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LA LETTERA

Zen ai padri sinodali: vigilate sulle manipolazioni

La sollecitudine per la «sacrosanta tradizione della fede cattolica» e preoccupazione per «come andrà a finire», anche facilitando certe derive a suon di procedure: il porporato 91enne rivolge un appello ad alcuni cardinali e vescovi.

Ecclesia 06_10_2023

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci della lettera indirizzata dal cardinale Joseph Zen Ze-kiun ad alcuni membri del Sinodo e ad altri cardinali e vescovi.

 

Cara Eminenza, Cara Eccellenza,

sono il suo confratello Joseph Zen dalla lontana isola di Hong Kong, un vecchio infermo di 91 anni, ordinato vescovo più di 26 anni fa. Scrivo questa lettera perché, conscio di essere ancora in possesso delle mie facoltà mentali, sento il dovere di salvaguardare, come un membro del Collegio dei Successori degli Apostoli, la sacrosanta tradizione della fede cattolica.

Indirizzo questa lettera a voi, membri del prossimo Sinodo sulla sinodalità, perché suppongo che siate preoccupati, come sono io, di come andrà a finire il suddetto Sinodo. (…)

1. Mi confonde il fatto che, da una parte, mi dicono che la sinodalità è un elemento costituivo della Chiesa, ma, dall’altra, mi dicono che è ciò che Dio aspetta da noi per questo secolo (come una novità?) (…)

2. Ancora maggiore confusione e preoccupazione sento, quando vedo suggerito che finalmente è venuto il momento di rovesciare la piramide, cioè con la gerarchia sormontata dal popolo laico. Nel documento preparatorio, fin dall’inizio, si dice chiaramente che, per una Chiesa sinodale, occorre ricostituire la “democrazia”.

3. Ma ancora più preoccupazione sento, quando si nota che, mentre veniva convocato questo Sinodo (…) c’era già in corso in Germania un “sentiero sinodale” dove, con uno stranamente compiaciuto mea culpa per gli abusi sessuali, la gerarchia e un gruppo di laici (Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi ZdK, non si sa quanto rappresentativo, ma si viene a sapere che sono quasi tutti impiegati della Chiesa) propongono un cambio rivoluzionario della costituzione della Chiesa e dell’insegnamento morale riguardo alla sessualità. (…)

Il Papa non ha mai ordinato che questo processo della Chiesa in Germania si fermasse. In occasione della loro visita ad limina, si sa che il Papa ha conversato per due ore con i vescovi tedeschi, ma non si è pubblicato un discorso del Papa sull’Osservatore Romano come si è soliti fare in queste visite. Invece viene pubblicato un discorso del Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Cardinal Marc Ouellet, in cui li prega di non procedere, ma di aspettare le conclusioni del Sinodo. Come risposta, un chiaro diniego perché, dicono, “c’è l’urgenza pastorale di procedere “ (!?)

Un sintomo allarmante è il continuo calo numerico dei fedeli in Germania; secondo dati ufficiali il calo ha superato il mezzo milione nel 2022. La Chiesa lì sta morendo (…).

Penso che non ho bisogno di dilungarmi sui motivi per cui dovete affrontare il Sinodo con grande preoccupazione. Sento invece l’importanza di far presente a voi certi problemi di procedura del Sinodo. La Segreteria del Sinodo è molto agguerrita nell’arte della manipolazione.
Per ciò che sto per dire sarò facilmente accusato di “conspiracy theory”, ma vedo chiaramente che c’è tutto un piano di manipolazione. 

Cominciano col dire che bisogna ascoltare tutti. Adagio adagio fanno capire che tra questi “tutti” ci sono specialmente quelli da noi “esclusi”. Finalmente, si capisce che si tratta di gente che opta per una morale sessuale diversa da quella della tradizione cattolica.

Nei piccoli gruppi di dialogo della fase continentale insistono sovente che “dobbiamo lasciare una sedia vuota per quelli che sono assenti, da noi emarginati”. Dicono anche: “Il Sinodo deve concludere con una universale inclusione, deve allargare la tenda, benvenuti tutti, senza giudicarli, senza invitare alla conversione”.

Protestano che non hanno un’agenda. È veramente un’offesa alla nostra intelligenza, quando tutti vediamo a che conclusioni mirano.
Parlano della “conversazione nello Spirito” come di una cosa magica. E invitano tutti ad aspettare “sorprese” dallo Spirito (naturalmente loro sono già informati di quali sorprese). “Conversare, ma non discutere! La discussione crea divisioni”. Ma allora il consenso e l’unanimità avvengono miracolosamente? Ma a me pare che al Concilio Vaticano II, prima di arrivare alla conclusione quasi unanimi, hanno sovente impiegato molto tempo in vivaci discussioni. Era lì che lo Spirito Santo aveva lavorato. Evitare discussioni è evitare la verità.

Non dovete obbedire a loro quando dicono di andare a pregare, interrompendo i lavori. Rispondete che è ridicolo pensare che lo Spirito Santo stia aspettando le vostre preghiere dell’ultimo momento. (…)

“Cominciamo, dicono, con i piccoli gruppi”. Questo è ovviamente sbagliato. Bisogna prima lasciare parlare tutti e sentire tutti nell’Assemblea. Così risultano quali sono i problemi più controversi e che hanno bisogno di un adeguato dibattito. (…)
Sulla rete noto un molto parlare di “votazioni o no”. Ma se non si fa una votazione, come si può sapere il frutto di tanto dialogo? Evitare le votazioni è ancora evitare la verità.

Ancora sulla votazione. Senza nessuna consultazione, nella immediata vicinanza del Sinodo, il Santo Padre aggiunge un numero di membri laici con diritto di votazione. Se io fossi uno dei membri, farei una forte protesta, perché questo cambia sostanzialmente il Sinodo dei vescovi, che Papa Paolo aveva istituito come un strumento della collegialità, anche se nello spirito della sinodalità sono ammessi degli osservatori laici con possibilità di parola. A voi non consiglio una protesta, ma almeno un dolce lamento con una richiesta: che almeno i voti dei Vescovi e quelli dei laici siano separatamente contati (ciò che persino il “sentiero sinodale” di Germania ha concesso ai vescovi). Si deve dare un diverso peso ai voti dei due gruppi. Far votare i laici sembra voler dire che si vuole rispettare il sensus fidelium,  ma sono sicuri che questi laici invitati siano fideles? che almeno vadano in chiesa? Si noti che questi laici non sono stati eletti dal popolo Cristiano praticante.

Non è mai stata spiegata l’aggiunta (a metà strada) di un’altra sessione per il 2024.  Il mio malizioso sospetto è che gli organizzatori, non sicuri di raggiungere in questa sessione ciò a cui mirano, sperano di aver tempo di preparare altre manovre. (…)
Questa lettera che scrivo io la intendo come confidenziale, ma sarà difficile che non arrivi in mano ai mass media. Vecchio come sono, non ho niente da guadagnare, niente da perdere. Sarò contento di aver fatto quello che credo di essere in dovere di fare.

So che nel Sinodo sulla famiglia, il Santo Padre ha rifiutato suggerimenti presentati da diversi Cardinali e Vescovi proprio sulla procedura, ma se voi presentate una richiesta rispettosa e supportata da numerosi consensi, forse potrà essere accolta. Comunque avrete fatto il vostro dovere. Accettare una procedura non ragionevole è condannare il Sinodo al fallimento.

 



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