Verso le Olimpiadi la Francia in balia dell'islamo-sinistra
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Il 92% dei francesi avverte una crescente insicurezza, mentre il Paese si prepara ai Giochi olimpici tra manifestazioni e disordini, in un clima che sta logorando la società francese.
A Macron prudono le mani. Il bel Emmanuel è tornato a minacciare un intervento diretto dell’esercito francese in Ucraina. Sembra proprio che il presidente non veda l’ora di imbracciare il fucile, eppure la vera guerra che Macron avrebbe urgenza di combattere è quella della sicurezza interna.
Mancano 85 giorni all’appuntamento dei Giochi olimpici e il Paese ha paura. Sono attesi 2.185 uomini di rinforzo da quarantacinque Paesi per garantire la sicurezza dei Giochi. Mai successo. Si moltiplicano le simulazioni di attentati. Lo schieramento di polizia (ed esercito) e di misure di sicurezza è senza precedenti. E se già sono stati rubati il computer e alcune chiavette USB al cui interno erano contenuti i piani di sicurezza per le Olimpiadi 2024, a sfuggire dal controllo è già la sicurezza interna di oggi, figurarsi della prossima estate.
Il primo maggio è stato all’insegna dei disordini. La questura parigina ha parlato di soggetti appartenenti «alla galassia radicale» che avrebbero cercato di danneggiare attività commerciali, di lì le prime cariche della polizia in assetto antisommossa. In Boulevard Beaumarchais sono state infrante vetrine oltre la pensilina degli autobus. Il tema del lavoro è finito presto in fondo alla lista degli slogan e i cortei, nel saldare proteste contro Israele, le Olimpiadi, il razzismo e il pericolo estrema destra (sì, anche in Francia è al centro di ogni manifestazione!), hanno generato caos e devastazioni.
Bandiere di Che Guevara, falce e martello, kefiah, bandiere palestinesi si sono mischiate in giro per il Paese in una spirale di violenza che ha portato a quarantacinque arresti e dodici agenti feriti. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno a marciare sono stati in più di 121mila contro i “più di 210mila” dichiarati dalle varie sigle.
Mentre scriviamo continuano le proteste negli atenei ispirate a quello che sta accadendo nei campus oltreoceano. Il ministro francese dell’Università, Sylvie Retailleau, ha chiesto ai rettori di garantire «l’ordine pubblico» utilizzando «il massimo dei poteri» a loro disposizione per contenere le proteste a sostegno di Gaza nei campus francesi. Ma gli studenti stanno ricevendo il sostegno incondizionato dalla sinistra estrema di France Insoumise, il partito guidato da Jean-Luc Mélenchon il quale prende parte alla mobilitazione sostenendo e incoraggiando gli studenti – «voi siete l’onore del nostro Paese». Il terreno fertile dell’islamo-sinistra nel mondo dell’istruzione parigina è una manna dal cielo nella sua cerca di voti.
Due esponenti del partito, la capogruppo Mathilde Panot e la candidata alle europee Rima Hassan, sono state sentite martedì scorso nell’ambito di un’indagine per «apologia di terrorismo», ed entrambe denunciano la criminalizzazione della protesta.
Il premier Gabriel Attal ha dichiarato che «non ci sarà mai un diritto al blocco delle università, non ci sarà mai tolleranza per le azioni di una minoranza attiva e pericolosa che cerca di imporre le sue regole ai nostri studenti e insegnanti». Ma, intanto, i disordini, anche violenti, non si placano.
Tra le richieste degli studenti c’è la cancellazione di un master congiunto tra Sciences Po Lille e l’Università di Tel Aviv.
E se a Sciences Po – in prima linea nell’isterizzazione tra kefiah e bandiere con i colori panarabi – la polizia è costretta ad intervenire praticamente quotidianamente, anche alla vicina scuola di giornalismo ESJ hanno deciso di bloccare gli ingressi, mentre alla Sorbona sono stati evacuati gli attivisti che avevano montato delle tende. I blocchi dell’ingresso delle università e delle lezioni sono stati registrati anche a Strasburgo, Rennes, Mentone, Lille e continuano in tante altre parti del Paese proprio in queste ore.
Nel frattempo, Parigi è da giorni anche teatro delle manifestazioni contro i Giochi olimpici. Solo ieri un gruppo di manifestanti si è presentato davanti agli uffici Place Beauvau per chiedere di interloquire con il ministro dell’Interno. Poco prima era stato dato fuoco a degli anelli olimpici di cartone per dimostrare il malcontento nei confronti delle Olimpiadi.
Nella serata di mercoledì, il collettivo "Le Revers de la Médaille" (l’altra faccia della medaglia) ha protestato sulle preoccupazioni per i diritti degli immigrati e di quanti vivono per le strade di Parigi mentre la città si prepara ai Giochi olimpici.
I manifestanti hanno acceso dei fumogeni e hanno proiettato il messaggio “Giochi di esclusione” sull'edificio del ministero. È di poche ore fa, invece, la conferma della notizia secondo la quale le autorità pubbliche stanno valutando la possibilità di allestire uno spazio apposito per le manifestazioni antiolimpiadi che ci si aspetta come frequenti nelle prossime settimane.
Una decina di giorni fa, poi, da Gare du Nord, X arrondissement, è partito l’ennesimo corteo “contro il razzismo e l'islamofobia”. I temi che s’intrecciano sono ancora violenza della polizia, Palestina e immigrazione. E tra le kefiah, simbolo della “resistenza palestinese” si sono viste anche magliette con la scritta, “Giustizia per Nahel” – il ragazzo ucciso dalla polizia francese dopo esser scappato a due posti di blocco e per il quale la Francia si trasformò in una banlieue a cielo aperto per settimane.
È fresca di stampa l’analisi strategica sulla criminalità (Sirasco) della Direzione nazionale della polizia giudiziaria (DNPJ) che fornisce la radiografia degli “omicidi legati a bande rivali” di cui è affetta la Francia.
La questura di Parigi, che copre anche le periferie interne (Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis e Val-de-Marne), ammette che il fenomeno delle risse tra bande è aumentato del 10% nell’agglomerato parigino tra il 2022 e 2023. Nessuna delle regioni è stata finora risparmiata, e tutti i record, negli ultimi anni, sono stati infranti specie nelle zone più interessate ai venti d’immigrazione incontrollata. Nella sua nota Sirasco si sofferma anche sulle armi degli aggressori: «nella metà dei casi (58 %), l’arma utilizzata è un coltello». Proprio come nella Londra preda dell’immigrazione.
Il prossimo sabato è prevista ancora una manifestazione, promettono sarà tranquilla. È in solidarietà a un quindicenne accoltellato da un afghano. L’episodio (mica isolato) ha freddato di nuovo la Francia. Le Figaro ha pubblicato una mini inchiesta sull’omicida recuperando un video in cui ostenta il suo coltello e, al grido di (Wallah (lo giuro su Allah, in arabo, ndr) dimostra ostilità nei confronti della polizia. Quindici anni, nato a Kabul, vive a Saint-Denis con la famiglia ad un indirizzo ben noto alla polizia.
L’insicurezza sistemica sta consumando la società francese, anche se Macron si preoccupa solo di Putin. E si alimenta nel gioco delle interazioni estremamente conflittuali tra le varie forme di violenza ideologica che continuano ad aumentare in Francia. Quel che lega i professori assassinati, l’aggressione a suon di mannaie di Crepol per “colpire i bianchi”, l’assassinio del turista alla torre Eiffel – solo per citare gli ultimi episodi di jihasimo –, l’occupazione dell’università e delle piazze devastate e il tentativo di bloccare le olimpiadi è l’assoluta disinvoltura di una violenza che funge da principio permanente di comportamento.
E mentre i Giochi olimpici di Parigi si avvicinano, il 92% dei francesi ritiene che l’insicurezza sia aumentata, secondo un sondaggio Odoxa per Le Figaro. La crescente insicurezza avvertita si ritrova nella gran parte della popolazione oltralpe che dichiara di essere stata vittima di un attentato o di un furto (56%).
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