La Cedu nega il ricorso: «Papa Francesco aiuti Alfie!»
«Non abbiamo più vie legali per difendere nostro figlio, che vuole vivere, mentre medici e giudici non vedono l’ora che muoia. Imploriamo il Papa di intervenire. È l’unico che ci può difendere». Sifinito e con la voce rotta Thomas Evans, il papà di Alfie, spiega alla NuvaBQ che «la Cedu ieri ha rigettato il nostro ricorso».
La denuncia: «Il mondo sappia come hanno trattato Alfie»
Dopo la decisione della Corte Suprema inglese di non rivedere la sentenza di morte di Alfie Evans, il padre del bimbo ha lasciato intendere che ci sono state negligenze. Un'amica della famiglia ha accusato l'ospedale: «Avete fatto qualcosa ad Alfie e sapete che se fosse ricoverato altrove vi scoprirebbero». Anche un medico cileno ha smentito i dottori inglesi. Proprio ieri un'indagine sulla morte di un piccolo diasabile ha trovato colpevole l'Alder Hey.
«Mi offrono "morte assistita" ma non l'assistenza a vivere»
Foley, canadese affetto da patologia neurodegenerativa, ha denunciato il sistema sanitario che gli ha offerto come soluzione l’eutanasia: quando Foley ha rifiutato le cose si sono complicate, dimostrando che se la morte diventa diritto chi soffre si trova non solo a dover combattere la malattia ma anche un sistema che non riconosce più il valore assoluto di ogni vita.
Eutanasia, Magistero contro Paglia e giuristi cattolici
Le vicende di Charlie, Isaiah e Alfie sono emblematiche degli effetti che la cultura della morte ha prodotto in buona parte degli ordinamenti giuridici europei, ma anche tra i cattolici. Come dimostrano i giudizi di Unione Giuristi Cattolici e monsignor Paglia a proposito di Dat.
"Mio figlio come Alfie: dissero che doveva morire, invece..."
Lauren Mcmahon, mamma di un bimbo di 5 anni di nome Alfie, come Alfie Evans, racconta alla Nuova BQ: «Mio figlio fu portato al Birmingham Children's Ospital dove lo intubarono. Dopo una tac ci dissero che era cerebralmente morto, che lo stavamo facendo soffrire e che bisognava sospendere la ventilazione. Ma oggi mio figlio respira, mangia e mi chiama mamma».
Paglia non può più guidare la PAV
Nell'intervista a Tempi.it monsignor Paglia avalla l'eutanasia (chiamandola rifiuto dell'accanimento terapeutico) e legittima la strumentalizzazione del Magistero da parte del giudice che ha messo a morte Alfie. Semplicemente: Paglia non può restare a capo della Pontificia Accademia per la Vita.
Dopo Charlie, ucciso Isaiah. Aspettando Alfie
Dopo Charlie Gard ieri è toccato al piccolo Isaiah Haastrup essere messo a morte da un ospedale londinese. Ma ha respirato da solo per ben otto ore dopo il distacco del ventilatore. Ormai è chiaro: si uccidono i pazienti che non possono guarire.
«Vietato uccidere». Unica arma contro l'eutanasia
«Vietare di uccidere è il solo argomento di natura che si oppone all’eutanasia. Non è ancora stato bene usato dagli oppositori». Lo ha detto in una intervista Jean-Marie Le Méné, Presidente della Fondazione Jérȏme Lejeune,
Cure palliative ed eutanasia, Parolin frena la PAV
Importante messaggio del Segretario di Stato vaticano in occasione della Conferenza internazionale sulle cure palliative organizzata dalla Pontificia Accademia per la Vita (PAV): confine chiaro tra cure palliative ed eutanasia, sedazione profonda solo come "estremo rimedio".
Mamma muore e papà scrive un libro: "Ti dico la verità"
Nel libro si narra la storia di Luca e di sua moglie Viviana, entrata in stato vegetativo quando Mattia aveva poco più di sei mesi e morta dopo quattro anni. "Ti dico la verità", è la storia di una famiglia, al tempo stesso spezzata e tenuta in piedi, con una capacità esemplare di coraggio.
Dj Fabo, sul "diritto a morire" decide la Consulta
Nel processo al radicale Marco Cappato per la morte procurata di dj Fabo, il giudice chiede alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell'articolo del Codice Penale che punisce l'aiuto al suicidio. Che così, e grazie alla legge sulle Dat, ha buone possibilità di diventare un diritto.
Eluana Englaro: chi ammette l'orrore ora vede il miracolo
Eluana ritorna al cuore perché non l’abbiamo mai lasciata. "Non uccidere", il fatto che vi siano tanta confusione e dolore non cambia questi imperativi, ma li rende più stringenti per chi, immeritatamente, vede ancora qualcosa dello splendore del vero. La testimonianza si rende qui e ora. Si risponde a Dio ora.