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LA BATTAGLIA DEL FUTURO

I partiti, il clima e la crisi energetica. Ecco cosa ci promettono

La crisi energetica è in cima alla lista delle priorità della maggioranza dei cittadini italiani ed è strettamente interconnessa col macro-tema delle politiche climatiche. L’impegno per la transizione verde è praticamente un obbligo europeo. Le differenze fra i partiti si possono vedere solo nei programmi su gas e nucleare, che rientrano nella tassonomia europea delle fonti sostenibili. Ecco una rassegna delle agende delle principali forze politiche.

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Politica 23_09_2022
Gas liquido

Per l’Italian Climate Network, un “gruppo super partes di 20 scienziati ed esperti di politiche sul clima e l’energia”, i partiti più impegnati nella lotta al cambiamento climatico, secondo le loro promesse elettorali, sono Verdi e Sinistra Italiana. Gli ultimi della loro classifica sono invece i quattro partiti della coalizione di centrodestra. La classifica dell’Icn fa riflettere sul rapporto fra uomo e ambiente, per come viene inteso dai vari partiti.

La crisi energetica è in cima alla lista delle priorità della maggioranza dei cittadini italiani ed è strettamente interconnessa col macro-tema delle politiche climatiche. L’impegno per la transizione verde è praticamente un obbligo europeo. Le differenze fra i partiti si possono vedere solo nei programmi su gas e nucleare, che rientrano nella tassonomia europea delle fonti sostenibili.

Il programma unificato del centrodestra (ultimo in classifica per Icn), dice sì ai rigassificatori e sì al nucleare. Per quanto riguarda il gas, si auspica anche il “pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale in un’ottica di utilizzo sostenibile delle fonti”. Il centrodestra, la Lega in particolar modo, è anche il polo politico più nuclearista. Leggiamo infatti che propone: “ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro”.

Il terzo polo (la coalizione di Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi), che arriva penultima nella classifica di Icn, punta sostanzialmente agli stessi obiettivi del centrodestra. Sul gas: “completare con procedure straordinarie la costruzione di due rigassificatori galleggianti che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo”. E: “aumentare la produzione di gas nazionale ri-attivando e potenziando gli impianti già esistenti”. Per il terzo polo, l’indipendenza energetica è “una questione di sicurezza nazionale” e anche il nucleare viene preso seriamente in considerazione: “necessario utilizzare il giusto mix di generazione (di energia elettrica, ndr), che includa rinnovabili e nucleare, impiegando le migliori tecnologie disponibili”, così da soddisfare un fabbisogno elettrico “doppio o triplo dell’attuale” e arrivare anche all’obiettivo “emissioni zero entro il 2050”.

Notevoli, invece, le divergenze all’interno della coalizione di centrosinistra. Secondo +Europa (Emma Bonino), infatti, per avere più gas occorre “realizzare impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile”. Il partito è aperto anche al nucleare, soprattutto quello di ultima generazione e la ricerca sulla fusione nucleare (ancora di là da venire): “Rafforzare la ricerca e la cooperazione scientifica italiana per lo sviluppo di reattori a fusione nucleare e mini reattori modulari di ultima generazione, oltre che di aumentare gli import di energia elettrica da fonti zero e low carbon”.

Il Partito Democratico, prudentemente, media fra la posizione radicale e quella più ecologista dei suoi alleati, aggiungendo una serie di limiti e “sì ma” ai suoi programmi. Rigassificatori sì, “…ma a condizione che costituiscano soluzioni-ponte, rimanendo attivi pochi anni, e che possano essere smobilitati ben prima del 2050”. E per installarli, si chiede il coinvolgimento delle comunità locali, da compensare con un fondo ad hoc finanziato dalle imprese con appalti pubblici per infrastrutture. D’accordo con gli ecologisti, anche il Pd si oppone, invece, alla costruzione di centrali nucleari: “Per un domani senza fonti fossili già oggi gli investimenti devono, il più possibile, concentrarsi sull'energia pulita e non inseguire la discussione sulla costruzione di centrali nucleari: perché i tempi di realizzazione e le tecnologie esistenti non sono compatibili con una riduzione significativa delle emissioni entro il 2030 e non risolvono i problemi ambientali ad esse associati”.

Gli alleati più a sinistra del centrosinistra, la coalizione Verdi-Sinistra Italiana (primi in classifica per Icn), si oppone a tutto. No ai rigassificatori e alle trivelle: “sfruttare tutte le infrastrutture gas esistenti – stoccaggi, gasdotti e rigassificatori – per compensare possibili contrazioni o stop del gas russo prima di considerare nuove infrastrutture gas”. E no al nucleare: “La transizione energetica verso minori consumi, utilizzo di energie rinnovabili, minori impatti ambientali con particolare attenzione ai gas serra, sia possibile riducendo l'utilizzo del metano e senza fare ricorso all'energia nucleare, quest'ultima già rifiutata dagli italiani in due referendum nazionali”. Notevole che venga citata la soluzione dei “minori consumi” invece di una maggior produzione di energia.

Il Movimento 5 Stelle ha posizioni analoghe a quelle degli ecologisti, come da sua tradizione (essendo il “partito dei no”). Non si parla nemmeno di gas, piuttosto si chiede una “sburocratizzazione per favorire la creazione di impianti di energia rinnovabile”. E poi si ribadisce “stop a nuove trivellazioni e a nuovi inceneritori”. Prevedibile, per un partito che ha fatto cadere il governo (ufficialmente) opponendosi alla costruzione di un termovalorizzatore per Roma. Non si parla neppure di energia nucleare. Giuseppe Conte, comunque, si è detto più volte contrario, anche se apre alla ricerca e alle prossime generazioni (fusione?).

L’ambiente e la transizione ecologica sono il primo capitolo del programma di Verdi-Sinistra Italiana e del Pd. Tutti gli altri partiti includono l'ambiente, ma non al primo posto. E’ il terzo capitolo nel programma del terzo polo. E’ al sesto punto in quello del Movimento 5 Stelle. E’ l’ottavo in quello di +Europa. E’ il dodicesimo punto sui quindici del programma unificato di centrodestra. Anche da questo posizionamento si comprende molto. Per la sinistra (Pd, Verdi, SI), l’ambiente precede l’uomo: sono ecocentrici. Per il Movimento 5 Stelle, i partiti centristi (e +Europa) e il centrodestra, lo sviluppo dell’uomo precede le tematiche ambientali: sono in varie misure ancora antropocentrici. Sono due concezioni opposte, quindi non è un caso che “gli scienziati ed esperti di politiche sul clima e l’energia” premino soprattutto la coalizione di estrema sinistra e releghino agli ultimi posti i partiti di centrodestra, tenendo +Europa e Movimento 5 Stelle a metà strada. Ma a noi, esseri umani, cittadini ed elettori che pagano le bollette, conviene stare dalla parte di questa “scienza”?