L’ideologia trans e i profitti sulla pelle dei piccoli
Il colosso delle cliniche abortive Planned Parenthood è sempre più impegnato nel business del menzognero “cambio di sesso” e pubblica video per incentivare il blocco della pubertà. È solo l’ultimo esempio di come soldi e ideologia vadano a braccetto, a danno di bambini e adolescenti. Ma c’è chi denuncia l’inganno.
“Se ti senti transessuale o non binario, potresti accorgerti che la tua pubertà non si allinea alla tua identità di genere… questa sensazione può provocare disagio, essere spaventosa e stressante. Se questo è quello che provi, sappi che non sei solo”. Così recita un video-cartone pubblicitario prodotto dal colosso delle cliniche abortive americane, Planned Parenthood, sottintendendo che “non sei solo” e riceverai aiuto solo nel momento in cui a questo disagio sarai pronto a farti accompagnare in un unico senso, quello di inseguire un’immagine di te totalmente slegata da quella reale.
Nel filmato, infatti, non si propone ai giovani di comprendere il perché del proprio malessere, ma solo di accoglierlo fino a farlo diventare dominante, ingaggiando quindi una lotta feroce contro il proprio corpo fatta di pillole preparatorie al bisturi. La voce narrante continua così: “Ci sono farmaci che puoi assumere per un certo periodo, si chiamano inibitori della pubertà. Sono sicuri e servono a darti tempo per capire cosa ti sembra giusto”. Non, quindi, per capire cosa è giusto ma cosa “sembra” giusto. E fa nulla se poi si tratta di scelte che possono determinare per sempre la vita di chi le fa. Così, un minorenne non può votare, non essendo ancora in grado di prendere decisioni coscienziose sul lungo periodo, ma oggi può decidere di deturpare la propria persona. Non importa se perfino l’American College of Pediatricians ha spiegato che questi inibitori, bloccando la produzione normale di ormoni, possono “far sorgere malattie mentali, danni fisici permanenti (fra i più noti l’osteoporosi e l’infertilità, ndr)…”.
C’è da domandarsi come si è arrivati a lasciare ai bambini la possibilità di assumere sostanze che potrebbero condizionare per sempre le loro vite, confermandoli nella confusione dilagante online e nella cultura riguardo alla sessualità. Bisogna anche chiedersi perché diverse cliniche, ospedali e medici affermano, insieme alla maggioranza delle accademie e dei media, che questa prassi aiuta le persone a superare l’ingiustizia della natura. Infine, com’è possibile che un abuso di massa sia presentato come una pratica compassionevole? Certo è che il 24 giugno scorso, con il pronunciamento della Corte Suprema che ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade del 1973, che fece dell’aborto un diritto federale, centinaia di cliniche abortiste si sono trovate senza lavoro; ma l’astuzia che caratterizza questo business gli ha permesso di reinventarsi, passando dal mettere le mani sulle donne ingannate e sui loro piccoli indifesi al porle sui giovani più fragili e confusi dalla menzogna dilagante.
Che denaro e ideologia vadano a braccetto lo ha provato anche Matt Walsh del Daily Wire, pubblicando alcuni video relativi a una clinica per il cosiddetto “cambio di sesso” del Tennessee (ora chiusa per indagini). In un filmato un medico ammette che gli interventi chirurgici per apparire del sesso opposto al proprio, a cui porta quasi sempre questo processo di inibizione ormonale, sono “una macchina enorme di soldi”. Si parla poi di una mastectomia (può costare anche 40 mila dollari, ricorda Walsh), su una minorenne. Bisogna inoltre aggiungere che Planned Parenthood, sul suo sito, ricorda anche che gli ormoni per il cambio di sesso si possono richiedere dai 18 anni “senza il parere di uno specialista della salute mentale”. Mentre ben 200 cliniche americane, con il consenso dei genitori, offrono gli inibitori della pubertà anche ai minori di 16 anni, per poi continuare il percorso con le iniezioni ormonali fino ad arrivare alla rimozione dei seni o dei genitali.
La mostruosità di quanto avviene ha portato persino una veterana dell’aborto, che per anni ha lavorato per Planned Parenthood, a licenziarsi, denunciando che “i bambini che si identificano come transessuali sono vacche da spremere per guadagnare”, eppure, ricorda, molti di loro “avevano problemi mentali” e “storie di abusi” alle spalle. A conferma ci sono le denunce crescenti di adulti che da piccoli sono stati ingannati dagli operatori sanitari della sex-affirmation. Di recente si è aggiunta a quelle dei pentiti una testimonianza molto potente. Si tratta della diciottenne Chloe Cole, che a 12 anni cominciò con gli inibitori della pubertà per arrivare già a 15 a sottoporsi alla mastectomia. I genitori, di fronte alla confusione della bambina, furono ingannati dagli specialisti che dissero loro: “Preferite una figlia morta (suicida) o un figlio vivo?”. A quel punto diedero il consenso per l’inizio del processo, non sapendo che la figlia era stata abusata da un ragazzo, per cui “il mio seno mi provocava disagio” e il sesso maschile le pareva “un luogo più sicuro”. Inoltre, l’accesso a Internet, dove questa ideologia impera, la convinse che la liberazione dalla paura si trovava nel tentativo di apparire un uomo.
Oggi Cole si è accorta dell’inganno e rimpiange di non poter più avere figli o allattare. Allora, ricorda al National Catholic Register, “non pensavo alla maternità… avevo solo 12 anni”. Perciò, ammonisce, “trascorri tempo con i tuoi bambini, tienili lontani dalla tecnologia il più a lungo possibile. Fa' sapere loro che sono amati e rimani connesso ai loro sentimenti... se distogli lo sguardo anche solo per un secondo (l’ideologia) è molto contagiosa”. Basti pensare, ha continuato la ragazza, al chirurgo di Miami, Sidhbh Gallagher, che si fa pubblicità su Tik-Tok: “Esistono incentivi di denaro per coloro che fanno interventi chirurgici” di questo tipo e “i chirurghi ottengono la maggior parte del denaro”. Cole parla di “abuso” e di “mutilazione del corpo dei bambini”, perciò “gli adulti devono prendere una posizione”.
In effetti, a quale adolescente, pur ferito e quindi in lotta con la propria sessualità, non piacerebbe trovare un adulto che, anziché compiacerlo ottenendone un profitto, gli proponga una strada per amarsi e fare pace con se stesso? A chi, di questi piccoli, non interessa trovare persone che gli domandino: “Sei confuso? Non riesci ad accettare il tuo corpo? Ok, ma sarebbe più bello riuscire a volerti bene e scoprire che sei un prodigio così come sei, senza bisogno di essere diverso?”. Questi adulti esistono, vengono nascosti dal web e dai media, ma cercandoli si possono trovare (qui e qui solo qualche esempio).