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IL LIBRO

Gli occhi di Maria, i prodigi nell’Italia invasa da Napoleone

1796: Napoleone invade l’Italia e più di cento immagini della Madonna e non solo si animano in tutto il Paese. È un prodigio attestato da migliaia di testimoni, sul cui significato storico, culturale e spirituale indagano Rino Cammilleri e Vittorio Messori nel saggio Gli occhi di Maria.

Cultura 31_05_2023

È il 9 luglio 1796, l’esercito di Napoleone Bonaparte invade lo Stato Pontificio. Più di cento immagini sacre, la maggior parte mariane, si ‘animano’, ovvero muovono gli occhi o cambiano colore ed espressione. Si tratta di una concatenazione di eventi prodigiosi raccontata con dovizia di particolari nell’inchiesta Gli occhi di Maria (Ares 2023, pp. 312) condotta da Rino Cammilleri e Vittorio Messori. Nel saggio, ora ripubblicato in una nuova edizione aggiornata, Cammilleri ricostruisce le tappe più significative di questa vicenda con oggettività e competenza sotto il profilo storico per poi interrogarsi sul suo significato, in dialogo con l’amico Messori.

La Madonna muove gli occhi per la prima volta nel dipinto che la raffigura ad Ancona. Ne è testimone lo stesso Napoleone che ne rimane profondamente scosso e chiede che la stessa venga coperta e portata via. Napoleone arriva ad Ancona perché la città adriatica, a seguito di un armistizio imposto al pontefice, era diventata un porto francese. Subito impone una taglia e la confisca di tutti gli ori e gli argenti delle chiese. La versione ufficiale diffusa dai giacobini locali era quella secondo cui erano i preti a fomentare il fanatismo religioso popolare.

Eppure il fenomeno si protrae per mesi. Prima la Madonna di San Ciriaco ad Ancona, poi quelle dell’Archetto di via San Marcello e di via delle Muratte a Roma. Soltanto nella Città Eterna si animano centouno icone. Marchesi e popolani vedono Maria mentre «abbassa gli occhi sugli astanti per poi riportarli in alto»; non è cosa di un momento, la Vergine dell’Archetto lo fa per mesi, giorno e notte. Lo stesso fenomeno è osservato per cinque, sei mesi, a Frosinone, Veroli, Torrice, Ceprano, Frascati, Urbania, Mercatello, Calcata, Todi, tutte città dello Stato Pontificio. Interessa complessivamente centoventidue icone mariane.

Centinaia di migliaia i testimoni oculari dei prodigi che non riguardano solo gli occhi di Maria, ma anche i colori spesso sbiaditi di tali immagini sacre che prendono le sfumature delicate di una persona viva. Di qui si formano «lunghe fila di migliaia di fedeli, scalzi, ceri in mano, recitano rosari e litanie. I confessionali sono stracolmi; malintenzionati e delinquenti si convertono e fanno voto di cambiar vita». Il papa, tramite il cardinale Giulio della Somaglia, fa istruire un procedimento giuridico teso ad accertare e certificare i fatti. Sono migliaia le testimonianze raccolte, le prime ottantasei concordano a tal punto che diviene superfluo procedere oltre; si trascrivono per scrupolo un altro migliaio di dichiarazioni giurate. La sentenza del 28 febbraio 1797 conferma la verità dei fatti e il 9 luglio è indetta la festa liturgica dei Prodigi della Vergine a perenne memoria di questo speciale intervento di Maria a protezione dell’indipendenza del Papa e della Città Santa.

Riprendendo le fonti storiche Cammilleri annota nel dettaglio l’immagine mariana interessata, il lasso temporale in cui il movimento degli occhi è stato osservato e il numero di testimoni. Nel merito lo storico De Felice, pur essendo scettico riguardo a tali miracoli, confessa che non poteva trattarsi di una montatura, in quanto vi sono tra questi anche «casi di una tale ingenuità da rendere impensabile che dietro a essi vi fossero dei “registi”, per sprovveduti che fossero». Questa vicenda ha avuto senza dubbio di miracoloso, a suo giudizio, «il clamore suscitato in tutta Italia e in buona parte dell’Europa».

Sono in tanti i testimoni inizialmente scettici, compresi i sacerdoti, che poi però si trovano a dover constatare «il prodigioso moto» arrendendosi all’evidenza di quanto vedono coi propri occhi. Tra le testimonianze illustri spicca quella del celebre architetto Giuseppe Valadier, il quale osserva il prodigio in ben sei immagini, tra cui le icone mariane di via del Corso, di via della Vittoria e quella della Madonna dei Miracoli in Piazza del Popolo. Egli testimonia: «All’improvviso mi avviddi che le pupille di ambedue gli occhi gradatamente, e con moto lento e posato si elevarono e si nascosero sotto le palpebre superiori, in guisa tale però che ancor appariva qualche porzione della luce degli occhi. Confesso il vero, che mi sentii in quell’atto ripieno di una grande dolcezza e tenerezza interna, onde agli occhi mi si affacciarono le lagrime. Fu altresì osservato da mia moglie, da mia sorella, dal servitore e da quante altre persone ivi erano presenti». Quanto osservato, prosegue l’architetto del neoclassicismo, è «un movimento totalmente prodigioso da non attribuirsi a cause naturali ed estrinseche, bensì all’opera di Dio. È successo quando a Dio piacque di manifestare un tanto portento».

Solo per le strade del centro storico di Roma si contano oggi circa seicento Madonnelle. Trastevere è stato il primo rione della Capitale ad accogliere il culto mariano. Perciò i suoi abitanti sono stati tra i più accaniti oppositori degli invasori giacobini, difendendo strenuamente quelle edicole mariane, al punto che molte chiese nascono proprio quali ex voto per accogliere le immagini delle Madonnelle, da Santa Maria in Vallicella al Santuario del Divino Amore. Tra queste rientra anche la Vergine dell’Archetto, la prima a muovere gli occhi a Roma il 9 luglio 1796. Sotto tale edicola una sedicenne storpia dalla nascita viene guarita.

Se la storiografia ufficiale si è occupata di questi eventi liquidandoli quale «psicosi collettiva, illusione di massa, sbocco inevitabile della paura per i giacobini», fa riflettere quanto verbalizza la Chiesa stessa che, dinanzi a tali fenomeni, si premura di vagliarli sempre con occhio critico e attento: «Un’illusione che accomunasse tanta gente e in tanti luoghi diversi non sarebbe un prodigio superiore a quello che codesto Tribunale ha dovuto riconoscere?». E sul significato spirituale di tali fatti prodigiosi Messori afferma: «La Vergine volle far sentire la sua presenza materna proprio all’inizio della via crucis che la modernità avrebbe fatto percorrere alla Chiesa».