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IL PUNTO SULLA GUERRA

Ucraina, sempre più armi dagli Usa. Sulla centrale è scambio di accuse

Autorizzato dagli Stati Uniti il più ingente pacchetto di aiuti militari a Kiev - del valore di un miliardo di dollari - dall’inizio dell’offensiva russa. Gli americani hanno inviato in Ucraina un loro generale per monitorare i flussi di armi in arrivo. Continua la guerra anche sul fronte della propaganda, in particolare attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Attualità 11_08_2022

Gli Stati Uniti hanno autorizzato il più massiccio pacchetto di aiuti militari all’Ucraina per un valore di un miliardo di dollari, il più ricco dei 13 invii di armi autorizzati dal marzo scorso per un totale di quasi 10 miliardi di dollari. Le ultime urgenti forniture americane includono munizioni per i lanciarazzi Himars, 75 mila proiettili per cannoni, 20 mortai con circa 20 mila munizioni, missili antiaerei Nasams e anticarro Javelin, mine antiuomo Claymore, centinaia di razzi anticarro At-4, 50 mezzi corazzati per il trasporto di feriti, esplosivo e forniture mediche.

Negli ultimi tempi molti media statunitensi hanno evidenziato come molte armi e munizioni giunte in Ucraina abbiano alimentato traffici illeciti di armi. Una fonte citata dall’inchiesta di Cbs News ha rivelato che nell’aprile scorso solo il 30% delle forniture occidentali all’Ucraina finiva davvero in mano ai soldati di Kiev. L’inchiesta “Arming Ukraine” è poi stata rimossa dal sito della stessa Cbs, che ha rettificato molti contenuti affermando che “nuove informazioni” avevano rivelato che il controllo sugli armamenti all’Ucraina era notevolmente migliorato negli ultimi mesi. Ennesimo episodio (dopo l’accusa ad Amnesty International di essere “putiniana” per aver documentato violenze e abusi dei soldati ucraini sui civili), che conferma la forte pressione politica che subiscono i media, anche negli USA, nel raccontare il conflitto in Ucraina e il coinvolgimento dell’Occidente in un’ottica non militante.

Resta il fatto, però, che gli Stati Uniti hanno inviato a Kiev un generale per controllare e monitorare i flussi di armi in arrivo e il loro corretto invio ai reparti. Le nuove forniture di armi e munizioni americane per urgenza e dimensioni sembrano confermare le difficoltà crescenti che le truppe ucraine stanno incontrando. I nuovi massicci aiuti americani vengono annunciati poche ore dopo l’appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a inviare più armi per arginare l’offensiva russa e dopo che Mosca ha reso noto di aver abbattuto 19 razzi lanciati dai sistemi d’artiglieria M142 Himars nell’Ucraina orientale e meridionale, distruggendo una decina di pezzi d’artiglieria ucraini e un numero imprecisato di lanciatori dello stesso tipo vicino alla città di Kramatorsk, nel Donbass.

Fino a prima di questo annuncio i russi avevano reso nota la distruzione di 7 dei 16 Himars finora forniti dagli Stati Uniti e negli ultimi giorni Mosca ha rivendicato la distruzione di ingenti forze d’artiglieria ucraina e di numerosi depositi di armi e munizioni giunti all’Ucraina dall’Occidente (l’ultimo colpito il 7 agosto nella regione ucraina di Mykolaiv, esploso con 45 tonnellate di munizioni ricevute dai Paesi della NATO), a conferma di una più incisiva capacità russa di individuare e neutralizzare l’artiglieria nemica. Lo confermerebbero anche gli ultimi bollettini da Mosca che indicano la distruzione di almeno due dozzine di lanciarazzi e artiglierie di vario tipo e di numerosi depositi di armi e munizioni ucraini nelle retrovie del fronte del Donbass.

Mosca sembra aver avuto successo anche nel mobilitare nuove forze combattenti facendo ricorso a battaglioni di volontari reclutati in tutte le regioni. Ben 40 secondo il quotidiano russo Kommersant, che ha spiegato come i volontari firmino un contratto con il ministero della Difesa di Mosca per un periodo di servizio di diversi mesi con possibilità di proroga con retribuzioni che variano da 2.100 a 4.800 euro mensili più benefit e assicurazione in caso di ferimento o morte. Impossibile verificare la veridicità degli annunci dei due belligeranti ma è un fatto che i russi continuano ad avanzare lentamente nel Donbass e a inviare rinforzi nel sud, sul fronte di Kherson, dove da settimane Kiev annuncia una imminente controffensiva.

Nella guerra dei proclami va presa con le molle anche la dichiarazione del sottosegretario alla Difesa degli USA, Colin Kahl, che ha indicato in 70/80 mila i militari russi morti o feriti dall’inizio dell’intervento di Mosca il 24 febbraio scorso. Al tempo stesso i russi sostengono di aver eliminato dall’8 luglio al 5 agosto 335 mercenari stranieri tra cui 21 statunitensi, 36 canadesi, 33 rumeni e 99 polacchi. Secondo Mosca il numero di mercenari stranieri presenti in Ucraina è diminuito da 2.741 a 2.192 anche perché in quasi 400 hanno lasciato il Paese volontariamente.

Gli ucraini sembrano aver conseguito qualche successo sul fronte meridionale dove il ponte Antonovsky sul Dnepr (utilizzato dai rinforzi e rifornimenti russi) è stato nuovamente colpito e danneggiato dai razzi Himars e dove misteriose esplosioni hanno distrutto i depositi di bombe d’aereo della base aerea russa di Novofedorovka, in Crimea. Le fonti ufficiali ucraine non si attribuiscono la paternità dell’attacco anche se alcuni lasciano intendere che sarebbero state impiegate nuove armi non meglio specificate. La base si trova a 200 chilometri dal fronte di Kherson, troppo lontana per i lanciarazzi campali ucraini (a meno che gli Stati Uniti non abbiano fornito segretamente ordigni a più lungo raggio). Non si può escludere però l’ipotesi del sabotaggio attuato da incursori o sabotatori ucraini o quella dell’incidente. Mosca ha ammesso le esplosioni in un deposito di munizioni della base, senza chiarire le circostanze ma escludendo il bombardamento o l’attacco nemico.

Difficile comprendere invece la reale situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia colpita nei giorni scorsi da bombardamenti per i quali russi e ucraini si accusano reciprocamente. Smentendo gli allarmi circa il rischio di fuoriuscita di radiazioni, i russi hanno ripristinato la piena funzionalità della centrale rafforzandone le difese contro attacchi aerei e missilistici. Il governatore filorusso ha anche affermato che la centrale è tornata a regime dopo il calo di tensione dovuto al danneggiamento di un cavo dell'alta tensione. La notizia dei proclami di un generale russo che si diceva pronto a far esplodere la centrale si è rivelata falsa, mentre negli USA viene sottolineata la militarizzazione della centrale da parte dei russi che intorno all’impianto starebbero concentrando armi e munizioni contando proprio sui rischi che gli ucraini correrebbero a bombardarli.

Per tutte queste ragioni pare evidente che i bombardamenti d’artiglieria sulla zona della centrale provengano dalle forze ucraine dal momento che i russi la controllano pienamente fin dal marzo scorso. Del resto, in una guerra che si combatte ampiamente con le armi della propaganda, non deve stupire che i belligeranti si attribuiscano reciprocamente la volontà di provocare un grave incidente nucleare.