le operazioni di voto risultano da subito molto difficili, per problemi tecnici molto diffusi. E Boko Haram compie le sue nuovi stragi: 64 morti in tre attentati dinamitardi e 23 decapitati.
L'Onu ascolta i cristiani perseguitati, ma non agisce
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è stato convocato dalla Francia per discutere le violenze dell'Isis contro le minoranze religiose in Iraq e Siria. Il segretario generale dell'Onu si dice "molto preoccupato", dà la parola a monsignor Sako. Ma all'atto pratico non si conclude nulla: troppe divisioni politiche fra i protagonisti.
Lo Yemen conteso fra iraniani e sauditi
Nel Medio Oriente si aggiunge un altro conflitto. Nello Yemen gli Houthi (sciiti) hanno scacciato il presidente Hadi (sunnita) e dilagano nel paese, sostenuti dall'Iran. Ma l'Arabia Saudita non sta a guardare e muove le truppe, lanciando raid in profondità assieme all'Egitto e alle monarchie del Golfo.
Pakistan, quella volta che i cristiani hanno ucciso
Proseguono le conseguenze drammatiche del duplice attentato contro i cristiani a Lahore e della prima reazione violenta della comunità locale, che ha portato al linciaggio di due musulmani innocenti. La condanna della Chiesa per la risposta violenta è molto chiara. Ma ora si temono le vendette, anche delle autorità.
Ecco chi ancora non si rassegna a Netanyahu
É passata una settimana dalle elezioni israeliane e seguendo la grande stampa internazionale stupisce che analisti ed esperti non smettano di interrogarsi sulle ragioni della vittoria alla grande di Benjamin Netanyahu contro tutti i sondaggi. Nonostante una campagna mediatica fortemente ostile con toni denigratori anche nei confronti di sua moglie Sarah. Una campagna che all'estero mirava a delegittimare Israele.
La vittoria invisibile di Marine Le Pen
A giudicare dalla maggioranza dei commentatori politici, nel primo turno delle elezioni dipartimentali francesi ha vinto Sarkozy e ha perso la Le Pen. Ma il Fronte Nazionale è il partito più votato della Francia. Si è affermato nelle aree più depresse e in quelle con l'immigrazione più difficile.
Ebola non è sconfitta e fa ancora paura
Si riparla di Ebola, e non sono buone notizie. Nei giorni scorsi i Medici Senza Frontiere, Msf, hanno annunciato che, per quanto i nuovi casi siano diminuiti, nel complesso da gennaio non lo sono in maniera significativa: l’epidemia continua ed è tutt’altro che sotto controllo. In Guinea Conakry i casi hanno ricominciato ad aumentare.
Il fragile gioiellino di Lee Kuan Yew
Singapore, morto Lee Kwan Yew, fondatore e padre-padrone della città-Stato più ricca dell'Asia. Ora che ne sarà di quella piccola e variopinta realtà? Comportandosi come un dittatore, il premier Lee è riuscito ad amalgamare etnie e religioni e trasformare una piccola isola malarica in un paradiso economico.
Afghanistan, vittima della legge nera
Afghanistan, una ragazza accusata di aver dissacrato il Corano viene linciata dalla folla. Il suo funerale diventa una protesta delle donne. Resta il fatto che in Afghanistan c'è ancora la pena di morte per la blasfemia. L'Italia ha aiutato Kabul a rifarsi un sistema giudiziario, ma la legge nera resta.
Libia e terrorismo, da Europa e Onu solo disastri
Europa e Onu paralizzati anche dopo l’attentato di Tunisi e gli ultimi sviluppi della guerra in Libia. Inutile quindi attendersi azioni concrete, tanto meno iniziative militari, in risposta all’uccisione di tanti cittadini europei, risposte “muscolari” che hanno caratterizzato le rappresaglie di Giordania ed Egitto contro l'Is.